29 aprile 2008

25 APRILE, il contributo (in ritardo) del subcomandante mauros

Un partigiano fiorentino ci spiega con estrema lucidità la storia d'Italia, dalla Resistenza al consumismo, da Berlusconi al revisionismo storico passando per Carlo Giuliani.

Da vedere con estrema attenzione.

28 aprile 2008

FINALMENTE LA VERITA’ SUL TIBET


Son settimane che si cerca di capire il perché della politica repressiva del regime cinese nei confronti della popolazione Tibetana insorta pacificamente. Nessun notiziario televisivo o radio ne parla più ormai, figuriamoci se qualcuno si addentra nella vicenda per scoprire i reali motivi della questione. Per fortuna che c’è la Rete mi vien da dire!! Prendo a prestito un articolo di Giulietto Chiesa, comparso in sordina su “La Stampa” che ci aiuterà a capirne di più a riguardo!!
“Il Tibet continua a occupare pagine dei giornali in tutto il mondo occidentale. Era da prevedere, nel clima preolimpico. Com'è da prevedere che, a Olimpiadi di Pechino concluse, i riflettori si spegneranno. È la logica del villaggio globale e del mainstream dei media che, più che moltiplicare diritti umani, moltiplica profitti disumani. Dietro, dentro la notizia, tuttavia, ce ne sono altre, che possono spiegare molte cose. Una di queste è la lunghissima ferrovia - circa 1250 chilometri - che Pechino ha inaugurato nel luglio 2006 e che collega Lhasa ai maggiori centri industriali della Cina del sud e a Canton. Con la già programmata estensione, da Lhasa a Shigatze, verso Ovest, prevista nell'11° piano decennale approvato dal Congresso del Popolo.

Sarebbe questo il punto terminale di un grandioso progetto, iniziato nel 1999, ma non rilevato dai media occidentali che a cose compiute, consistente nella meticolosa mappatura geologico-mineraria di una grande parte del Tibet e dei contrafforti himalaiani, in un'area vastissima comprendente tutto l'altopiano tibetano del Qinghai.
Secondo quanto scoperto da Abraham Lustgarten, reporter di Fortune, nel 2007, il governo cinese - precisamente il ministero dei Territori e delle Risorse - avrebbe inviato fin dal 1999 un migliaio di ricercatori, geologi, specialisti minerari, organizzati in 24 distaccamenti, alla ricerca di tutte le potenzialità di sfruttamento del territorio. In modo non dissimile, del resto, da ciò che i commessi viaggiatori del governo cinese andavano facendo in Africa e in America Latina negli stessi anni, con non minore alacrità. La differenza consistette nel fatto che lo facevano in casa propria e, come è loro costume e possibilità, su larga scala.
L'investimento per l'operazione esplorativa fu attorno ai 44 milioni di dollari. E, a quanto pare, ne valse la pena. Tant'è che Pechino, subito dopo avere ricevuto i primi rapporti dei ricercatori, decise d'intensificare la costruzione (che era già stata decisa) della nuova ferrovia. Costo dell'operazione: 4 miliardi di dollari. Nulla di fronte ai vantaggi che si andavano delineando e che permettevano al governo cinese di tirare più d'un sospiro di sollievo. La crescita cinese era in piena esplosione e la fame di materie prime era già divenuta spasmodica.
Improvvisamente i dirigenti cinesi scoprivano, per esempio, che non era più necessario andare in Cile a comprare giacimenti di rame, come stavano facendo, perché il rame ce lo avevano in casa. E non solo il rame, ma anche il ferro, lo zinco, il piombo e metà della tavola di Mendeleev. Gli scienziati sguinzagliati sugli altopiani tibetani riferivano e calcolavano: giacimenti per un valore complessivo di 150 miliardi di dollari. Cifre approssimative ma imponenti: un miliardo di tonnellate di ferro, 40 milioni di tonnellate di rame.
La Cina aveva dovuto cercare sui mercati internazionali il ferro, indispensabile per i colossali investimenti edilizi e industriali, provocando, con la sua stessa domanda, un triplicamento del prezzo di quello come di tutti gli altri metalli. Basti ricordare la serie delle cifre di importazione cinese di ferro e acciaio, che era di 186 milioni di tonnellate nel 2002, è salita a 326 nel 2006 e a oltre 350 nel 2007.
Il resto del mondo non può non tenere conto di questi che, come ben si capisce, non sono dettagli. La Cina è davvero vicina, vicinissima. In tutti i sensi. Non c'è più cosa che vi avvenga che non ci riguardi immediatamente. Sia quando invade i nostri mercati con decine di milioni di magliette o di paia di scarpe (capi che, per altro, i nostri importatori hanno ordinato o prodotto laggiù), sia quando chiede, e chiederà, molta più energia di quanta sia ormai disponibile sul mercato mondiale, sia quando scopriamo che, in piena Londra, a contrastare le centinaia di manifestanti inglesi che volevano bloccare la fiaccola olimpica, sono scesi in strada anche centinaia di cinesi, a difendere la loro patria. A Londra, non a Pechino. E ci sono due modi per affrontare il futuro: uno, quello buono, è cercare di capire. L'altro è cominciare a descrivere la Cina come il futuro nuovo nemico. Ciò che, purtroppo, molti stanno già facendo.”
Giulietto Chiesa, Megachip - da La stampa

