30 maggio 2007

MASTELLINO

L’Italia riparte. Almeno cosi recitavano gli slogan cantati dal centrosinistra apprendendo i risultati delle politiche 2006, che vedevano la coalizione guidata da Romano Prodi tornare al governo dopo i 5 anni “grigi” e tormentati della legislatura Berlusconi, che della dicitura “ad personam” aveva fatto il suo cavallo di battaglia.

Un anno dopo esatto si fanno i primi conti. Tasse , promesse mantenute e non, scandali finanziari a parte , vogliamo concentrarci su un punto che non ci è ancora chiaro: affidare il Ministero della Giustizia a Clemente Mastella. Un ossimoro diranno i più diffidenti. Ma quest’ossimoro è davvero il frutto di sole malignità o c’è qualcosa dietro?

Innanzitutto occorre ripercorrere la carriera politica del “Nostro” per riuscire a comprendere la scalata al potere dell’ex giornalista RAI Mastella.

Nato a Ceppaloni, faceva il promoter elettorale dell’allora potentissimo De Mita e venne da lui piazzato appunto nella sede RAI di Napoli, come lui spudoratamente dichiarò in un’ intervista: “ a farmi entrare in RAI fu De Mita. Tre giorni di sciopero contro la mia assunzione. Ai colleghi replicai soltanto: e voi invece siete entrati per concorso!”
Diventato professionista il 19 maggio 1975, un anno e 32 giorni dopo entrava alla Camera. Cosa che gli permise di figurare nell’albo dell’Inpgi (istituto previdenza giornalisti) e quindi di percepire un vitalizio (pensione) da cronista. Mica male per una persona che ha svolto la professione per 397 giorni.

Diventato segretario di un partito da lui stesso fondato, l’ UDEUR, ha fatto per diverso tempo la spola tra coalizioni di centrodestra e di centrosinistra, comportamento che caratterizza molti esponenti politici ex-DC, fino ad ottenere la carica di “Guardasigilli” sotto il governo Prodi nel 2006.

Se i primi passi nella politica sono stati segnati da clientelismi e conoscenze influenti, il presente è caratterizzato da amicizie tanto discutibili quanto anomale per un Ministro della Giustizia.

All'inizio del febbraio 2007 viene raggiunto da un avviso di garanzia da parte della Procura della Repubblica di Napoli. L’ipotesi formulata dagli inquirenti è quella di concorso in bancarotta fraudolenta per il fallimento del Napoli Calcio, dichiarato nel 2004 con sentenza del Tribunale di Napoli.
L'iscrizione nel registro degli indagati rappresenta un fatto dovuto, dal momento che, all'epoca della commissione dei presunti illeciti (2002), Mastella era membro a tutti gli effetti del consiglio di amministrazione della Società di cui era, tra l'altro, vicepresidente.
In seguito, viene intervistato a proposito del matrimonio di Francesco Campanella (ex-segretario nazionale dei giovani dell'UDEUR), tra gli organizzatori del viaggio marsigliese del boss Bernardo Provenzano, di cui fu testimone di nozze con Salvatore Cuffaro ai tempi in cui Campanella non era ancora un pentito, Mastella si è detto egualmente estraneo alle vicende che hanno visto lo stesso Campanella come tramite tra la mafia e la politica.
Sarebbe bastato andare a vedere qualche documento giudiziario per conoscere le losche compagnie del giovane Mastelliano dico io, ma il “Nostro” non ha molta dimestichezza con queste cose. D’altronde che conoscenze può avere un Ministro della Giustizia su indagini e sentenze della magistratura?!

