27 aprile 2009

COME DICE IL MIO AMICO NICOLO'... BUON 25 APRILE

Riportiamo questo articolo scritto da Benny Calasanzio (www.beenycalasanzio.blogspot.com).
"Ho un amico. Si chiama Nicolò e vive a Padova. Caspita, Padova, a volte non ci penso... grande città Resistente. Gli universitari con i professori, assieme nascosti nei laboratori, tra provette e mappamondi, a resistere, a sabotare, a combattere. Grande città Padova. Con Nicolò abbiamo fatto l'università assieme, ora continuiamo a vederci. Nicolò è la mia coscienza antifascista. Nicolò è quello che, quando il clima tende al dialogo, al superamento di ogni differenza in nome di una fantomatica unità, mi riporta alla realtà. Lui è un ragazzo di sinistra. Dice estrema, ma in realtà è antica. Lui parla ancora oggi, quotidianamente di partigiani. Lui avrebbe voluto esserlo un partigiano. Secondo me un pò crede di esserlo. Però è nato dopo, ha trovato la democrazia e ha trovato sopra la sua testa i monti e i colli in cui si nascondevano i partigiani. Avrebbe voluto fare qualcosa per la Liberazione. Ma non è riuscito a nascere prima, lo ha fatto solamente nel 1985. Quando mi lascio momentaneamente convincere che dopo oltre 60 anni non ha più senso essere divisi, lui mi ferma, mi parla e io capisco. Ma non lui di persona, il suo concetto. Io ho il concetto Nicolò. C'è stata una guerra, tra chi voleva la dittatura e chi voleva la democrazia. Tra chi credeva che tutti gli esseri umani fossero uguali e chi credeva che gli ebrei lo fossero meno di altri. E come gli ebrei i neri, e come i neri gli zingari, e come gli zingari pure i gay. E in virtù di questa "differenza" li ammazzava, senza timori, senza rimorsi. C'è stata la guerra, ed è stata vinta da chi tifava per la democrazia. Gli altri sono stati spazzati via. Oggi tornano, sotto nuove spoglie, sotto nuovi slogan. E Nicolò mi mette in guardia. Non ci sono fascisti buoni, dice. E ha ragione. In Italia potrà mai esserci una destra per bene che rinnega il fascismo? Dei giovani di destra che amano la democrazia disprezzando il Duce e compagnia bella? Io spero di si, lo spero davvero, e perchè no, vorrei marciare con loro per celebrare la democrazia, che oggi beneficia me, ma che beneficia anche loro. Oggi è il 25 aprile. E' il compleanno di chi? Di un pò di persone, credo che per Nicolò sia il giorno più bello dell'anno. Si esalta, racconta aneddoti. Come quando in bici, approfittando di uno svarione di alcuni tecnici, entrò di nascosto in una base americana dismessa sui colli euganei. Entrò e si mise a girare, a girare, a girare. Ma se chiudevano in cancello? Non ci pensavo mi dice.
Oggi è il 25 aprile e io esprimo un desiderio: di avere sempre memoria. Di ricordare che c'era chi voleva annientare l'Italia e chi la voleva libera, chi voleva venderla alla Germania nazista e chi voleva regalarla migliore ai propri figli. Oh, Nicolò, mi senti? Viva la Resistenza, viva la Liberazione."
Questo a ribadire che i morti non sono tutti uguali, può, e deve, essere uguale la pietà nei loro confronti, ma cancellare nella tragedia motivi ed ideali che li hanno portato alla fine della loro vita travisa enormente il valore dell'estremo sacrificio. E' come equiparare chi è investito sulle strisce pedonali con chi si schianta ubriaco contro un muro a 15o km/h, certo entrambi son vittime di incidenti stradali ma la differenza, a mio avviso, c'è.
La pacificazione nazionale non si ottiene scendendo a compromessi, svalutando da una parte le gesta (a volte retoricamente) eroiche dei partigiani, e rivalutando in parte (o in toto) la Repubblica di Salò. La Resistenza non sono solo i 90 mesi tra l'8 settembre e il 25 aprile, la Repubblica di Salò ha origini e colpe che iniziano negli anni 20.
Bisogna ribadire che da una parte sta il giusto e dall'altra l'errore, fare la conta dei morti è solo demagogia atta a creare confusione: sicuramente qualche partigiano in combattimento avrà sparato poco eroicamente alle spalle di qualche tedesco, ma nessun partigiano scortava i reparti tedeschi che rastrellavano, deportavano, trucidavano, incendiavano paesi in cui vivevano civili(donne e bambini inclusi) italiani.
Quindi se per la pacificazione nazionale devo rinnegare l'essenza stessa della Resistenza e riconoscere uguale onore a tutti, perdonatemi ma io continuerò a preferire la retorica per cui "gli eroi son tutti giovani e belli".