25 aprile 2008

L' ANGOLO DI MAC

Prendo a prestito la lettera che il grande Marco Travaglio ha inviato a Beppe Grillo in occasione del Vday2.
Questa riassume, con il taglio giornalistico che solo Travaglio può dare, il male assoluto dell’Italia, che in 15 anni ha divorato informazione e democrazia, e che ci rimanda a quel lontano 1985 quando Bettino Craxi consegnò, con un decreto legge incostituzionale, le tre reti televisive al cavaliere.
Mediaset va smantellata o venduta, Berlusconi può tenere al massimo una rete se vuole continuare a fare politica.
Il lavaggio del cervello mediatico iniziato più di quindici anni fa deve finire!!

"Caro Beppe,prim’ancora che avvenga il V2-Day per un’informazione libera ha già sortito due risultati prodigiosi. Il primo è far riscoprire i valori della Resistenza e della Costituzione al Pd, che ultimamente era piuttosto tiepidino in materia, al punto da voler continuamente riformare la Costituzione con tre forze estranee alla Costituente: il Cainano, la Lega e i post (?) fascisti di An. E’ semplicemente strepitoso lo slancio con cui, all’annuncio del V2-Day a Torino, i vertici del Pd torinese hanno subito organizzato una manifestazione di piazza come non se ne vedevano da anni per il 25 Aprile.Mi ha commosso in particolare l’attivismo resistenziale di uno dei dirigenti locali degli ex-Ds, Stefano Esposito, noto alle cronache torinesi soprattutto per essersi occupato di sale bingo. Mi auguro che venerdì, in piazza San Carlo, riusciremo a collegarci idealmente all’altra piazza, spiegando che il V2-Day è la naturale prosecuzione delle battaglie in difesa della Costituzione. Che contempla, fra l’altro, l’articolo 21, quello sulla libertà d’informazione, il più calpestato in questi anni da destra e anche in parte da sinistra insieme all’articolo 3 (“Tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, senza distinzione di razza, religione” eccetera).Come sai, dei tre referendum per i quali raccoglieremo le firme mi appassiona soprattutto il terzo, che ritengo decisivo in un Paese ancora in gran parte “televisivo”. Se davvero riusciremo - insieme all’abolizione di un ente inutile come l’Ordine dei giornalisti e al disboscamento della jungla di finanziamenti pubblici a giornali finti di partiti veri, a giornali veri di partiti finti, a giornali finti di partiti finti – a radere al suolo la legge Gasparri e le altre che l’hanno preceduta, tutte dettate o scritte direttamente dal Cainano a proprio uso e consumo, faremo saltare il tappo più grosso che imprigiona la democrazia italiana. Lo dico perché penso che questo V-Day riuscirà in pieno solo se non passerà alle cronache come la giornata del vaffanculo ai giornalisti, ma come la fine del regime televisivo che opprime e sfigura l’Italia dagli anni 80. Ancora 15 anni fa, il Cainano avrebbe perso sonoramente le elezioni, se avesse detto ai suoli elettori “Di Pietro mi fa orrore” e “Mangano è un eroe”. Infatti nel ’94 vinse inneggiando a Di Pietro, a Falcone e a Borsellino. Il 13 aprile, invece, dopo 15 anni di bombardamento a reti unificate, ha stravinto beatificando Mangano e maledicendo la magistratura.Il V2-Day, almeno per come lo vedo e lo auspico io, dovrà rimuovere il macigno “di sistema” che blocca la libertà d’informazione. E dovrà dare la sveglia ai giornalisti, perché riscoprano i valori profondi della propria missione: per esempio, il dovere di dare tutte le notizie. Perché il problema in Italia sono anche i politici, gli editori e certi direttori. Ma soprattutto il problema sono i giornalisti, che spesso si autocensurano prim’ancora che qualcuno li censuri. Come diceva Leo Longanesi: “In Italia non è la libertà che manca: mancano gli uomini liberi”. Aiutiamoli, aiutiamoci a esserlo tutti dal 25 aprile in poi." Marco Travaglio