"Era un bravo ragazzo, non potevo sospettare che frequentasse certi ambienti. Mi parlava sempre di antimafia. Se avessi saputo quello che è poi venuto fuori lo avrei preso a calci nel sedere" .
Il ministro ha anche riferito di avere ricevuto, nel 2005, una lettera di scuse da Campanella. L'ex responsabile nazionale dei giovani dell'Udeur si scusava con Mastella per avergli taciuto dei suoi rapporti con esponenti di Cosa nostra e si diceva pentito per le conseguenze negative che la sua condotta avrebbe potuto provocare al Guardasigilli. A consegnare la missiva del collaboratore di giustizia a Mastella fu il professore Alessandro Musco, ex consulente del presidente della Regione, Rino Nicolosi. Musco a dicembre è stato condannato a 4 anni di carcere per riciclaggio.
Della serie: assumiamo solo da brava gente!!
Ai legali che gli chiedevano, infine, di una cena con Cuffaro e l' ex ministro dc Calogero Mannino (arrestato nel 1995 con l'accusa di concorso in associazione mafiosa, Mannino avrebbe stretto un patto con la Mafia per avere voti in cambio di favori. Rimesso in libertà nel 1997 per scadenza dei termini di custodia cautelare dopo nove mesi di carcere e tredici di arresti domiciliari) che, secondo Campanella, si sarebbe svolta nell'abitazione del Guardasigilli, e in cui si sarebbe parlato delle vicende giudiziarie del governatore siciliano, Mastella ha risposto con un "non ricordo".

Memoria corta a parte, ora si capiscono certi recenti provvedimenti- bavaglio, come quello avanzato dallo stesso Mastella che sta per passare al Senato che prevede multe fino a 10.000 € e pene detentive per chiunque pubblichi intercettazioni (telefoniche o ambientali), le richieste e le ordinanze emesse in materia di misure cautelari, atti di indagine contenuti nel fascicolo del pubblico ministero o delle investigazioni difensive. In parole povere, della giustizia non si può più parlare. Col risultato che tutti gli affari sporchi in cui sono immischiati i poteri forti, ed appartenenti alle istituzioni restino avvolti da un alone di segretezza e mistero.

Come non ricordare poi l’indulto salva- furbetti che aveva come unico scopo quello di risolvere il problema delle carceri troppo affollate, e che invece vide inserire nella lista dei reati che godevano del provvedimento pure quei reati finanziari e fiscali come l’agiotaggio, il finanziamento illecito o il falso in bilancio per i quali non risulta esserci neppure un detenuto.
Tra gli applausi dei vari Gnutti, Fiorani, Moggi, Tanzi, Fazio, Geronzi, Previti, Ricucci si è assistito in compenso alla prima vera decisione bi-partisan. Evviva la democrazia.
Come se non bastasse, ci tocca pure sentire alla fine la dedica del decreto alla memoria di Papa Giovanni Paolo XXIII, che penso abbia tutti i diritti per dimenarsi nella tomba!!

Questo passerà come l’ennesimo appello alle istituzioni per ridare alla politica un minimo di moralità, tuttavia mi sembra doveroso ricordare che un ministro della Repubblica, tanto più se della Giustizia, non può permettersi di presentare al posto di un curriculum politico qualcosa che ricorda più una fedina penale nemmeno tanto immacolata.
Viene da domandarsi a cosa sia servita “ Mani Pulite”?

P.S. FERMIAMO LA LEGGE BAVAGLIO ALL’INFORMAZIONE, FIRMA LA PETIZIONE SU: http://www.petitiononline.com/bavaglio/

24 maggio 2007

MENSA PARLAMENTARE O POPOLARE?




In tempi in cui partiti si scompongono per ricomporsi con nome diverso qualche mese dopo, si amalgamano a correnti politiche con cui non hanno nulla a che vedere,o vengono frazionati in decine e decine di “partitini” di cui molta gente non immagina neppure l’esistenza, abbiamo sentito l’esigenza di organizzare l’ incontro con Piero Ruzzante della scorsa settimana.

Quest’occasione, data la grandezza e la storia dei due partiti politici protagonisti del futuro Partito Democratico, ne richiedeva appunto una serata di approfondimento che per dover di cronaca ha suscitato particolare interesse da parte dei partecipanti.

Non sono mancate chiaramente le frecciatine polemiche di cui Laboratorio ’48 va particolarmente orgogliosa.

Alla domanda – voi politici godete della mensa di Montecitorio gratuita? (oltre ad un’immensità di altri privilegi) – l’ex onorevole ha risposto che la mensa non è gratuita ma si paga eccome…
Quell’eccome mi ha incuriosito!! Ammettendo le mie colpe per aver insinuato tanto, ho continuato buono buono ad ascoltare il dibattito prefissandomi di andare a studiare l’argomento per l’indomani.
Cosa che ho fatto!!

