30 maggio 2007

MASTELLINO

L’Italia riparte. Almeno cosi recitavano gli slogan cantati dal centrosinistra apprendendo i risultati delle politiche 2006, che vedevano la coalizione guidata da Romano Prodi tornare al governo dopo i 5 anni “grigi” e tormentati della legislatura Berlusconi, che della dicitura “ad personam” aveva fatto il suo cavallo di battaglia.

Un anno dopo esatto si fanno i primi conti. Tasse , promesse mantenute e non, scandali finanziari a parte , vogliamo concentrarci su un punto che non ci è ancora chiaro: affidare il Ministero della Giustizia a Clemente Mastella. Un ossimoro diranno i più diffidenti. Ma quest’ossimoro è davvero il frutto di sole malignità o c’è qualcosa dietro?

Innanzitutto occorre ripercorrere la carriera politica del “Nostro” per riuscire a comprendere la scalata al potere dell’ex giornalista RAI Mastella.

Nato a Ceppaloni, faceva il promoter elettorale dell’allora potentissimo De Mita e venne da lui piazzato appunto nella sede RAI di Napoli, come lui spudoratamente dichiarò in un’ intervista: “ a farmi entrare in RAI fu De Mita. Tre giorni di sciopero contro la mia assunzione. Ai colleghi replicai soltanto: e voi invece siete entrati per concorso!”
Diventato professionista il 19 maggio 1975, un anno e 32 giorni dopo entrava alla Camera. Cosa che gli permise di figurare nell’albo dell’Inpgi (istituto previdenza giornalisti) e quindi di percepire un vitalizio (pensione) da cronista. Mica male per una persona che ha svolto la professione per 397 giorni.

Diventato segretario di un partito da lui stesso fondato, l’ UDEUR, ha fatto per diverso tempo la spola tra coalizioni di centrodestra e di centrosinistra, comportamento che caratterizza molti esponenti politici ex-DC, fino ad ottenere la carica di “Guardasigilli” sotto il governo Prodi nel 2006.

Se i primi passi nella politica sono stati segnati da clientelismi e conoscenze influenti, il presente è caratterizzato da amicizie tanto discutibili quanto anomale per un Ministro della Giustizia.

All'inizio del febbraio 2007 viene raggiunto da un avviso di garanzia da parte della Procura della Repubblica di Napoli. L’ipotesi formulata dagli inquirenti è quella di concorso in bancarotta fraudolenta per il fallimento del Napoli Calcio, dichiarato nel 2004 con sentenza del Tribunale di Napoli.
L'iscrizione nel registro degli indagati rappresenta un fatto dovuto, dal momento che, all'epoca della commissione dei presunti illeciti (2002), Mastella era membro a tutti gli effetti del consiglio di amministrazione della Società di cui era, tra l'altro, vicepresidente.
In seguito, viene intervistato a proposito del matrimonio di Francesco Campanella (ex-segretario nazionale dei giovani dell'UDEUR), tra gli organizzatori del viaggio marsigliese del boss Bernardo Provenzano, di cui fu testimone di nozze con Salvatore Cuffaro ai tempi in cui Campanella non era ancora un pentito, Mastella si è detto egualmente estraneo alle vicende che hanno visto lo stesso Campanella come tramite tra la mafia e la politica.
Sarebbe bastato andare a vedere qualche documento giudiziario per conoscere le losche compagnie del giovane Mastelliano dico io, ma il “Nostro” non ha molta dimestichezza con queste cose. D’altronde che conoscenze può avere un Ministro della Giustizia su indagini e sentenze della magistratura?!

"Era un bravo ragazzo, non potevo sospettare che frequentasse certi ambienti. Mi parlava sempre di antimafia. Se avessi saputo quello che è poi venuto fuori lo avrei preso a calci nel sedere" .
Il ministro ha anche riferito di avere ricevuto, nel 2005, una lettera di scuse da Campanella. L'ex responsabile nazionale dei giovani dell'Udeur si scusava con Mastella per avergli taciuto dei suoi rapporti con esponenti di Cosa nostra e si diceva pentito per le conseguenze negative che la sua condotta avrebbe potuto provocare al Guardasigilli. A consegnare la missiva del collaboratore di giustizia a Mastella fu il professore Alessandro Musco, ex consulente del presidente della Regione, Rino Nicolosi. Musco a dicembre è stato condannato a 4 anni di carcere per riciclaggio.
Della serie: assumiamo solo da brava gente!!
Ai legali che gli chiedevano, infine, di una cena con Cuffaro e l' ex ministro dc Calogero Mannino (arrestato nel 1995 con l'accusa di concorso in associazione mafiosa, Mannino avrebbe stretto un patto con la Mafia per avere voti in cambio di favori. Rimesso in libertà nel 1997 per scadenza dei termini di custodia cautelare dopo nove mesi di carcere e tredici di arresti domiciliari) che, secondo Campanella, si sarebbe svolta nell'abitazione del Guardasigilli, e in cui si sarebbe parlato delle vicende giudiziarie del governatore siciliano, Mastella ha risposto con un "non ricordo".

Memoria corta a parte, ora si capiscono certi recenti provvedimenti- bavaglio, come quello avanzato dallo stesso Mastella che sta per passare al Senato che prevede multe fino a 10.000 € e pene detentive per chiunque pubblichi intercettazioni (telefoniche o ambientali), le richieste e le ordinanze emesse in materia di misure cautelari, atti di indagine contenuti nel fascicolo del pubblico ministero o delle investigazioni difensive. In parole povere, della giustizia non si può più parlare. Col risultato che tutti gli affari sporchi in cui sono immischiati i poteri forti, ed appartenenti alle istituzioni restino avvolti da un alone di segretezza e mistero.

Come non ricordare poi l’indulto salva- furbetti che aveva come unico scopo quello di risolvere il problema delle carceri troppo affollate, e che invece vide inserire nella lista dei reati che godevano del provvedimento pure quei reati finanziari e fiscali come l’agiotaggio, il finanziamento illecito o il falso in bilancio per i quali non risulta esserci neppure un detenuto.
Tra gli applausi dei vari Gnutti, Fiorani, Moggi, Tanzi, Fazio, Geronzi, Previti, Ricucci si è assistito in compenso alla prima vera decisione bi-partisan. Evviva la democrazia.
Come se non bastasse, ci tocca pure sentire alla fine la dedica del decreto alla memoria di Papa Giovanni Paolo XXIII, che penso abbia tutti i diritti per dimenarsi nella tomba!!

Questo passerà come l’ennesimo appello alle istituzioni per ridare alla politica un minimo di moralità, tuttavia mi sembra doveroso ricordare che un ministro della Repubblica, tanto più se della Giustizia, non può permettersi di presentare al posto di un curriculum politico qualcosa che ricorda più una fedina penale nemmeno tanto immacolata.
Viene da domandarsi a cosa sia servita “ Mani Pulite”?

P.S. FERMIAMO LA LEGGE BAVAGLIO ALL’INFORMAZIONE, FIRMA LA PETIZIONE SU: http://www.petitiononline.com/bavaglio/

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