22 aprile 2008

VOTO GIOVANILE

Pubblico un intervento di Paolo Giacon sul voto giovanile veneto alle ultime elezioni politiche.

PER CHI HANNO VOTATO I GIOVANI DEL VENETO? Un commento pubblicato ieri su Il GAZZETTINO


A quali partiti hanno dato fiducia le giovani generazioni? Analizzando i risultati delle liste che si sono presentate alla Camera e al Senato ed ipotizzando una minima incidenza del voto disgiunto, è possibile analizzare la distribuzione dei voti assegnati dalla fascia piu’ giovane dell’elettorato compresa tra i 18 e i 25 anni. Si tratta di un voto “pesante”, perche’ è stato dimostrato che la generica scelta di campo tra riformisti e conservatori, cioe’ tra sinistra e destra, tende a conservarsi per molti appuntamenti elettorali successivi. Questo non significa che il voto dei giovani si cristallizzerà anche nelle prossime tornate elettorali: soprattutto nel nostro Paese il voto giovanile rimane mobile, instabile e a volte sorprendente. Proprio come nel caso delle politiche 2008. Elezioni in cui la tripartizione del Veneto, che vede sostanzialmente pari PdL, Lega e Pd si trasforma, nella popolazione giovanile, in una netta prevalenza leghista. Il 40% degli elettori veneti tra i 18 e i 25 anni ha dunque votato per la Lega, il 21% ha dato fiducia a Walter Veltroni, mentre il 16% ha orientato la sua preferenza verso il Popolo delle Libertà. Quali le motivazioni del successo leghista? La radicalità di alcuni atteggiamenti e l’immediatezza di alcuni slogan hanno fatto di sicuro presa sull’elettorato giovanile, costruendo in alcuni casi modelli che i piu’ giovani hanno scelto di seguire ed imitare. Una campagna elettorale basata sulla paura del diverso e sullo spirito campanilista hanno di sicuro contribuito a questo successo. La proposta di Veltroni, penetra con difficoltà tra i giovani veneti. Rispetto ai bassi consensi espressi durante il governo Prodi, la campagna innovativa di Veltroni e i suoi slogan hanno fatto un piccolo miracolo, ma evidentemente non è stato sufficiente. A questo dobbiamo anche aggiungere che il movimento dei Giovani Democratici, organizzazione giovanile del PD non è nella nostra regione al 100% delle sue potenzialità, a causa di una fase di transizione e costituente che sta attraversando da molti mesi.
La provincia di Padova presenta una distribuzione dei voti giovanili molto simile a quella del Veneto, con la Lega che raggiunge il 38% dei consensi, seguita faticosamente da Pd e Pdl.
Piu’ interessante invece è l’analisi del voto giovanile nel territorio del comune capoluogo, dove gli elettori tra i 18 e i 25 anni sono stati quasi 9000. In controtendenza rispetto al dato nazionale, Sinistra Arcobaleno e La Destra raccolgono rispettivamente il 6% e il 7% dei consensi, confermando l’attenzione di una piccola parte del mondo giovanile verso posizioni politiche estreme e radicali. Di dimensioni colossali la catastrofe elettorale di UdC e del Popolo delle Libertà che raccologono rispettivamente solo l’1% dei consensi nella fascia elettorale 18-25 anni. Veltroni si attesta al 32%, confermando la calorosa accoglienza dei giovani padovani durante il suo tour nel Veneto. Inaspettato il risultato della Lega Nord che raggiunge il 28% dei consensi tra i giovani padovani. Un dato che, confrontato con il 15% ottenuto dallo stesso partito alla Camera (dato generale) indica una prospettiva di crescita ed evidentemente nasconde una buona capacità dialogica con le giovani generazioni. Da dove ripartire dunque per portare i giovani padovani a riflettere sulla superficialità e la demagogia del messaggio leghista e ritornare ad un voto basato su razionalità e non sull’istinto? Sono tre gli ambiti sociali in cui il Partito Democratico ed i Giovani Democratici devono agire con rinnovato vigore per impostare una strategia di crescita e consenso. In primis l’università, che non è solo un’autonoma e libera istituzione di formazione e ricerca, ma è anche un laboratorio di idee, un luogo di libero confronto e fucina della futura classe dirigente. E’ necessario ripartire poi dalle piazze: dedicare meno tempo a riunioni e ad attività di segreteria e ritornare a contatto con i giovani che popolano le piazze cittadine. Il rischio dell’autoreferenzialità, che credevamo di aver lasciato alle nostre spalle con le esperienze di DS e Margherita, è ancora alto nella nuova esperienza del PD. Ed infine è necessario ripartire dai piccoli e medi comuni della provincia, valorizzando quei giovani amministratori (ce ne sono tanti) che pur appartenendo a liste civiche, condividono gli stessi valori democratici. E’ sulla passione e la competenza di questi ragazzi e ragazze che è possibile costruire un’alternativa forte alla demagogia leghista e ad un Popolo delle Libertà spento, privo di grinta e determinazione.