A pensarci bene era preferibile scoprire che la mensa “parlamentare” fosse gratuita pur di non trovarsi di fronte a prezzi che avevanol’aria di una presa per il cu… . Soprattutto per chi, come l’autore dell’articolo, percepisce uno stipendio mensile di 1000 euro.

Per farvi capire di cosa stiamo parlando vi propongo un bizzarro quanto deprimente confronto, precisamente tra la mensa in questione, quella di Montecitorio,e quella dei netturbini di Marghera, che , com’è noto non vivono certo tra lussi e sfarzi.

Un primo alla mensa dei netturbini costa 3 euro, al Senato una “ lasagnetta al ragù bianco con scamorza affumicata” 1 euro e 59 cent; un secondo di carne a Marghera viene a costare 4,50 euro, al Senato la “cernia fritta dorata” 3,53 euro.
Passiamo ai contorni … 2€ alla mensa dei netturbini, contro 1,42€ delle “onorevoli” cipolline glassate o dei broccoli calabresi all’agro.

Ma montecitorio si sa, è da considerarsi tempio di democrazia dunque lo stesso trattamento va esteso anche a portaborse e all’intera corte del parlamentere: 1,59 € una zuppa di verdura, 84 cent i ravioli al ragù, 1, 70 € una braciola, 5,20 € un dentice al vapore; 1,42€ le verdure al vapore… mica male per un dipendente che guadagna in media 115,419 euro l’anno.

A tutti questi costi chiaramente vanno a sommarsi quelli del numeroso personale che lavora al “Montecitorio’s Restaurant” (80 in organico) che non viene certamente sfruttato e malpagato.
In un anno, solo di stipendi infatti vengono spesi circa 5 milioni di euro. Per capirci quanto costerebbe pagare , sul mercato 200 cuochi , camerieri e lavapiatti.

Siete abbastanza indignati?
Se volete farvi davvero del male e leggervi come vengono spesi i nostri soldi dalla classe dirigente vi suggerisco la lettura di “ LA CASTA” di Gian Antonio Stella.

14 maggio 2007

INCONTRO CON PIERO RUZZANTE



VENERDI 18 MAGGIO
ORE 21.15

PRESSO IL CENTRO SOCIALE “ARMISTIZIO” DI MANDRIA
SI TERRA’ UN INCONTRO CON L’ON. PIERO RUZZANTE. CHE HA ACCETTATO IL NOSTRO INVITO A CONFRONTARSI SUL TEMA DEL PARTITO DEMOCRATICO.
RITENIAMO L’OCCASIONE UNA BUONA OPPORTUNITA’ PER POTER FAR LUCE SU QUESTA NUOVA REALTA’ POLITICA, E PER POTER MANIFESTARE LEGITTIME PERPLESSITA’.


