24 dicembre 2008

SULL'APPIANI....E SULLA CONSAPEVOLEZZA DI CHI SCRIVE

Cari lettori,

innanzitutto sono contento di vedere che il mio articolo sull'Appiani abbia smosso questo polverone, e ora mi appresto a replicare con piacere a determinate osservazioni rivoltemi.
Non potendo rivolgermi singolarmente (molti commenti sono anonimi), cercherò di chiarire la mia posizione sperando con questo di aprire una strada che possa portare ad una visione comune.
Inizio sottolineando che la mia NON E' UNA OPINIONE POLITICA, ma è una opinione da comune cittadino che paga le tasse e che quindi esprime parte di quei bisogni di cui si parla nei svariati commenti del precedente articolo.
Non vedo quindi l'utilità di dire "la sinistra è lontana dai bisogni della gente" perchè: 1 qui si sta parlando a titolo personale,
2 manca uno studio accurato dei bisogni della gente.
Sono abbastanza convinto infatti che la gente abbia più bisogno di agevolazioni presenti, costanti, soprattutto in un periodo econominco non particolarmente buono, dove anche il minimo intoppo o la minima inefficenza fa salire lo stress, la rabbia, l'accanimento che complessivamente si accumula.
Di conseguenza presuppongo che sia più utile una rivalutazione della zona che uno stadio pressochè vuoto, faccio l'esempio di un ampliamento del parcheggio piuttosto che di quealcosaltro per dire come sia più utile la presenza di persone che sfruttano un luogo che un luogo di importanza storico sportiva ma pressochè inutilizzato.
Tra le altre osservazioni rivoltemi c'è proprio quella di "non averci tifato dentro" di "venire allo stadio" e ho letto anche critiche, che in parte approvo, contro l'Euganeo.
Volevo correggere i lettori. L'Appiani è stato il primo stadio di calcio in cui sono entrato da piccolo, è uno dei ricordi che ho con mio nonno, e per questo per me ha un valore, ricordo uno storico Padova - Piacenza 0-0 in cui una decina di stoici tifosi piacentini si sono accollati l'onere di difendere i loro colori, contro la possente e scatenata presenza padovana!Bellissimo.
Credo che però questi ricordi vivano dentro le persone e non penso siano vincolati dalla presenza o meno dello stadio; se cosi fosse significherebbe che queste sensazioni sarebbero piuttosto deboli se l'abbattimento di una struttura le cancellasse dalla memoria e dal cuore dei tanti tifosi.
Per quanto riguarda l'Euganeo poi, mi ricordo molto bene che la gran parte della cittadinanza con il Padova in serie A richiedeva a gran voce uno stadio "all'altezza" screditando cosi il vecchio Appiani che qui tanto declamiamo.No se poe vere a botte piena e a mujere imbriaga.
Che poi l'Euganeo non sia proprio il fiore all'occhiello degli stadi italiani è cosa risaputa e mi trova d'accordo.
Inoltre ci sarebbe da fare un gran bel discorso sul valore sportivo, perchè è certamente vero che il calcio è lo sport nazionale, ma a Padova, Nereo Rocco a parte, non abbiamo quasi mai goduto di grandi trionfi calcistici, cosa che invece è successa per molti altri sport cosiddetti minori. Il Cus Padova sforna grandi atleti ogni anno nelle più svariate discipline,vanta impianti tra i migliori d'Italia, e d'Europa come il campo di hockey in via J. Corrado che è stato sede dei Campionati Europei di categoria già nel 1999, il petrarca rugby ci ha dato grandi gioie, e grandi campioni, 2 su tutti i fratelli bergamasco.
Quindi se mi si parla di valore sportivo bisogna valutarlo bene nel suo complesso, avere un occhio critico su ciò che ci circonda.
In ultima a chi mi dice "muoviti" "non guardare la tv" "nn leggere il mattino" dico che purtroppo non posso fare "non fare" tutte queste cose perchè non ne ho il tempo, quindi prima di avanzare stereotipi che non portano a conclusioni proficue è meglio ragionare sul problema.
saluti

20 novembre 2008

PRIMARIE GIOVANI DEMOCRATICI

PRIMARIE DEI GIOVANI DEMOCRATICI

21 NOVEMBRE 2008


TUTTI I SEGGI
PADOVA dalle 8 alle 23 Sala Caduti Nassiria p.zza Capitaniato
CITTADELLA dalle 8 alle 23 Sede PD via dell'Officina
CAMPOSAMPIERO dalle 8 alle 23 Piazza Castello
PIAZZOLA SUL BRENTA dalle 8 alle 23 Sede Pd via Rolando
VIGONZA dalle 8 alle 21 Sala polivalente Via Paradisi - Peragadalle 21 alle 23 via Cavour di fronte al MOVENBIK
CADONEGHE dalle 8 alle 12 Casa del lavoratore Via Gramsci 43dalle 12 alle 15 Piazza del Sindacatodalle 15 alle 18 Piazza Bonaventuradalle 18 alle 23 Casa del Lavoratore Via Gramsci 43 PONTE SAN NICOLO’ dalle 8 alle 23 Biblioteca Comunale Via Aldo Moro
MESTRINO dalle 8 alle 23 Casa delle Associazioni - stanza 12, vicino municipio
TEOLO dalle 8 alle 23 Sala Muccioli vicino al Municipio - Bresseo di Teolo
ABANO TERME dalle 8 alle 23 Sala Polivalente vicino CRC Via Donati 2
ALBIGNASEGO dalle 8 alle 23 Sala ex anagrafe Via Roma
PIOVE DI SACCO dalle 8 alle 23 Sala della Musica Via ortazzi 9
CONSELVE dalle 8 alle 23 Piazza XX settembre
MONSELICE Sede PDdalle 8 alle 11.45 piazza san marcodalle 11.45 alle 13.45 in p.zza mazzini x le scuoledalle 14 alle 23 in piazza san marco
ESTEdalle 8 alle 23 sala Polivalente - vicolo Mezzaluna
MONTAGNANA dalle 8 alle 23 presso l'osteria Due Draghi
STANGHELLAdalle 9 alle 23 Atrio del Museo Civico ex Municipio

PENSIAMO AGLI STAGNI NON AGLI OCEANI

Questa mattina navigando nel web, mi sono imbattuto in questo sito http://firmiamo.it/giulemanidallappiani

e incuriosito, mi sono documentato sulla questione.

In sostanza è stata avviata una raccolta firme per sostenere la non-demolizione dello stadio Appiani, impianto in cui trascorse gran parte della vita sportiva il Calcio Padova.