16 aprile 2008

UTLIMO APPNTAMENTO CON PAROLA ALLA COSTITUZIONE

VENERDI' 18 APRILE
ORE 21:00 -auditorium EX FORNACE CAROTTA
via Siracusa - ZONA SACRA FAMIGLIA -PD

Parliamo di ARTICOLO 11 -
"L'ITALIA RIPDIA LA GUERRA...MA LA FINANZIA".

partecipano:
Carlo Garbagnati - Vicepresidente nazionale di Emergency
Lorenza Carlassare - Docente all'Università di Padova
Don Albino Bizzotto - Beati i Costruttori di Pace
Paolo Fontana - Amnesty International
Luca Galassi - PeaceReporter

INGRESSO GRATUITO
Studentiper - Laboratorio '48

12 aprile 2008

IL POLITOMETRO!!!!

Per alleggerire la snervante attesa in vista delle elezioni, vi propongo qui un simpatico giochetto: il politometro! Il gioco vi pone 15 affermazioni 15, e per ciascuna delle quali una scala di 5 risposte 5 che misura il grado accordo con l'affermazione in oggetto.
Io l'ho provato cosi per ridere e questo è quello che è venuto fuori:



Ora tocca a voi sbizzarrirvi!!
A presto,
Baga

11 aprile 2008

L'ITALIA AL VOTO

Non voglio cercare giustificazioni al mio comportamento che, per capirci, ritengo doveroso. Quello di esprimere la mia riconoscenza all’uomo del momento (da 15 anni ormai…) è un atto dovuto che probabilmente attirerà su di me critiche e dure reazioni, ma sono pronto, in ogni caso, a correre questo rischio.
Con questa premessa voglio spendere qualche parole di ringraziamento per il candidato premier (per la quinta volta, e non è da tutti!) Silvio Berlusconi.
Avete capito bene, proprio lui.
Lo sanno tutti che l’informazione in Italia è controllata dai partiti, dalle lobby, dai poteri forti del capitalismo italiano che manovrano testate compiacenti rimaste in mano a pochi( perché sono rimasti davvero in pochi) affaristi. Uomini che sanno davvero poco di editoria, ma in quanto ad affari non li supera nessuno. Per l’appunto, non è da tutti ricevere milioni di euro di finanziamenti dallo stato per la propria azienda.
Ma torniamo al soggetto a cui va tutta la mia riconoscenza, Silvio Berlusconi.
Vorrei ringraziarlo perché da solo fa quello che al giorno d’oggi non fanno più i giornalisti. Non servono più i saggi di Travaglio, il blog di Grillo o le puntate di Annozero a fare informazione. Ci pensa lui con i suoi comizi elettorali e le sue sparate che, complice la campagna elettorale, son all’ordine del giorno e riscuotono ilarità e molte perplessità.
Prima le parole su Bossi e le sue armi, che il cavaliere ha la maestria di definire semplici metafore, poi le previsioni sul futuro della politica italiana che vedono il Presidente della Repubblica (garante della, già precaria, democrazia), in pensione anticipata, ed infine i test di salute mentale ai Pm e li dichiarazioni su Mangano che lo elevano al rango di eroe nazionale al pari di Falcone e Borsellino. E noi, prevenuti, che l’avevamo subito etichettato come un mafioso travestito da stalliere.
Non servono più le lotte politiche, non servono più i Girotondi per una libera informazione e nemmeno i meet-up. Basta Silvio Berlusconi che negli ultimi giorni di campagna elettorale, sta rendendo chiare le idee a molti Italiani sulla sua persona, sul suo partito e sul suo modo di vedere le cose. Come si può non definirlo onesto di fronte a tanta verità.
Nella certezza che fino al 13 aprile è ancora lunga e le sorprese saranno ancora tante, voglio invitarlo a continuare a fare quello che ha fatto fino ad oggi, vale a dire parlare, parlare e parlare!! Grazie Silvio!