24 aprile 2009

25 APRILE

"Studenti dell’Università di Padova! Sono rimasto a capo della Vostra Università finche speravo di mantenerla immune dall’offesa fascista e dalla minaccia germanica; fino a che speravo di difendervi da servitù politiche e militari e di proteggere con la mia fede pubblicamente professata la vostra fede costretta al silenzio ed al segreto. Tale proposito mi ha fatto resistere, contro il malessere che sempre più mi invadeva nel restare a un posto che ai lontani e agli estranei poteva apparire di pacifica convivenza mentre era un posto di ininterrotto combattimento. Oggi il dovere mi chiama altrove. Oggi non è più possibile sperare che l’Università resti asilo indisturbato di libere coscienze operose, mentre lo straniero preme alle porte dei nostri istituti e l’ordine di un governo che - per la defezione di un vecchio complice - ardisce chiamarsi repubblicano, vorrebbe convertire la gioventù universitaria in una milizia di mercenari e di sgherri massacratori. Nel giorno inaugurale dell’anno accademico avete veduto un manipolo di questi sciagurati, violatori dell’Aula Magna, travolti sotto l’immensa ondata del vostro irrefrenabile sdegno. Ed io, o giovani studenti, ho atteso questo giorno in cui avreste riconsacrato il vostro tempio per più di venti anni profanato; e benedico il destino di avermi dato la gioia di una così solenne comunione con l’anima vostra. Ma quelli che per un ventennio hanno vilipeso ogni onorevole cosa e mentito e calunniato, hanno tramutato in vanteria la disfatta e nei loro annunci mendaci hanno soffocato il loro grido e si sono appropriata la vostra parola. Studenti: non posso lasciare l’ufficio di Rettore dell’Università di Padova senza rivolgervi un ultimo appello. Una generazione di uomini ha distrutto la vostra giovinezza e la vostra Patria. Traditi dalla frode, dalle violenza, dall’ignavia, dalla servilità criminosa, voi insieme con la gioventù operaia e contadina, dovete rifare la storia dell’Italia e costruire il popolo italiano. Non frugate nelle memorie o nei nascondigli del passato i soli responsabili di episodi delittuosi; dietro ai sicari c’è tutta una moltitudine che quei delitti ha voluto e ha coperto con il silenzio e la codarda rassegnazione; c’è tutta la classe dirigente italiana sospinta dalla inettitudine e dalla colpa verso la sua totale rovina. Studenti, mi allontano da voi con la speranza di ritornare a voi maestro e compagno, dopo la fraternità di una lotta assieme combattuta. Per la fede che vi illumina; per lo sdegno che vi accende, non lasciate che l’oppressore disponga della vostra vita, fate risorgere i vostri battaglioni, liberate l’Italia dalla schiavitù e dall’ignoranza, aggiungete al labaro della Vostra Università la gloria di una nuova più grande decorazione in questa battaglia suprema per la giustizia e per la pace nel mondo. "
Il Rettore: Prof. Concetto Marchesi, 1 DICEMBRE 1943

07 aprile 2009

INCONTRO CON SALVATORE BORSELLINO!!!!



Mercoledì 15 aprile, presso i locali dell'ex Fornace Carotta (nella foto) di via Siracusa (zona Sacra Famiglia- Padova), Laboratorio '48 incontrerà Salvatore Borsellino e Benny Calasanzio per un incontro pubblico su politica , questione morale e criminalità organizzata!!

L'evento è un occasione per riflettere ancora una volta su alcuni temi a noi cari che hanno caratterizzato i primi tre anni di vita di Laboratorio '48.