Per capirne di più sono andato nel sito del comune per trovare la delibera della Giunta che autorizzava questo procedimento ma ahimè per mancanza di tempo non l'ho trovata, ma ho torvato il progetto a cui quella delibera fa riferimento: un progetto di riqualificazione dell'area dietro l'ex foro boario. Per info: http://percorsi2.comune.padova.it/Percorsi%5CDelibereEsecutivePadova.nsf/DelibereGiuntaEsecutive?SearchView&Query=(%5BOggetto%5D=appiani)

Dunque ho fatto un pò di mente locale, e ho pensato a quanto opportuno fosse intraprendere una raccolta firme per impedire la demolizione di uno stadio in cui il Calcio Padova non gioca più da anni; è da circa 14 anni che il Calcio Padova gioca regolarmente nel nuovo impianto "Euganeo" costruito per lo storico ritorno in serie A della squadra patavina.

Sul sito promotore della petizione si fa riferimento alla memoria storica, "[...]abbattere vuol dire cancellare la memoria. E chi non ha memoria, inevitabilmente non ha futuro ed è destinato a crollare."

Si chiede inoltre di riutilizzare lo stadio per le squadre giovanili padovane, in modo da non dover abbattere la struttura.

Ma a pensarci bene, che senso ha tenere uno stadio vuoto? Perchè occupare migliaia di metri quadrati di terreno per niente? E perche tenere uno stadio per le squadre giovanili quando cmq l'affluenza di pubblico è evidentemente inferiore alla capienza dello stadio?Mi sembra sproporzionato come investimento.

Al che ho fatto mente locale su tutti gli altri disagi che i cittadini padovani possono avere e ho pensato che al di là dell'attaccamento ad uno stadio, sarebbe più utile riqualificare quella zona in maniera che venga fruita abitualmente dai cittadini, per esempio allargando il parcheggio dell'ex foro boario, oppure creando una serie di servizi diversi, che ovviamente lascio ai progettisti pensare; l'importante è che la zona venga vissuta non abbandonata come ora.

Inoltre un'altra considerazione che mi è balenata in testa è stata quella di vedere come venga chiamata in causa la memoria storica: la memoria storica è senza dubbio un valore, ma è un valore se viene riconosciuto da tutti, e a mio modesto parere, il calcio, soprattutto quello attuale, è ben lontano da essere riconosciuto come portatore di valori fondamentali, come quello della memoria storica.

E a dirla tutta, come esiste una grande quantità di persone che lo adora, ne esiste anche una grande quantità a cui il calcio è indifferente, e dunque non si può portare avanti un interesse di una parte, ma dobbiamo difendere e valorizzare un interesse collettivo.

E con questo vi saluto.

un bacio

Ale

15 novembre 2008

RIPENSIAMO IL FUTURO


Venerdì 14 novembre, ore 8.30. Come altre migliaia di studenti e ricercatori, oggi, faccio il mio ingesso alla Sapienza, occupata da mesi. Lo scenario è fantastico. Un mare di persone: chi ancora disteso dentro il sacco a pelo dalla notte prima, chi già a sorseggiare una birra fresca, chi preoccupato per l'esito finale di una manifestazione nazionale che, poche ore dopo, invaderà per l'ennesima volta in un mese le strade della capitale.
Diverse le facoltà occupate, tra cui Fisica, Lettere e Filosofia, Scienze politiche. Ovunque sono allestite conferenze, dibattiti, spazi auto-gestiti per riflettere su cosa sta accadendo nel paese.
Si sa, gli studenti sono la cartina al tornasole della situazione sociale dell'intero paese , da sempre.
Ma cosa succede in realtà? Perché da settimane si manifesta contro un decreto legge? Cos'hanno in mente gli studenti? Perché è proprio di questo che la gente deve avere un'idea chiara.
Dopo una giornata in corteo per le vie della capitale un'idea personalmente riesco a farmela. Questa generazione ha realizzato che per loro, decreto legge o meno, un futuro sereno non ci sarà: la crisi economica ha intaccato anche le ultime speranze di chi da grande voleva fare l'insegnante o il ricercatore. Ora tutti questi sogni non ci sono più. Le famiglie non sono più in grado di garantire ai propri figli un futuro che, fino a pochi anni fa, erano in grado di assicurare e questo, gli studenti, l'hanno capito. La classe politica evidentemente no.

Camminando per le vie di Roma cantando a squarcia-gola slogan e canzoni si leva un'energia che molti credevano esser svanita per sempre. Quest'energia è l'essenza necessaria per un cambiamento di cui l'Italia intera ha bisogno.
La crisi economica deve ancora calare come una scure sulle imprese. Solo alcune aziende del Nord cominciano già a risentire degli effetti negativi della crisi globale: miglia di cassa-integrati, centenaia di posti di lavoro perduti, famiglie che non sanno come faranno a pagare il mutuo.
È lo schema di sempre che anche questa volta, molto probabilmente, si realizzerà. Prima le agitazioni studentesche, poi quelle sindacali, infine due ipotesi: o una grande stagione di riforme o una grande repressione.
La prima ipotesi la si vede sfumare ogni giorno quando si sente parlare un esponente del governo. Il centrodestra italiano non è in grado ora come ora (ma lo è mai stato?) di affrontare con saggezza e intelligenza la crisi alle porte, piuttosto preferisce l'uso della forza, che sia il manganello (come a Genova nel 2001, ancora una ferita aperta) o sia la politica autoritaria dai toni forti, che sia la divisione dei sindacati o l'uso delle minacce.
Questa Onda di cui si parla poco e male da settimane, non è altro che la presa di coscienza di migliaia di studenti , politicizzati o meno, che per loro il futuro riserverà più delusioni e amarezze che altro. Per questo si continua a manifestare, per questo non ci si vuole arrendere.

L'università italiana, altro settore delicato e mal sopportato dall'opinione pubblica (come dipendenti pubblici, piloti ed immigrati del resto) viene strumentalmente utilizzata dal governo per fare cassa. Non c'è nessuna volontà di rinnovamento ne alcuna intenzione di avviare un progetto di riforma. La sola volontà è quella di fare cassa e zittire per sempre una parte d'Italia che conserva ancora una testa ed una voce critica nei confronti della classe dirigente.
Forse è l'unica ad esser rimasta tale.
Questa protesta che parte dall'università è solo la punta dell'iceberg di un paese immobile, che non funziona più per colpa di caste parassitarie, classi dirigenti inefficienti o corrotte. C'è una volontà di cambiare le cose che è generale, estesa a tanti settori: dalla giustizia all'informazione, dalla classe operaia ai valori che non ci sono più. Questa volontà trova però un muro di fronte, che consiste nel non disporre di strumenti per cambiare le cose, nè dei necessari appoggi politici - solo l'Italia dei Valori ed una parte del PD - ed è per questo motivo che esplode l'onda anomala. Si tratta esclusivamente di una presa di coscienza.
Gli studenti l'hanno capito: o si cambia ora o sarà troppo tardi!


Mac

13 novembre 2008

UNA FOTOGRAFIA RACCAPRICCIANTE DELL'ITALIA ATTUALE



Al di là di qualsiasi presa di posizione politica, è inquitante come Di Pietro tratteggi la nostra attuale situazione (economica, politica, sociale) e tutti facciamo finta di non rendercene conto.