Di seguito, riporto le note di alcune agenzie riguardo alle ultime uscite del cavaliere.

Roma, 9 apr. (Adnkronos) - "Mangano non era uno stalliere ma il fattore che ad Arcore stava con tutta la famiglia. Poi ha avuto delle disavventure nella vita che lo hanno messo un po' in mano ad una organizzazione criminale ma non ci risulta siano state pronunciate sentenze definitive nei suoi confronti". Lo ha detto Silvio Berlusconi, ospite telefonico di '28 minuti' su RadioDue, a proposito di quanto affermato da Marcello Dell'Utri secondo il quale il dipendente in questione e' stato un "eroe".

Ansa 8 Apr - 22.35 - ''I pubblici ministeri dovrebbero essere sottoposti periodicamente ad esami che ne attestino la sanita' mentale''.

08 aprile 2008

GRAZIE ALLA CAROVANA PER LA COSTITUZIONE

Posto qui un frammento di una mail inviataci da Cinzia Niccolai, membro della Carovana per la Costituzione e nostra ospite nella recente serata del 4 Aprile alla Fornace Carotta.
Invito a leggere questo suo breve pensiero, e ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alla serata.


Care/i,
la tappa della carovana a Padova è andata molto bene sebbene, in periodo elettorale, siamo riusciti ad interessare solo una cinquantina di spettatori. Si può dire che è stata una serata interamente dedicata alla carovana in quanto, per impegni elettorali e per malattia, Giulietti e Mazzetti non sono potuti intervenire. Oltre ad Aldo, che ha affrontato l'argomento sul piano tecnico, siamo state relatrici io e Nadia Norcini (che ha parlato del neo costituito comitato di Grosseto). Abbiamo anche, con molta nostalgia, proiettato il nostro video. Quello che però ha stupito e che non trova eguali nelle tante tappe fatte tra il 2005 e il 2006 è che il soggetto organizzatore, il Laboratorio48, è formato da soli universitari di età media 22 anni che si occupano di costituzione. Questo ci ha davvero aperto il cuore e fatto sperare che in futuro si riesca anche da noi a convolgere nella battaglia di difesa della costituzione chi ha meno di 30 anni. In ogni caso con Enrico, Nicolò e Alessandro, che ci leggono per conoscenza, siamo rimasti d'intesa che costruiremo una rete per fare iniziative comuni, di cui una presto a Firenze che li vedrà come nostri ospiti.
Una nota anche sulla struttura che ha ospitato il dibattito: una bellissima fornace con tanto di ciminiera, in mattoni, ristrutturata e riadattata come locale di pubblico spettacolo.

Per info sull'attività della Carovana: http://www.carovanaperlacostituzione.it/

01 aprile 2008

60 ANNIVERSARIO: L'ARTICOLO 21 LIBERTà DI PENSIERO


VENERDI 4 APRILE 2008
PRESSO L'AUDITORIUM EX FORNACE CAROTTA
VIA SIRACUSA 61
ZONA SACRA FAMIGLIA PADOVA
ORE 21:00

SERATA SULLA LIBERTà DI INFORMAZIONE
LIBERI DI CONOSCERE PER SCEGLIERE IN LIBERTA'
ARTICOLO 21 DELLA COSTITUZIONE
Saranno presenti: Aldo Meschini e la Carovana della Costituzione
Loris Mazzetti: curatore de " Il fatto" di Enzo Biagi
e autore del libro "Il libro nero della Rai"

Vi aspettiamo numerosiiii!!!