PER INFO: laboratorio48@gmail.com

LA CLASSE PRIVILEGIATA

Per certi versi i parlamentari italiani sono i più produttivi d'Europa. Dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi, essi hanno generato – e sepolto – 60 governi. Un po’ di tempo fa, hanno quasi fatto altrettanto con il governo di Romano Prodi, il quale è sfuggito a stento alla sepoltura politica. Tuttavia persino questo primato non sembra giustificare i loro alti stipendi: essi guadagnano di più dei loro colleghi europei e hanno esteso tale generosità praticamente a chiunque sia stato eletto qui.
I parlamentari italiani guadagnano circa 16.000 euro, equivalenti a 21.000 dollari, al mese, cifra che comprende una somma giornaliera e stanziamenti per i membri del loro staff, anche se non ne hanno. In Francia i membri dell'Assemblea Nazionale percepiscono un po' meno di 7.000 euro al mese, compresa un'indennità per l'alloggio. In Svezia i membri del Riksdag devono accontentarsi di 5.000 euro.
(Il contrasto è ancora più stridente al Parlamento Europeo di Bruxelles, dove l'indennità mensile dei politici italiani è la più alta: ben 11.109 euro, mentre i tedeschi percepiscono 7.009 euro e gli spagnoli 2.914 euro. I rappresentanti della Lituania sono quelli che guadagnano meno di tutti: i loro 4.085 lita equivalgono ad appena 1.183 euro, in base alle statistiche fornite dall'ufficio del Parlamento che si occupa delle relazioni con i media.)
“Non si tratta solo del fatto che i parlamentari italiani percepiscono ingenti somme di denaro, vi è anche stata una moltiplicazione del numero dei funzionari nominati”, ha affermato Cesare Salvi, senatore dei Democratici di Sinistra, riferendosi ai numerosi rappresentanti del governo.
Quasi 150.000 persone in Italia sono pagate per lavorare nell'interesse del bene pubblico. Ci sono 78 rappresentanti del Parlamento Europeo, 945 membri del Parlamento (315 senatori e 630 membri della Camera dei Deputati), e rappresentanti delle amministrazioni regionali, provinciali, locali e municipali.
Ma il numero cresce fino a quasi 430.000 quando si considerano anche i consulenti a pagamento e gli incaricati politici, ha sottolineato Salvi nel 2005 in “Il costo della democrazia,” che ha scritto con Massimo Villone, un altro senatore di sinistra. Secondo i suoi calcoli i funzionari eletti e i finanziamenti ai partiti politici verrebbero a costare almeno un miliardo e ottantacinque milioni di euro all'anno.
Salvi e Villone hanno preparato vari disegni di legge per porre un freno alla macchina politica italiana. “Devo dire di essere alquanto pessimista”, ha affermato Salvi. Egli ha fatto notare che una misura da lui proposta per ridurre gli stipendi, in occasione del dibattito sul bilancio avvenuto a dicembre, è stata respinta.
Paragonate alle retribuzioni del settore privato, le buste paga dei rappresentanti elettivi possono essere definite cospicue. Ad esempio secondo Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione Europea, nel 2003 lo stipendio lordo annuale medio in Italia ammontava a meno di 22.000 euro.
“Sono strapagati e non c'è molto che giustifichi quello che guadagnano”, dice dei parlamentari del suo paese Daniela Corbisiero, che gestisce un bar a Roma.
“Alla fine noi paghiamo per tutto”, attacca, alludendo alle guardie del corpo e alle berline con autista. “I politici dovrebbero curare gli interessi del proprio paese, ma mi sembra che invece badino più ai propri interessi personali”.
Secondo Gustavo Piga, professore di economia presso l'Università Tor Vergata, il vero motivo di preoccupazione è il messaggio che i giovani ricevono dai loro parlamentari riguardo l'intoccabile settore pubblico. “È come se stessero dicendo: entrate in politica, è il lavoro pagato meglio per il minimo sforzo”, afferma.
Facendo riferimento al malessere pubblico nel discorso che ha preceduto il voto di fiducia al Senato del 28 febbraio, che ha ottenuto, Prodi ha riconosciuto che ridurre i costi del governo era fondamentale per costruire il consenso degli elettori. “Questo è uno dei punti fondamentali della nostra credibilità,” ha asserito. “Non possiamo chiedere ai cittadini sacrifici né la diminuzione della spesa pubblica, se non cominciamo a prendere decisioni che ci riguardano.”
Il suo governo, ha detto, ha già ridotto del 30 per cento l'indennità dei ministri, inclusa la sua. Ma, ha aggiunto, “non abbiamo ancora fatto abbastanza”.
Tuttavia alcuni esperti sostengono che tagliare gli stipendi del governo è una goccia in un oceano di problemi più seri. “Per me è inutile e demagogico”, afferma Pigas, professore di economia. Ammette che il messaggio etico che un tale taglio trasmette è positivo, “ma iniziare dalle cose di minore importanza non risolverà i problemi dell'Italia”.da International Herald Tribune

09 maggio 2007

GUAI A CHI PARLA!