08 novembre 2008

CINEFORUM

Segnaliamo alla vostra attenzione che domenica 9 novembre 2008,
presso il centro sociale e culturale di Mandria, (via romana aponense, davanti centro commerciale il Borgo) alle ore 21:15
sarà proiettato il film GOMORRA tratto dal libro denuncia di Roberto Saviano.

Vi aspettiamo numerosi.

01 novembre 2008

5 MINUTI PER INFORMARSI SULLA RIFORMA DELL'UNIVERSITA'

L'università con studenti,ricercatori,docenti e rettori protestano UNITI contro questo decreto(DL112), diventato successivamente legge 133.

Qui il riassunto del decreto in delle schematiche diapositive:

http://www.scienzemfn.unile.it/docs/varie/DL112.pdf

Versione completa : http://www.parlamento.it/parlam/leggi/08133l.htm il decreto è stato fatto dai ministri Tremonti e Brunetta! su questo protesta l'università, non come fanno sapere i media contro il decreto Gelmini. Quello è il DL 137 che riguarda la scuola elementare/media.

La verità sugli scontri di Roma:
Video testimonianze: http://it.youtube.com/watch?v=NYfdPdV66f0
video dello scontro : http://it.youtube.com/watch?v=qmKZkCQTwW0
AltreFoto: http://www.flickr.com/photos/8543227@N08/2988534803/in/set-72157608537301783/

Ogni commento è superfluo.

Anche qui i media hanno e continuano a mettere a tacere la verità!!!! questo è quello che diceva qualche giorno prima Cossiga http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/081023/jmsra.tif
[se non si apre lo trovate qui http://alessandrotauro.blogspot.com/2008/10/made-in-italy.html] Sconvolgente con il senno di poi.

Ecco il sito degli studenti di tutta Italia con le informazioni sulle prossima mobilitazioni e manifestazioni http://www.uniriot.org/index.php FATELA GIRARE!

27 ottobre 2008

UNITI CON L'UNIVERSITA'

UNA SPIACEVOLE PROFEZIA…

Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito. Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c'è un’altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime..Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico.
Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico .


Piero Calamandrei (discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma, 11 febbraio 1950.)






20 ottobre 2008

IL NOSTRO INTERVENTO PUBBLICATO SU MICROMEGA

Un'altra Italia, un'altra opposizione - Il forum politico di MicroMegaLaboratorio '48: Soddisfazione per questo nuovo progetto politicoScrivo a nome dell'associazione Laboratorio '48 innanzitutto per esprimere la mia soddisfazione per l'inizio di un nuovo progetto politico come questo.Mi auguro che nella conduzione dell'iniziativa si adoperi il massimo pragmatismo possibile data l'importanza del progetto. Non capita spesso che centinaia di sigle, associazioni, liberi cittadini si raccolgano attorno ad una rivista per lanciare un nuovo progetto politico, ed un passo falso o una mossa sbagliata potrebbero vanificare il tutto.Ora è indispensabile capire queale strategia adottare.Nell'editoriale del direttore Flores D'arcais ho notato un acceso tono di sconforto nei confronti del "perduto" Partito democratico. La sfida si gioca anche in questo campo. Non bisogna dimenticare che il PD resta il maggior partito d'opposizione e che al suo interno, soprattutto negli strati bassi della nomenklatura, ci sono persone molto valide di cui stimo operato ed ideali (penso a qualche sindaco o consigliere comunale sopratutto dei paesi di provincia che non ha perduto lo spirito del far politica per passione e non per denaro).Con il PD a mio avviso bisogna continuare a mantenere un confronto aperto, stimolarlo a prendere decisioni decise ed ad adottare un atteggiamento meno moderato soprattutto nei riguardi del governo. Deve insomma restare un interlocutore privilegiato.Per questo motivo vedo ottima l'idea di un apparentamento con il partito di Antonio Di Pietro, anche se forse ci si potrebbe limitare a potenziare quest'ultimo.Si tratta di un partito di formazione piuttosto recente, con una struttura ancora debole e presente in maniera ridotta su tutto il territorio nazionale (mi riferisco a numeri dei militanti e non sedi di partito) per questo motivo credo che un ingresso in massa della società civile attorno a questo partito porterebbe a risultati maggiori ed in minor tempo che non riorganizzarsi in proprio.La questione è che un partito come l'IDV, dopo aver registrato l'ingresso degli strati più disparati della popolazione e di un considerevole numero di intellettuali e personaggi del mondo della cultura di conseguenza prenderebbe a modificare anche la propria identità arricchendola con i contenuti più diversi.Tra i contenuti che a mio avviso son immediatamente da tenere in considerazione sono la riduzione degli stipendi parlamentari per portarli ai livelli di funzionari pubblici come gli altri. In più dato la responsabilità che hanno si dovrebbe certificare se son persone adeguate a svolgere compiti come quello del parlamenteare (penso a controlli antidroga una volta al mese, penso a test di cultura generale o specifica - il fatto che un parlamentare della repubblica non sappia chi è Olmert fa rabbrividire- ).Questi restano esempi. Il fine ultimo ed obbiettivo di queste proposte è prendere da subito provvedimenti per estirpare l'abitudine di entrare a far politica per denaro.Quello che in Italia serve sono le regole. 40 anni di Democrazia Cristiana hanno cancellato ogni distinzione tra ruolo pubblico ed interesse privato, la degenerazione di questo meccanismo ha portato all' attuale Partitocrazia. E' qui che bisogna agire. Fermare immediatamente tutte le lottizzazioni degli enti pubblici per assumere tecnici competenti ed estranei alla politica.Sarebbe a mio avviso utile come esperienza qualche anno di transizione con ministeri guidati da personale tecnico. Aprire una stagione di governi tecnici sarebbe facilitata dal fatto che le nostre università ci mettono a disposizioni tutti i quadri che servirebbero per questo tipo di manovra, e se il mondo dell'università non basta allora rivolgiamoci all'estero, a qualche economista di fama internazionale per esempio.Concludo ritenendo che una partecipazione alle elezioni europee 2009 potrebbe essere troppo precoce e rischiare di bruciare le tappe. Capisco che c'è fretta di cambiare, ma la fretta resta relativa dal momento che ci sono ancora 5 anni di governo Berlusconi.Ritengo più utile, piuttosto, iniziare a parlare con l'Europa per risolvere problemi interni come per esempio la questione Rete 4. Continuiamo comunque ad essere fiducionsi, in Italia sta cominciando a muoversi un opinione pubblica combattiva e finalmente propositiva.Marco ConcolatoLaboratorio '48

09 ottobre 2008

SCONVOLGENTE!!!

