20 giugno 2007

OPINION READERS

Pubblichiamo un contributo inviatoci da Elena, una nostra fedelissima, riguardo le armi di distruzione di massa e il nucleare.
Questo è un estratto della lettera scritta nel 1955 da A. Einstein, Bertrand Russel e altre menti del tempo per sensibilizzare gli scienziati del mondo intero riguardo i pericoli di una guerra nucleare.
Ovviamente il periodo storico di riferimento è la Guerra Fredda e il timore di un terzo conflitto mondiale, ma le considerazioni fatte dagli autori sono purtroppo sempre attuali.



“Nella tragica situazione che si pone all'umanità, pensiamo che gli scienziati dovrebbero riunirsi per valutare i pericoli che sono sorti come risultato dello sviluppo delle armi di distruzione di massa, e discutere una deliberazione nello spirito del documento allegato.
In quest'occasione noi non parliamo come membri di questa o quella nazione, continente o fede, ma come esseri umani, membri della specie Uomo, della quale è in dubbio la continuità dell'esistenza […]. Dobbiamo imparare a pensare in un modo nuovo. Dobbiamo imparare a chiederci non quali passi possono essere fatti per dare la vittoria militare al gruppo che preferiamo, perché tali passi non esistono più; la domanda che dobbiamo porci è: quali passi debbono essere fatti per evitare una contesa militare la cui conclusione sarebbe disastrosa per tutte le parti? […].
Non c'è dubbio che in una guerra con bombe-H diverse grandi città verrebbero rase al suolo. Ma questo sarebbe uno dei disastri minori da fronteggiare. [...]. Oggi noi sappiamo, specialmente dopo il test di Bikini, che le bombe nucleari possono distribuire gradualmente distruzione sopra un'area molto più grande di quanto si fosse supposto. [...]. Oggi si può costruire una bomba che sarà 2500 volte più potente di quella che distrusse Hiroshima. Questa bomba, se esplodesse vicino al suolo o sott'acqua, invierebbe particelle radioattive nell'atmosfera. […]. Nessuno sa per quale grande estensione queste particelle radioattive mortali potrebbero diffondersi, ma le autorità più qualificate sono unanimi nell'affermare che una guerra con le bombe-H potrebbe molto probabilmente segnare la fine della razza umana […]. Il termine "genere umano" suona vago e astratto. La gente si rende poco conto, nell'immaginazione, che il pericolo è loro, dei loro figli, dei loro nipoti, e non solo per l'umanità vagamente concepita […].
Qualsiasi accordo di non usare la bomba-H sia stato raggiunto in tempo di pace non sarebbe più considerato vincolante in tempo di guerra, e ambedue le parti si metterebbero al lavoro per costruire bombe-H non appena la guerra scoppiasse […]. Sebbene un accordo per rinunciare alle armi nucleari, come parte di una riduzione degli armamenti, non permetterebbe una soluzione finale, esso risulterebbe utile per alcuni scopi importanti. Primo: ogni accordo fra l'Est e l'Ovest è rivolto verso il bene, in quanto tende a diminuire la tensione. Secondo: […] diminuirebbe il timore di un attacco improvviso alla Pearl Harbour, che attualmente mantiene ambedue i blocchi in uno stato di angoscia nervosa […]. Abbiamo di fronte a noi, se lo scegliamo, un progresso continuo in felicità, conoscenza e saggezza. Sceglieremo invece la morte, perché non possiamo dimenticare i nostri litigi? Ci appelliamo da esseri umani agli esseri umani: ricordate
la vostra umanità e dimenticate il resto […].
Invitiamo questo Congresso, e attraverso di esso gli scienziati di tutto il mondo e il grande pubblico, a sottoscrivere la seguente deliberazione: "In previsione del fatto che in qualsiasi futura guerra mondiale verranno sicuramente impiegate le armi nucleari, […] esortiamo i governi del mondo a rendersi conto, e a riconoscere pubblicamente, che i loro
scopi non possono essere favoriti da una guerra mondiale, e, di conseguenza, li esortiamo a trovare mezzi pacifici per la sistemazione di tutti gli argomenti di contesa tra loro".”

Max Born, Percy W. Bridgman, Albert Einstein,
Leon Infeld, J.F. Joliot-Curie, H.J. Muller, Linus Pauling, Cecil F. Powell,
J. Rotblat, Bertrand Russell, Hideki Yukawa.