“se battute concordate con gli autori sono state ritenute fuori luogo, allora lo è anche l’articolo 21 della costituzione”
Andrea Rivera





BASTA! Basta! Basta!
Non passa giorno che l’ Osservatore Romano non attacchi un qualunque personaggio televisivo, per il semplice fatto di dissentire dalla parola “sacra” di Ruini, Bagnasco e co. (Ratzinger non lo cito nemmeno, si sa che non comanda lui in Vaticano).
Questa volta a dargli terreno fertile per il lancio di nuove minacce ci pensa il Concerto del 1°Maggio di Roma, con le parole di Andrea Rivera, che non sono andate proprio giù allo stato maggiore Vaticano.
Il giornale della Santa Sede questa volta ci va giù pesante, definendo “terrorista chi lancia attacchi alla chiesa”. Son lontani i tempi in cui venivi bollato semplicemente, ma sempre in tono discriminativo, con un semplice ateo o anticlericale.
Ora , improvvisamente , siamo diventati terroristi..

La situazione è abbastanza pesante e grave.
Passi per le continue ingerenze sulla vita politica Italiana, passi per le posizioni ultra-conservatrici su Eutanasia, Aborto, coppie omosessuali, ma qua si va ben oltre. Qui è messa in discussione la libertà di espressione e di pensiero, per di più ad opera di uno stato che non è l’Italia.
Se dissenti sei un terrorista. Se critichi sei anticlericale. In qualsiasi caso sei pericoloso e devi essere messo a tacere.

Naturalmente i “ sempre professionali” giornali Italiani , o meglio i professionisti della disinformazione, hanno riportato solo le sfuriate Vaticane , seguito da qualche commento del politico fazioso di turno, dimenticando di citare le parole del povero Andrea Rivera – “il Papa dice di non credere nell’Evoluzionismo, e c’ha ragione: la Chiesa in 2000 anni non si è evoluta. Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby, non è stato così per Pinochet, Franco e per uno della banda della Magliana” – che , con un monologo dove non si risparmia nessuno, riesce a scaldare, far sorridere ed applaudire 700.000 persone.
Cos’avrà mai detto? Soltanto cose vere… appunto!! E poi c’è quel nome che pesa ancora come un macigno sulle coscienze dei cardinali Romani: Piergiorgio Welby.

Una chiesa che ha paura delle critiche e che bolla come “terrorista” un presentatore televisivo che ironizza sull’ipocrisia e le contraddizioni della stessa, non assomiglia più ad una chiesa ma ad un regime stile Sudamerica. Cosa dobbiamo aspettarci ancora? Il ritorno all’Inquisizione, scomuniche a destra e a manca.. cos’altro ancora?

04 maggio 2007

AIUTIAMO L'ITALIA

Ci permettiamo di prendere a prestito una lettera che Marco Travaglio ha inviato al blog di Beppe Grillo e di pubblicarla sul nostro blog, il motivo è più che nobile.
Travaglio,lancia l’allarme a riguardo dell’approvazione dell’ennesima legge salva - furbetti proposta dal solito Mastella, o chi per lui.
Che la legge passi o meno, il nostro Clemente tende sempre a ricordare agli Italiani che non è altro che l’anello di continuità tra questo Governo ed il precedente, quello dei malaffari, della stampa imbavagliata , indultini , conflitti d’ineteresse e chi più ne ha più ne metta.