Da LaRepubblica.it

di LIANA MILELLA


ROMA - Un'altra? Sì, un'altra. E per chi stavolta? Ma per Cesare Geronzi, il presidente di Mediobanca negli impicci giudiziari per via dei crac Parmalat e Cirio. La fabbrica permanente delle leggi ad personam, col marchio di fedeltà del governo Berlusconi, ne produce un'altra, infilata nelle pieghe della legge di conversione del decreto Alitalia. Non se ne accorge nessuno, dell'opposizione s'intende, quando il 2 ottobre passa al Senato. Eppure, come già si scrivono i magistrati nelle maling list, si tratta d'una "bomba atomica" destinata a far saltare per aria a ripetizione non solo i vecchi processi per bancarotta fraudolenta, ma a bloccare quelli futuri. Con un semplice, e in vero anche mal scritto, articolo 7bis che modifica la legge Marzano sui salvataggi delle grandi imprese e quella sul diritto fallimentare del 1942. L'emendamento dice che per essere perseguiti penalmente per una mala gestione aziendale è necessario che l'impresa si trovi in stato di fallimento. Se invece è guidata da un commissario, e magari va anche bene come nel caso della Parmalat, nessun pubblico ministero potrà mettere sotto processo chi ha determinato la crisi. Se finora lo stato d'insolvenza era equiparato all'amministrazione controllata e al fallimento, in futuro, se la legge dovesse passare com'è uscita dal Senato, non sarà più così. I cattivi manager, contro cui tutti tuonano, verranno salvati se l'impresa non sarà definitivamente fallita. Addio ai processi Parmalat e Cirio. In salvo Tanzi e Cragnotti. Salvacondotto per l'ex presidente di Capitalia Geronzi. Colpo di spugna anche per scandali di minore portata come quello di Giacomelli, della Eldo, di Postalmarket. Tutto grazie ad Alitalia e al decreto del 28 agosto fatto apposta per evitarne il fallimento. Firmato da Berlusconi, Tremonti, Scajola, Sacconi, Matteoli. Emendato dai due relatori al Senato, entrambi Pdl, Cicolani e Paravia. Pronto per essere discusso e approvato martedì prossimo dalla Camera senza che l'opposizione batta un colpo.
Ma ecco che una giornalista se ne accorge. È Milena Gabanelli, l'autrice di Report, la trasmissione d'inchieste in onda la domenica sera su Rai3. Lavora su Alitalia, ricostruisce dieci mesi di trattative, intervista con Giovanna Boursier il commissario Augusto Fantozzi, gli chiede se è riuscito a garantirsi "una manleva", un salvacondotto per eventuali inchieste giudiziarie. Lui risponde sicuro: "No, io non ho nessuna manleva". Ma quel 7bis dimostra il contrario. Report ascolta magistrati autorevoli, specializzati in inchieste economiche. Come Giuseppe Cascini, segretario dell'Anm e pm romano dei casi Ricucci, Coppola, Bnl. Il suo giudizio è senza scampo. Eccolo: "Se la norma verrà approvata non saranno più perseguibili i reati di bancarotta commessi da tutti i precedenti amministratori di Alitalia, ma neppure quelli compiuti da altri manager di società per cui c'è stata la dichiarazione d'insolvenza non seguita dal fallimento". Cascini cita i casi: "Per i crac Cirio e Parmalat c'è stata la dichiarazione d'insolvenza, ma senza il fallimento. Il risultato è l'abrogazione dei reati fallimentari commessi da Tanzi, Cagnotti, dai correi". Non basta. "Subito dovrà essere pronunciata sentenza di assoluzione perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato per tutti gli imputati, inclusi i rappresentanti delle banche". Siamo arrivati a Geronzi. Chiede la Gabanelli a Cascini: "Ma la norma vale anche per lui?". Lapidaria la risposta: "Ovviamente sì". Le toghe s'allarmano, i timori serpeggiano nelle mailing-list. Come in quella dei civilisti, Civil-net, dove Pasquale Liccardo scrive: "Ho letto la nuova Marzano. Aspetto notizie sulla nuova condizione di punibilità che inciderà non solo sui processi futuri ma anche su quelli in corso". Nessun dubbio sulla portata generale della norma. Per certo non riguarderà la sola Alitalia, ma tutte le imprese. Vediamolo questo 7bis, così titolato: "Applicabilità delle disposizioni penali della legge fallimentare". Stabilisce: "Le dichiarazioni dello stato di insolvenza sono equiparate alla dichiarazione di fallimento solo nell'ipotesi in cui intervenga una conversione dell'amministrazione straordinaria in fallimento, in corso o al termine della procedura, ovvero nell'ipotesi di accertata falsità dei documenti posti a base dell'ammissione alla procedura". La scrittura è cattiva, ma l'obiettivo chiaro: finora i manager delle grandi imprese finivano sotto processo per bancarotta a partire dalla sola dichiarazione d'insolvenza. Invece, se il 7bis passa, l'azione penale resterà sospesa fino a un futuro, e del tutto incerto, fallimento definitivo. Commentano le toghe: "Una moratoria sine die, un nuovo colpo di spugna, una mano di biacca sulle responsabilità dei grandi manager le cui imprese sono state salvate solo grazie alla mano pubblica". Con un assurdo plateale, come per Parmalat. S'interromperà solo perché il commissario Bondi evita il fallimento. Ma che la salva Geronzi sia costituzionale è tutto da vedere. Gli esperti già vedono violati il principio d'uguaglianza e quello di ragionevolezza. Il primo perché la norma determina un'evidente disparità di trattamento tra i poveri Cristi che non accedono alla Marzano, falliscono, e finiscono sotto processo, e i grandi amministratori. Il secondo perché l'esercizio dell'azione penale dipende solo dalla capacità del commissario di gestire l'azienda in crisi. Se la salva, salva pure l'ex amministratore; se fallisce, parte il processo. Vedremo se Berlusconi andrà avanti sfidando ancora la Consulta. (9 ottobre 2008)

08 ottobre 2008

VAJONT: VIAGGIO NELLA STORIA DI UNA CATASTROFE

Riporto di seguito il testo della mail giuntaci dalla segreteria dell'assessore Claudio Piron.