Rinnoviamo l'invito a non mancare all'appuntamento ed a spargere la voce.
L'inizio della serata è previsto per le ore 20.45.

L'entrata è rigorosamente ad ingresso gratuito!!!

01 aprile 2009

Neutralità della rete, la resa dei conti

Contro il fiorire di disegni di legge repressivi, l’opposizione propone un testo in difesa dei pilastri della internet e di stimolo alla diffusione della connettività in Italia. Due schieramenti opposti e spesso inconciliabili, sempre più vicini al confronto decisivo

È come poco prima dei calci di rigore, in una finale: la tensione dai palchi è al massimo e la contrapposizione tra opposti gruppi che rumoreggiano si fa nettissima. Siamo alla resa dei conti, infatti, su un tema che è balzato di colpo dalle private stanze degli addetti ai lavori ai fari della politica. Anche in Italia. Perché di neutralità della rete non si è mai parlato così tanto, da noi, come in questo periodo. Nel giro di pochi giorni abbiamo avuto una proposta di legge dal Partito Democratico, che è la prima in Italia (e forse anche nel mondo, a detta degli esperti) a parlare esplicitamente di difesa della neutralità della rete. Si contrappone esplicitamente alle tante proposte che sono arrivate dal Popolo delle Libertà, a raffica nei giorni scorsi. E anche il loro rapido succedersi rivela la crescente attenzione della politica (nel bene o nel male) per internet, sebbene senza rinunciare alle solite incomprensioni e agli equivoci (come quello di definire internet luogo di anarchia, senza regole, dove scorazzano liberi pirati e pedofili, come ribadito nei giorni scorsi ancora una volta da Barbareschi.

Forse hanno ragione quei commentatori che vedono, nella proposta del PD, il gioco facile di chi scrive belle parole nella certezza che mai si trasformeranno in legge. D’altro canto, però, è una proposta che arriva sull’onda di un fenomeno, e che è quindi figlia del proprio tempo: magari di per sé sarà poco efficace, sul piano pratico, ma risponde all’esigenza di creare una coalizione più netta intorno alla difesa dei principi della rete. E così che nei giorni scorsi è nato anche Amointernet.it, che «riassume le idee e le posizioni di un gruppo di persone, professionisti, appassionati, cittadini che ritengono che Internet e l’innovazione in generale facciano parte del futuro dell’Italia». Molti di questi principi sono in linea anche con le posizioni di NNsquad Italia, neo nata organizzazione che sta venendo sempre più allo scoperto e che nei prossimi mesi si presenterà ufficialmente al pubblico. Si sa che la gente sente il bisogno di alzare gli scudi solo quando sente scoccare dall’altra parte le frecce. Questo grande movimento di idee e di persone è quindi il risultato del fatto che si stanno consolidando due lobby politiche e di addetti ai lavori. Una a favore di nuove regole per internet, l’altra per la tutela e la riaffermazione delle attuali. Questa seconda fazione mira a mettere le regole nero su bianco, sancite nelle norme dello stato. Finora invece principi fondanti come la neutralità della rete sono stati tutelati soprattutto dalla consuetudine.

L’agitarsi di parole e di proposte in terra italiana fa da sostegno a qualcosa che però sarà probabilmente deciso in sede istituzionale europea. La neutralità della rete è del resto un tema troppo vasto, con ricadute sull’economia internet mondiale, per poter essere affidato a legislatori di un singolo Paese. Il 31 marzo Bruxelles voterà emendamenti che vorrebbero dare agli operatori la possibilità di intervenire sul traffico dei propri utenti con libertà e poteri mai esercitati finora. Anche in Europa si assiste al balletto di opposte fazioni: Google, Yahoo!, Skype e eBay hanno scritto a Bruxelles contro questi emendamenti, osteggiati anche da Scambio Etico, come segnala Anna Masera su La Stampa. Guido Scorza nota invece che il parlamento europeo ha approvato una raccomandazione contro censure e minacce fatte dai governi contro la libertà di espressione in internet. A conferma che la partita si gioca soprattutto a livelli europei. Ciò non toglie che serva anche l’apporto dei gruppi d’opinione dei singoli Paesi per decidere le sorti della battaglia finale. Un po’ come fanno i supporter che seguono la propria squadra, sostenendola, nei derby giocati in stadi internazionali.