“ Caro Beppe, cari amici del blog,vi rubo qualche minuto di attenzione per una faccenda piuttosto preoccupante che riguarda il mio lavoro di giornalista, ma anche il vostro di cittadini. Dieci giorni fa maggioranza e opposizione unite hanno deciso di mettere il bavaglio alla stampa su tutti gli atti d’indagine: verbali d’interrogatorio, intercettazioni, avvisi di garanzia, mandati di cattura, decreti di perquisizione e di sequestro, insomma tutto ciò che fino a oggi ci ha fatto capire le malefatte del potere politico, imprenditoriale, finanziario, sportivo eccetera. La legge l’hanno intestata al solito Mastella, come Berlusconi intestava le sue prime aziende alle casalinghe e ai cugini di Buscetta, e i suoi giornali al fratello e alla moglie. Ma l’ha voluta e votata tutta la Casta degli Intoccabili: alla Camera ha raccolto 447 voti favorevoli, nessuno contrario, e sette astensioni (Giulietti, De Zulueta, Caldarola, Carra, Poletti, Zaccaria e un altro che non ricordo).Ancora sotto choc per le telefonate che fotografavano i maneggi di Fazio e dei vertici di Forza Italia, della Lega e dei Ds con i furbetti del quartierino, e che produssero le dimissioni dello sgovernatore e il fallimento delle scalate bancarie. Ancora atterriti dalle intercettazioni che costrinsero alla fuga i vari Moggi, Giraudo, Carraro, De Santis. Ancora sgomenti per le carte che hanno smascherato gli scandali del Sismi deviato e dello spionaggio Telecom.Ecco, con questi sentimenti nel cuore e soprattutto nella poltrona, i nostri dipendenti hanno pensato bene di imbavagliare la stampa segretando tutto. Se la legge Mastella fosse stata in vigore qualche anno fa, non sapremmo ancora nulla di Bancopoli, Calciopoli, Vallettopoli, Ricattopoli, Tronchettopoli, Spiopoli (e scusate per queste orrende parole, ma ci siamo capiti). I protagonisti di tutti questi scandali sarebbero ancora ai loro posti, perché i processi non sono ancora iniziati. Infatti la legge impone il top secret a tutti gli atti fino all’inizio del processo (quelli del fascicolo del pubblico ministero, addirittura fino alla sentenza d’appello). Così, se anche il Senato approverà questa porcata, l’opinione pubblica non saprà più nulla degli scandali per anni e anni, visti i tempi biblici della nostra giustizia. E non potremo nemmeno esercitare il controllo sull’attività della magistratura, che pure amministra la giustizia “in nome del popolo italiano”.Non facciamoci fregare dalle parole: questa non è una legge “in difesa della privacy” (che esiste da una quindicina d’anni), nè contro “la gogna delle intercettazioni”: qui non sono in ballo solo le intercettazioni, che pure sono importanti, ma – lo ripeto – tutti gli atti di indagine.Qualcuno dirà: ma anche oggi sono segreti. Non è vero. E’ dal 1989 che il segreto istruttorio non esiste più. E’ stato sostituito, nel nuovo codice di procedura penale, da un blando segreto investigativo che copre solo gli atti “non conoscibili dall’indagato”. Se l’indagato li conosce, non sono più segreti. E se ne può parlare. L’unico limite è quello – peraltro assurdo – che vieta di riportare il testo integrale di un interrogatorio o di un’intercettazione, ma consente di pubblicarne il contenuto, cioè un riassunto il più possibile fedele. Comunque, chi infrange quel divieto (e nei casi importanti è doveroso infrangerlo), rischia una multa ridicola: da 51 a 258 euro (e se uno “oblaziona”, pagando la metà, cioè 130 euro, non viene neppure processato).Ora invece la legge Mastella porta la pena a un minimo di 10 mila e a un massimo di 100 mila euro. Così l’oblazione passa da 120 euro a 50 mila. Cifre che nessun giornalista può permettersi di pagare e che nessun editore – salvo che sia Berlusconi alle prese con le telefonate di Fassino – sarà disposto a sborsare. Al contempo, la legge allarga a dismisura la categoria degli atti non più pubblicabili. E’ vietata la pubblicazione, “anche parziale o per riassunto, degli atti di indagine contenuti nel fascicolo del pubblico ministero o delle investigazioni difensive, anche se non più coperti da segreto, fino alla fine delle indagini o dell’udienza preliminare”.La notizia non é segreta, ma è vietato pubblicarla: i giornalisti la conoscono, ma non possono più raccontarla. Se qualcuno vuol proprio sapere qualcosa, magari viene in redazione e gli facciamo leggere le carte, di straforo. Ancora: è vietata la pubblicazione, anche nel contenuto, di intercettazioni e tabulati telefonici “anche se non più coperti da segreto”. Stesso discorso: non sono segreti, il giornalista li conosce, gli avvocati pure, i politici di solito anche, ma la gente non li deve sapere. Così, intanto, brulicano i ricatti. Se poi vengo in possesso di un dossier o di un’intercettazione illegalmente raccolti (per esempio, dal Sismi o dalla banda Tavaroli), e magari questi contengono notizie gravissime (per esempio, che si sta preparando un colpo di Stato), e li pubblico, rischio da 6 mesi a 4 anni di galera. Quindi non li pubblico, oppure finisco dentro.Che fare? Intanto è importante sapere cosa stanno preparando e avvertire gli amici. E poi bisogna tenersi pronti per qualche iniziativa concreta: che so, una raccolta di firma, un referendum abrogativo. Io, per parte mia, se la porcata dovesse passare, farò obiezione di coscienza e pubblicherò ugualmente notizie vietate, per farmi processare e chiedere al giudice di sollevare un’eccezione dinanzi alla Corte costituzionale per far dichiarare illegittima la norma.E ripeto: non è una legge contro i giornalisti, che le notizie continueranno a conoscerle (e in molti casi sono ben felici di farsi imbavagliare, così danno la colpa a Mastella e non passano per servi). E’ una legge contro i cittadini. Parafrasando Altan, potremmo tradurla così: al cittadino non far sapere come gl’infilano l’ombrello nel sedere." Marco Travaglio