Sono un centinaio gli studenti degli Istituti Superiori della città che parteciperanno al Viaggio della storia in programma il 13 ottobre alla diga del Vajont. Il programma del Viaggio prevede l’incontro a Casso con una guida naturalistica e la visita a piedi alle architetture tipiche del paese e alla diga del Vajont attraverso il sentiero Mollesa. In seguito: visita al coronamento della diga, ai luoghi della catastrofe, al Centro Visite di Erto e alla mostra "La catastrofe del Vajont – uno spazio alla memoria" con visione del filmato "Vajont, 9 ottobre 1963". Intervento di Claudio Piron - Assessore alle Politiche Scolastiche e Giovanili - Comune di Padova1963, mercoledì 9 ottobre, ore 22.39. Molti abitanti delle valli sono nei bar per vedere la partita di coppa. Doppio colore bianco e nero nei primi televisori che pochissimi privati possiedono. Una frana lunga 2 km. si stacca dal Monte Toc. Oltre 270 milioni di mc. di rocce e terra precipitano ad una velocità di 95 km. all’ora nel bacino artificiale creato dalla diga del Vajont, la più alta del mondo con i suoi 267 m. La frana produce un’onda di 50 milioni di mc. di acqua e solo la metà scavalcano la diga. In 4 minuti 5 paesi sono spazzati via dalla faccia della terra: Longarone, Pirago, Rivalta, Villanova, Faè. 2.018 le vittime, secondo i dati ufficiali, ma non è possibile determinarne con certezza il numero. Numeri impressionanti che nascondono i nomi e i volti di persone in carne ed ossa. Bambini, mamme, papà, nonni, zii e amici tutti soffocati dalla furia distruttrice del fango.Una tragedia. Un disastro. Una catastrofe. Una strage. Un’Apocalisse. Un Olocausto. Sono i termini che ritroviamo in cronache, libri, film che raccontano e ricostruiscono uno dei peggiori disastri ambientali mai accaduti al mondo provocati dall’uomo. Un’affermazione questa molto pesante che ritroviamo nel documento con il quale l’ONU ha presentato il "2008 Anno Internazionale del Pianeta Terra". Ed è sicuramente così perché quella tragedia ha sconvolto la storia di famiglie e di interi paesi, comunità da sempre attaccate alla loro terra tradite dalla costruzione della diga e dalle opere relative di disboscamento, terrazzamento, condotte e tubazioni…Una storia che ha visto la contrapposizione delle popolazioni ai progetti di grandi lavori, che ha comportato sofferenze e tribolazioni a causa di espropri e acquisizioni di terreni che erano da generazioni fonte di vita per le genti di montagna. Un evento catastrofico che continua a interrogare la coscienza di quanti visitano i comuni di Longarone, Erto e Casso. Una lezione quanto mai attuale che riporta alla nostra attenzione alcune domande: perché si è costruito la diga in una valle non idonea sotto il profilo geologico? Perché si è innalzata la quota del lago artificiale oltre i margini di sicurezza? Perchè non si è dato l'allarme la sera del 9 ottobre per attivare l'evacuazione in massa delle popolazioni delle zone a rischio inondazione? Il 13 ottobre, a 45 anni di distanza, saremo sulla diga del Vajont e al nuovo museo per ricordare questo disastro che forse poteva essere evitato. Che certamente ha delle responsabilità nell’agire dell’uomo. Così come il processo ha dichiarato con "il riconoscimento di responsabilità penale per la prevedibilità di inondazione e di frana e per gli omicidi colposi plurimi". (1) Saremo ancora una volta "sul posto" per incontrare i testimoni ed ascoltare dalla loro voce cosa è successo in quella notte e come la vita ha potuto continuare. Per sentire dagli esperti cosa è successo e perché. Sarà anche un’occasione per focalizzare la nostra attenzione sulla nostra Terra come l’ONU ci invita a fare in questo anno. "La Terra rappresenta infatti il supporto per la vita ed ogni genere di attività umana. L’uomo con la propria tecnologia ha però determinato condizioni di erosione, trasporto e sedimentazione di materiali che hanno in molti luoghi rimodellato le forme superficiali del Pianeta, ha modificato le concentrazioni chimiche dell’atmosfera e dell’idrosfera, ha alterato gli ecosistemi, esercitando sulla natura un peso paragonabile a quello degli altri maggiori agenti esogeni naturali. Nella sostanza si può quindi dire che l’uomo sia diventato un vero e proprio "Agente geologico" che modella la superficie terrestre, così come il gelo ed il disgelo, l’erosione marina, i corsi d’acqua ecc."Torna così quanto mai necessario porci alcune domande sul nostro modo di vivere, sul modello di sviluppo e sulla sua sostenibilità; sul ruolo dello stato e delle istituzioni e su quello dei privati. E ancora sull’uso di quei beni vitali (l’acqua, l’aria, la terra, le foreste), che sono limitati e che hanno una destinazione universale. Sulle responsabilità di paesi e governi e su quelle di ciascuna persona che può scegliere uno stile di vita improntato alla sobrietà e alla solidarietà. Andare nella valle di Erto e Casso dove scorre il torrente Vajont per confluire nel Piave, davanti a Longarone e a Castellavazzo in provincia di Belluno esprime la nostra volontà di capire questa storia di donne e uomini, di vecchi e bambini a cui ridare un volto e la dignità del ricordo. Una storia di acqua e di terra. Una terra, quella del Vajont in cui si è verificato un evento catastrofico che ha segnato per sempre la vita della gente e delle comunità. E di cui rimangono cicatrici profonde che ancora sanguinano e continuano a parlare alla coscienza di quanti la visitano attraverso la lezione, quanto mai attuale, che da esso si può apprendere.


(1) La causa penale che è durata oltre 8 anni, ha visto all’inizio 11 imputati rinviati a giudizio e la richiesta di condanna per 158 anni complessivi. In sede di Cassazione viene ampliata la responsabilità e ridotta la pena a due soli imputati per un totale di 2 anni e 8 mesi. La Causa civile intentata contro l’ENEL dal Comune di Erto e Casso e poi da quello di Vajont ha visto nel 2000, a 37 anni dalla catastrofe, la sentenza definitiva che obbliga l'ENEL a pagare danni per 6.109.685 Euro.