19 giugno 2007

LABORATORIO'48 UN ANNO DI ATTIVITA'

Ecco qui un breve resoconto su tutte le nostre iniziative e attività svolte lungo questo primo anno di vita di LABORATORIO'48.
Grazie al vostro numeroso contributo che ci ha permesso di continuare sempre con passione la nostra attività, siamo riusciti a donare 300 euro di beneficenza in favore di ragazzi e bambini etiopi.
Per rendere l'idea, 300 euro sono un terzo dello stipendio annuale di un Professore lì in Etiopia.
Grazie ancora.

Per chi volesse partecipare al blog con qualche suo contributo può mandare i suoi articoli, video, foto all'indirizzo laboratorio48@gmail.com


06 giugno 2007

RIDATECI PARTITI PER VOLARE

Analizzando le ultime settimane della vita politica Italiana ci si può rendere conto che c’è qualcosa che non funziona più. Naturalmente questo non avviene da due settimane ma da molto tempo.
Se il capo dell’opposizione invita gli Italiani allo sciopero fiscale, se un senatore della repubblica (De Gregorio) viene iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Napoli per associazione mafiosa, se il “poco chiaro” caso Visco fa scricchiolare la maggioranza di governo già tracotante… tutti questi sono segnali. Segnali che l’Italia sta male. Per parlare con linguaggio ospedaliero il suo virus è la propria classe politica , viziata, arrogante e certamente poco pulita.
Riporto di seguito un bell’articolo del grande Giulietto Chiesa pubblicato su Megachip.info.


RIDATECI PARTITI PER VOLARE


Che esista una crisi della politica non c'è dubbio. L'hanno capito tutti, da D'Alema a Montezemolo. Il problema è che molti di coloro che la denunciano adesso ne sono i principali responsabili. Inclusi i due illustri sopra menzionati. I quali si guardano bene dall'andare a fondo nella ricerca delle cause. Che invece sono spaventosamente chiare. Esse consistono nel fatto che l'attuale classe politica, tutta intera, si è trasformata in una “classe”, nel senso classico del termine: gruppo di individui che difendono i propri interessi e si organizzano di conseguenza.

Sfortunatamente questi impiegati dei cittadini (rubo il termine, del resto esatto, a Beppe Grillo) si sono organizzati per difendere interessi che non coincidono con quelli dei cittadini. Cioè li eleggiamo noi, ma poi loro lavorano per se stessi. E sono intercambiabili, nel senso che lottano tra di loro, destra contro sinistra e viceversa, ma solo fino a che la gente, i cittadini, sono lasciati fuori e non disturbano, salvo poi coalizzarsi tra di loro contro i cittadini non appena il loro status è minacciato.
Volete le prove? Ne scelgo due tra le tante: l'indulto, con cui si sono reciprocamente salvati. E il decreto Mastella contro le registrazioni, che mette la classe politica e imprenditoriale al riparo da occhi indiscreti, come quelli dei magistrati, e dei giornalisti che volessero indagare.
Ma potrei aggiungere la privatizzazione della televisione di stato da parte dei partiti, che la usano per i loro teatrini e cerimonie, allestite dai Bruno Vespa di turno, contro la gente comune, costretta, inconsapevole, a sopportare.
Dico subito che non sono contro i partiti. I partiti sono necessari, proprio in quanto difendono gl'interessi dei diversi settori della società. La Costituzione, giustamente, li prevede. Ma ridateci i partiti veri. Questi di adesso sono dei simulacri vuoti pieni di gente che fa gli affari suoi.
E i loro leader non hanno più idee.
Allora poniamoci una domanda: chi può risolvere questa crisi? Chi può cercare di colmare la voragine che separa governanti (si fa per dire) dai governati?
Io penso che solo i governati possano e debbano farlo. Ma ci vuole un'opposizione vera, che sia capace di combattere contro la classe politica che abbiamo ereditato dal craxismo e dalle sue ubbie sulla “governabilità. Non abbiamo bisogno di esecutivi più forti, abbiamo bisogno di più democrazia. E dobbiamo sapere che nessuno ce la regalerà. Loro no di certo. Questo bipartitismo imperfetto è molto simile a quello che Gore Vidal descrive per l'America: un'aquila con due ali, entrambe destre. Così non si vola.