03 maggio 2007

GRAZIE A TUTTI

Ringraziamo coloro che hanno partecipato alla serata del 25 aprile da noi organizzata e cogliamo l’occasione per comunicare ufficialmente il ricavato della cassetta delle offerte per l’Etiopia.
Sono stati raccolti 62,20 € che verranno sommati a quelli sin qui donatici nelle serate di cineforum e consegnati l’8 giugno 2007 al rappresentante dell’associazione Nuova Famiglia Adis Beteseb, durante la serata di fine attività.

Grazie ancora per la generosità.

01 maggio 2007

“LA CASA SI COSTRUISCE DALLE FONDAMENTA, POI CI SI ABITA”.

Lettera ai Democratici di (ormai ex) Sinistra




Sono terminati la scorsa settimana i Congressi, probabilmente gli ultimi, di DS e Margherita.
La conclusione dopo giorni di dibattiti è stata comune per entrambi i partiti : avanti a vele spiegate verso il Partito Democratico.
Non voglio in questo post discutere se fosse opportuno o meno proseguire lungo la “strada democratica”, il dibattito sarebbe forse troppo lungo e poco interessante viste le numerose considerazioni prettamente politiche doverose in un’analisi come questa.

Sono rimasto però particolarmente deluso dalla sordità con cui i DS hanno ascoltato i discorsi di Rutelli e soci, dalla nullità di pilastri su cui questo Partito Democratico si poggerà, dal non capire, o meglio, far finta di non capire, le enormi divergenze che dividono i due partiti.

E’ vero che probabilmente l’Italia non è un paese di sinistra, e che per governare questo paese la collaborazione degli ex democristiani è a questo punto necessaria, è vero che mille bandiere di partito rendono la governabilità del paese sempre più difficile ed un maxi partito di governo sarebbe un’ ancora di sicura stabilità, è vero che i partiti si cambiano standoci dentro e poco importa se a farci parte ci saranno persone con storie politiche diverse, anzi, meglio così.

E’ vero anche che prima di fare una svolta che cambierà la storia del nostro paese qualche punto fisso bisogna pur metterlo.
Perché il partito democratico la storia la cambierà, su questo penso che nessuno possa dire il contrario.
E allora abbiamo ascoltato con attenzione i due congressi nella speranza che qualche chiarimento convincesse anche i più scettici a credere nel progetto. Risultati? Vediamo un po’…

Sulla collocazione del Parito Democratico in Europa:
Fassino nel suo discorso iniziale a Firenze afferma “Il PD entrerà nel Partito Socialista Europeo”. Il giorno dopo Rutelli da Fiuggi ribadisce “Il PD non entrerà mai nel Partito socialista Europeo, semmai si alleerà, ma non vi entrerà mai a farne parte”. Insomma, il PD sarà un partito con principi socialisti o no?
Aspettiamo la replica di Fassino che arriva puntualmente l’indomani… “ E’ riduttivo parlare oggi della collocazione europea del PD”
Ma stiamo scherzando? Dopo mesi che si assicurano gli elettori dei DS a votare la mozione Fassino perché il partito entrerà sicuramente nel PSE, adesso si fa marcia indietro?