01 ottobre 2008

L'ANGOLO DI MAC

È ora di darsi una mossa ragazzi. La società italiana ha perso i suoi valori costitutivi da un pezzo ma la cosa che preoccupa di più è che ne sono comparsi di nuovi e progrediscono sempre di più.
Il razzismo è un fenomeno che c’è sempre stato sia charo, ma non c’è mai stata una classe dirigente che istigava la “tolleranza zero”, la giustizia “fai da te”, l’odio raziale.
Accadeva secoli fa e gli esiti sono ben noti (la Germania nazista è solo l’ultimo esempio, la storia ci da esempi concreti in tutte le epoche).
Quest’ accusa di razzismo che voglio lanciare alla classe dirigente non sono campate per aria. La lega Nord, forza politica non indifferente che in parlamento ostenta comportamenti “istituzionalizzati” è un partito razzista. Lo sarà finchè al suo interno ci saranno militanti e quadri dirigenti dichiaratamente razzisti!
Due dei nomi più noti sono l’eurodeputato Mario Borghezio, che oltre ad essere l’unico esponente di un partito “democratico” presente alla manifestazione neonazista “no islam” di Colonia, si lascia andare a comportamenti pericolosi ( “Salito sull’Intercity Torino-Milano, con i suoi valorosi e coraggiosi sodali in camicia verde ed individuato uno scompartimento occupato da nigeriane, si esibisce in una spettacolare operazione di “pulizia etnica” spruzzando detergente e deodorante sulle malcapitate e sui sedili dove sedevano” Oppure “Nel 2002 viene condannato a 8 mesi (poi 2 mesi e 20 giorni commutati in multa di 3.000 euro in Cassazione) per l’incendio che il 1° luglio del 2000 appiccò sotto il ponte Principessa Clotilde a Torino dove all´epoca si rifugiavano parecchi extracomunitari stipati in fatiscenti baracche”) ed a frasi anacronistiche e fuori da ogni logica per un paese democratico come “Sono venuto molto volentieri, ma per quanto mi riguarda questa è l’ultima manifestazione senza bastoni. Cominciamo a dare segnali, e un bel segnale è una scarica di legnate; controlliamoli noi con delle ronde questi posti, e siccome sono luoghi impervi appoggiamoci a sostanziosi bastoni” oppure «Noi cavalieri combattenti della cristianità giuriamo di difendere sempre e comunque la Commenda dalla profanazione e dall’invasione islamica».
L’altro nome notori cui voglio parlare è l’ex sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini, che alla festa del popolo padano osa addirittura: “"Popolo della Legaaaa! La Lega si è svegliataaaaaa!
Le mura di Roma stanno crollando sotto i colpi di maglio della Lega.
La mia parola è rivoluzione…Voglio la rivoluzione contro i clandestini. Voglio la rivoluzione contro i campi dei nomadi e degli zingari.
Io ne ho distrutti due a Treviso. E adesso non ce n’è più neanche Uno!
Voglio eliminare i bambini che vanno a rubare agli anzianiiiiii! Se Maroni ha detto tolleranza zero, io voglio la tolleranza doppio zero.
Voglio la rivoluzione contro le televisione i giornali che infangano la Lega. Prenderò dei turaccioli per ficcarli in bocca e su per il culo a quei giornalisti. Non li voglio più vedere...
Voglio la rivoluzione contro quelli che vogliono aprire le moschee e i centri islamici. Qui comprese le gerarchie eclesiastiche, che dicono: lasciamoli pregare. No! Vanno a pregare nei desertiiiii! Aprirò una fabbrica di tappeti per darglieli ma che vadano a pregare nel deserto.
Bastaaaaaa! Ho scritto anche al Papa: Islamici, che tornino nei loro paesi.
Voglio la rivoluzione contro la magistratura. Ad applicare le leggi devono essere i giudici veneti.
Voglio la rivoluzione contro chi vuole dare la pensione agli anziani familiari delle badanti extracomunitarie. Sono denari nostriiiiii! E io me li tengo. Questo è il vangelo di Gentilini: tutto a noi e se avanza qualcosa agli altri... Ma non avanzerà niente!
Voglio la rivoluzione contro i phone center i cui avventori si mettono a mangiare in piena notte e poi pisciano sui muri: che vadano a pisciare nelle loro moscheeeee!
Voglio la rivoluzione contro i veli e il burqa delle donne. Io voglio vedere le donne in viso, anche perché dietro il velo ci potrebbe essere un terrorista e avere un mitra in mezzo alle gambe. Che mostrino l’ombelico caso mai....
Ho scritto al presidente della Repubblica che bisogna dare un riconoscimento all’usciere di Ca’ Rezzonico che ha vietato l’ingresso alla donna islamica…
Io voglio la rivoluzione contro chi vorrebbe dare il voto agli extracomunitari. Non voglio vedere neri, marroni o grigi che insegnano ai nostri bambini. Cosa insegneranno, la civiltà del deserto?
Il voto spetta solo a noi. Ho bisogno del popolo leghista. Queste sono le parole del vangelo secondo Gentilini. Ho bisogno di voi. Statemi vicini. Non voglio vedere questa gente che gira di giorno e di notte. Un abbraccio a tutti, viva la Lega!".

Mi preme far capire che quello che può accadere nei prossimi anni sarà ben più grave dell’uccisione di un ragazzo di 19 anni nel centro di Milano.
Bisogna fermare questa gente al più presto! Provvedimenti come le impronte ai minori Rom e il prelievo del DNA per ottenere un ricongiungimento familiare (pratica che fino ad oggi era limitata ai sospettati di omicidio) sono dannosi in un contesto, già gravemente minato, come quello italiano.