Se il PD non entrerà nel PSE non c’è niente di male, è così in tutto il mondo… Lo dicano però, non facciano finta di sminuire l’importanza dell’argomento per non aprire divergenze probabilmente insanabili, con la Margherita da una parte e con chi fino a pochi giorni prima rassicuravano del contrario dall’altra.
E ci facciano il favore di smetterla di chiamarsi tra di loro “compagni”, perchè compagni non lo sono più, hanno deciso di non esserlo più. Io che ho vent’anni probabilmente non so nemmeno cosa significhi chiamarsi “compagno”, e non mi permetto di farlo; loro lo sapevano e hanno preso la loro direzione… la seguano senza fregiarsi di appellativi che non li appartengono più.


Sulla laicità del Partito Democratico e le posizioni nei confronti della Chiesa:

Il Manifesto del 2006 prevede le seguenti posizioni:
-La laicità è da intendere come presenza pluralista, valorizzata e attiva di diverse visioni morali e delle varie religioni;
- E’ da sottolineare l'importanza della difesa della Costituzione, conservando i rapporti da essa previsti tra Stato e Chiesa .
E allora ci si chiede: perché da una parte( DS) c’è chi abbandona il progetto perché chiede ma non ha alcuna rassicurazione e dall’altra (Margherita) c’è già una corrente cattolica guidata dalla senatrice Binetti? Stiamo parlando dell’ala teodem: gente cattolica( e non c’è niente di male, per carità) e filo ecclesiastica, che segue in tutto e per tutto le intromissioni che i cardinali (Ruini prima, Bagnasco poi), fanno nella politica del nostro paese. Gente, per dirne una, che manifesta contro i DiCo a Roma il prossimo Maggio.

Se il Partito Democratico sarà un partito cattolico o laico non c’è niente di male… Lo dicano però. I congressi servono a questo.Non provino a dribblare l’argomento per non aprire divergenze.

Tutti sono d’accordo, ma su cosa?
Tutti sono uniti, ma su cosa?
Sono già un solo partito, ma su che basi?
Sono le idee che danno la spinta per la creazione dei partiti, non i partiti che creano le idee!
E le idee in comune non possono essere “libertà e dignità” come rapportato nel Manifesto del Partito Democratico del 2006 e ribadito a Firenze e Fiuggi la scorsa settimana, perché libertà e dignità sono due parole che vogliono dire tutto e niente. Ce lo insegna ogni giorno Berlusconi , sono parole che appartengono alla Lega e ad Alleanza Nazionale. (P.s.Spero vivamente che non se ne accorgano Fassino e Rutelli, potrebbero “per il bene dell’Italia e la stabilità di governo” fondersi con Fini e Bossi… di questi tempi non si sa mai…)
Se invece due idee fondamentali come laicità e socialismo non sono comuni, la smettano di far finta di niente perché prima o poi le divergenze verranno fuori… Meglio prima che poi, perché “il PD è un punto di non ritorno”.(come Fassino e Rutelli hanno detto ai rispettivi congressi).
E non può essere l’anti berlusconismo l’unico punto fermo in comune. Perché Berlusconi tra qualche anno abbandonerà la scena politica (sempre che non sia immortale) e il PD dovrà andare avanti, anche senza di lui.
La mia speranza, paradossalmente, è che chi guida la nave verso questo Partito Democratico sappia benissimo la rotta da seguire e che stia prendendo in giro, con abili giochi di parole e trucchetti del mestiere, chi cerca spiegazioni legittime e cardini indispensabili.
Perché se davvero hanno le idee confuse come trapela dai loro discorsi e come sembra che gli Italiani abbiano capito (il PD è dato dai sondaggi più vicini a DS e Margherita al 23%), sappiano i vari Rutelli e Fassino che sarà loro la responsabilità del fallimento che consegnerà questo paese alle destre per i prossimi 20 anni.
E a rimetterci non saranno loro, ma i ventenni come me, che forse non sapranno mai cosa vuol dire essere “compagni”, ma non meritano per questo di vivere in un paese segnato dagli o/errori polici dei compagni (?) di oggi…