27 settembre 2008

LA CRISI DELLA FINANZA GLOBALE

Pubblicato da Giovanni Vannini su Dominio Pubblico.it
27 Settembre 2008



Italia, corre l’anno 2008. Siamo a settembre, un mese che ci ricorda che dobbiamo avere paura, per via del ‘nine eleven’. O magari quest’anno cambiamo argomento, e decidiamo che è per via della catastrofe finanziaria mondiale.
Catastrofe. Su questo termine, in tempo di abusi mediatici in cui per esempio nulla è tale se non è “vero e proprio” (una “vera e propria” strage, una “vera e propria” aggressione ecc.: fateci caso), si sono trovati d’accordo commentatori e analisti di tutto il mondo.
Catastrofe è un concetto semplice. Faccio un esempio. Uno statunitense a basso reddito nel 2004 aveva comprato casa. 120.000 dollari. Alcuni giorni fa un giornalista RAI ha trovato quella casa vuota, abbandonata: rate del mutuo diventate insostenibili con la crescita dei tassi di interesse. Un intermediario sul luogo gli ha proposto di comprare quel che ne resta (è stato rubato tutto il possibile, anche il rame degli impianti di riscaldamento) per 6.000 dollari. Sono andati in agenzia e dopo una contrattazione hanno firmato per 900 dollari.
È un concetto semplice quello di catastrofe, no?
Catastrofe è anche il fallimento di Lehman Brothers (attenzione, se vuoi pronunciarlo devi dire “lìman”, fai bella figura). Perché? Intanto perché il giorno prima del fallimento aveva lo stesso rating della Repubblica Italiana.
Attenzione, questo non significa che la Repubblica Italiana stia per fallire, anzi.Il rating è un sistema di valutazione, un punteggio (anzi, un “vero e proprio” punteggio!) che qualcuno che si mette più in alto degli altri assegna alla solvibilità, cioè diciamo allo stato di salute finanziaria di una istituzione (bancaria, pubblica…) o un’impresa. Il rating serve per orientare il mercato e informare sul grado di rischio associabile all’acquisto o sottoscrizione di determinati titoli o prodotti di queste istituzioni o imprese.
Solo per la cronaca, il fallimento Lehman è un crollo di una banca d’affari con 158 anni di storia, crollo che pesa per 640 miliardi di dollari. Prova a concepire la cifra. Pensa all’operazione più onerosa che hai fatto nella vita: comprare casa? O all’affare che hai seguito o in cui sei stato coinvolto più oneroso della tua vita… ok, ora pensa a 640 mi-li-ar-di di dollari.
Dicevamo della Repubblica Italiana: lei sta come prima, è il sistema del rating che mostra tutti i suoi limiti.
Il sistema del rating è basato sui giudizi di tre grandi agenzie: Moody’s, Standard&Poors, Fitch. Chi sono? Società il cui mestiere è dare giudizi; per darli si fanno pagare; a pagare sono alcuni di quelli che vengono giudicati. E se in Italia il concetto di ‘conflitto di interessi’ ormai è morto e sepolto, negli USA prende anche lì una certa stoccata.
Prima di andare a vedere chi, visto che le agenzie di rating non lo facevano, doveva controllare e non lo ha fatto, provocando la catastrofe, faccio un passo indietro.
Un bel giorno, il sistema finanziario americano, sostenuto dalla politica economica del governo Bush, nel 2002 comincia a spingere le cartolarizzazioni. Cosa significa? Io faccio un mutuo con la mia banca, quindi la mia banca ha un credito con me. Qualcuno dice alla mia banca: heilà, cedimi il tuo credito, te lo compro e me ne assumo il rischio, è facile e ti conviene. La mia banca glielo vende (svelato il significato di cartolarizzazioni: non ti esaltare, stiamo ancora a livello zero nella magica finanza globale). In sostanza, mutui e prestiti vengono ceduti dalle banche commerciali, come la tua, a Wall Street, dove ci sono meno, molti meno controlli. Tra poco andiamo a citofonare al responsabile – politico ovviamente – della faccenda. Per ora sappi che questo fenomeno è quello dell’esplosione (intesa come crescita esponenziale) delle cosiddette asset-backed securities (Abs, come quella cosa dei freni nelle auto).
Dicevamo di Bush. Dopo le mazzate dello scoppio della bolla internet e del ‘nine eleven’ decide di rilanciare l’economia americana sostenendo i consumi. E come si fa il rilancio dei consumi in un epoca di bassi salari? Con il credito! Oh yeah!Vediamola dal suo punto di vista. Le cartolarizzazioni permettevano di aumentare la disponibilità e le condizioni di accesso al credito senza mettere a rischio le banche, che non avevano più motivi per essere selettive con i debitori perché, dicevano, qualcuno impacchettava i crediti e se li comprava, portandoseli a Wall Street. Quindi i rischi dei crediti passavano agli investitori, compresi quelli stranieri (poco noi italiani, fortuna. Forse.). Quadratura del cerchio: gli Stati Uniti riuscivano a finanziare i consumi con i capitali delle banche e degli investitori stranieri.
A un certo punto è ovvio che queste leve devono fermarsi di fronte alla mancanza di valori sottostanti, cioè di asset che stavano back, ma questo non accade perché tanto, alla fine di tutto, chi ha in mano il credito a Wall Street sai che fa? Lo assicura! Cioè sotto comincia a esserci un grosso zero, ma lì sono tutti contenti e fanno affari d’oro.E chi controlla? Ancora un po’ di pazienza, finiamo il giro sulle montagne russe.
Risultati. Crisi di liquidità delle banche. (Cerchiamo di capirci su cosa significa: quanto hai in banca? Diciamo 27.000 euro sul conto corrente? Domani non ci sono più, grazie e arrivederci).Ci sono vari segnali di cedimento, ma il bello viene quando la crisi torna alla sua origine.Due colossi bancari americani sono salvati dall’intervento del Governo americano, una sorta di nazionalizzazione benedetta anche dai commentatori più liberisti a livello internazionale: a spese del contribuente ovviamente, e dei piccoli risparmiatori.Arriviamo alla catastrofe: nel 2006 le regine assolute di Wall Street, cioè Merril Lynch, Bear Sterns, Lehman Brothers, Goldman Sachs e Morgan Stanley dichiararono profitti per 130 miliardi di euro. Anno 2006. Anno 2008: le regine sono protagoniste assolute della catastrofe.Lehman fallisce da un giorno all’altro, le altre sono salvate per il rotto della cuffia e i costi vengono spalmati sia sui risparmiatori (a cascata, magari dopo vari passaggi) sia sui contribuenti (e nell’economia globalizzata permettimi di essere franco: tu e io stiamo pagando tutto questo).
Ok, è ora di sapere su chi puntare il dito. Responsabilità di chiunque non abbia fermato questo, ma in particolare segnati due nomi: Gorge W. Bush e Phil Gramm.
Bush se Dio vuole finalmente ha quasi finito di fare danni. I giudizi storici sul suo mandato sono già chiarissimi e non c’è bisogno di aggiungere altro. Si registri solo che tutte le premesse della catastrofe decollano nel 2002, quando Bush decide la sua politica economica senza controlli, in nome di un liberismo che oggi mangia se stesso e provoca il più grande dei paradossi: le nazionalizzazioni. Un altro risultato terribile di questi otto anni di Governo.
Veniamo a Phil Gramm.Negli Stati Uniti c’è un signore che si chiama FED, Federal Reserve , che sa fare il suo mestiere di controllore. Ma a Phil Gramm la FED non piace: meglio la deregulation.Da presidente della Commissione banche, edilizia e affari urbani del Senato USA, Phil Gramm combatte la sua battaglia il cui più grande successo è la firma nel 1999 da parte dell’allora presidente Bill Clinton della più radicale riforma del sistema bancario dagli anni della grande depressione (fantasma che disturba i sonni di molti, vissuto tra il 1929 e il 1932 negli Stati Uniti).Così, “pur confermando il ruolo che aveva la Federal Reserve di supervisore supremo sul sistema finanziario, la legge ne limitava significativamente il potere di controllo su soggetti come le banche di investimento e gli istituti di credito ipotecario i cui organi di controllo primari erano la Security Exchange Commission (la Consob americana) e i singoli Stati” (virgoletto quanto scritto da Claudio Gatti su Il Sole24ORE di martedì 23 settembre, inchiesta estremamente interessante).È l’origine della deriva; e indovina chi promuove e fa approvare nel 2000 un Act che deregolamenta il trading di derivati (i nostri crediti cartolarizzati si chiamano “derivati”)? Phil Gramm!2002: Bush annuncia il piano di cui ho già detto.2004: parte la carramba della finanza USA. È l’anno tra l’altro in cui la branca del Dipartimento del Tesoro che controlla le banche decide che le banche multistatali sarebbero state esentate dalle normative statali contro il “credito predatorio”: un invito all’abuso, il far west.2006-2007: arriva il conto, con boom di insolvenze e pignoramenti sui deboli, i redditi bassi iper-indebitati, costretti a lasciare le case, pignorati.
Diceva una pubblicità che la potenza è nulla senza controllo. Chissà se l’hanno fatta negli Stati Uniti.In pratica il controllo non lo fa nessuno perché gli Stati non avevano una visione globale, la SEC si dice non fosse all’altezza e la FED era stata tagliata fuori politicamente.
Finale. Speriamo che in questi giorni gli Stati Uniti siano in grado di riparare, pur con enormi sacrifici e a spese del risparmiatore globale e del contribuente locale, alla catastrofe, perché se così non fosse c’è il rischio che i contorni del senso di questa semplice parola – catastrofe - siano ancora da ampliare.Ma soprattutto speriamo e concentriamoci su un’altra questione.
Phil Gramm non è in galera o a pagare i danni. Phil Gramm è il consigliere economico di John McCain ed è ritenuto papabile per il ruolo di Segretario del Tesoro in un’eventuale amministrazione repubblicana. Renditi conto! Dio ce ne scampi.

09 settembre 2008

PERCHE' L'11.09 NON E' SOLO TORRI GEMELLE


CILE, 11 SETTEMBRE 1973

COLPO DI STATO CONTRO IL GOVERNO DI SALVADOR ALLENDE, ELETTO DEMOCRATICAMENTE DAL POPOLO CILENO.


GIOVEDI 11 SETTEMBRE 2008 ORE 20,45


35 ANNI DOPO PER RICORDARE VIDEO CANZONI FILM RICORDI

PRESSO IL TEATRO POLIVALENTE VIA M. DONATI (ABANO TERME):


ORE 20,45

PRESENTAZIONI DI TRE VIDEO SU :
· CANZONE DI FAUSRO AMODEI “AL COMPAGNO PRESIDENTE”
· VIDEO SU SALVADOR ALLENDE E IL SUO GOVERNO
· BOMBARDAMENTO DEL PALAZZO PRESIDENZIALE DURANTE IL COLPO DI STATO


ORE 21

INTERVISTA DEL REGISTA
ROBERTO ROSSELLINI
A SALVADOR ALIENDE (1971)

RARO DOCUMENTO, TRADOTTO IN ITALIANO, CHE, ATTRAVERSO LE PAROLE DEL PRESIDENTE ALLENDE SPIGA QUALI ERANO GLI OBIETTIVI, LE STRATEGIE, LE ALLENZE DEL GOVERNO DI UNITA’ POPOLARE.


0RE 21,45

LE CANZONI
CILE E AMERICA LATINA (DILETTA - SANDRO)

EL PUEBLO UNIDO, VENCEREMOS, LA CANCION DEL PODER POPOLAR, DUERME DUERME NEGRITO, TE REQUERDO AMANDA, COMADANTE CHE GHECARA, LA CARTE DEL CE’, CHE LINDA ES CUBA….

02 settembre 2008

A CHI VOGLIONO DARLA A BERE

Apprendiamo della notizia di una consultazione popolare indetta per il giorno 5 ottobre, a Vicenza, dal sindaco Variati in merito all’ampliamento della base U.S.A. dal Molin. Il quesito che sarà rivolto ai cittadini sarà il seguente:
“È lei favorevole alla adozione da parte del Consiglio comunale di Vicenza, nella sua funzione di organo di indirizzo politico amministrativo, di una deliberazione per l’avvio del procedimento di acquisizione al patrimonio comunale, previa sdemanializzazione, dell’area aeroportuale “Dal Molin” – ove è prevista la realizzazione di una base militare statunitense – da destinare ad usi di interesse collettivo salvaguardando l’integrità ambientale del sito?”.

LABORATORIO ’48, non ha nessuna intenzione di lasciare che questo resti un problema della sola città di Vicenza. È per questo motivo che per il 5 ottobre bisogna mobilitarsi perché l’Italia deve sapere che c’è pure Padova nella battaglia contro l’ampliamento della base.
Lasciamo perdere i discorsi puramente ideologici che, spesso e volentieri, servono solamente a farsi tacciare di anti-americanismo.
Qui è in ballo la salute del nostro territorio, la qualità dell’acqua che ogni giorno ci arriva a casa e, fattore altrettanto importante, il consumo sproporzionato di energia che comporterà la base. Questa infatti non avrà, come più di qualcuno vuole farci credere, nessun tornaconto economico, anzi!!
Questa nuova installazione militare diventerà la base militare americana d’attacco più IMPORTANTE e più GRANDE d’Europa! Non è un dormitorio, come vogliono farci credere!
Da UNA RIGOROSA ANALISI DEI DOCUMENTI DI PROGETTO, DI DOCUMENTI COMUNALI, DI LEGGI E DECRETI ESEGUITA DA UN GRUPPO DI TECNICI (Ing. Guglielmo Verneau, Ing. Eugenio Vivian, Luigi Franzon e Angelo Azzalini) risulta che ci sarà un aumento dell’inquinamento ambientale. I dati O.M.G. dicono che la Pianura Padana è la più inquinata d’Europa e che Vicenza è la seconda città più inquinata d’Italia; non si andrebbe di certo a migliorare la situazione del nostro clima con la costruzione della nuova base, giusto? Da uno studio approfondito fatto dal Dott. Luca Mercalli (climatologo di fama internazionale ben conosciuto su Rai 3), la base avrà ripercussioni sulle temperature medie e che quindi il progetto modificherà il clima della nostra città in maniera irreversibile.
Basti pensare agli 880.000 m3 di cemento corrispondenti alla parte edificabile e al continuo via-vai di aerei a reazione e di mezzi di trasporto militare su ruote che porterebbero così ad un vertiginoso aumento dell’urbanizzazione, con un drastico incremento delle polveri sottili di PM10, uno degli inquinanti atmosferici più nocivi e più pericolosi per la nostra salute; incremento dovuto anche all’utilizzo di gasolio (e non di metano) da parte dei militari, adibito sia come uso personale, sia come fonte di riscaldamento nei periodi invernali, considerando che a loro costa poco.
Nel progetto della nuova base è prevista una rete delle acque meteoriche senza alcun impianto di filtraggio o di separazione di sostanze galleggianti (tipo olio, gasolio, etc.), che verranno scaricate direttamente nel Bacchiglione, portando ad una morte biologica del fiume e ad ogni forma di vita ad esso connessa. Inoltre, è prevista una rete idrica sanitaria che convoglierà le acque nel collettore esistente in V.le Dal Verme, che è appena sufficiente a smaltire quelle degli attuali residenti.
Visto il progetto nei suoi particolari, non è da escludere che l’inquinamento dovuto agli scarichi delle docce di decontaminazione e di altri composti chimici (altamente tossici, usati per la manutenzione delle armi e di mezzi militari), presenti nella base, potranno disperdersi nel sottosuolo, inquinando l’attuale falda acquifera, senza alcuna ispezione da parte delle autorità competenti.
L’intensificazione del traffico automobilistico e aereo con continui voli sia di atterraggio che di decollo (anche notturni), aggraveranno l’inquinamento acustico, introducendo rumore nell'ambiente abitativo e nell'ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi.
Per soddisfare la richiesta di fornitura di energia elettrica di 9 Mega Watt di potenza per alimentare il Dal Molin, l’ENEL dovrà installare una nuova linea di media tensione aerea di circa 30.000 Volt, partendo dall’attuale centrale di Montecrocetta. L’effetto sicuramente accertato delle onde elettromagnetiche generate dai cavi che trasportano la media ed alta tensione e dell’alta frequenza, per l’installazione di radar e antenne rice-trasmittenti, comporta l'innalzamento della temperatura esterna e dei tessuti biologici attraversati, procurando l'insorgenza di effetti a lungo termine (quali leucemia e vari tipi di tumore).
La nuova base ospiterà depositi di N.B.C. Storage, cioè depositi di armi Nucleari, che emettono radioattività, armi Biologiche che diffondono malattie come la peste, il colera, il vaiolo, la t.b.c. e l’antrace, e armi Chimiche che agiscono per inalazione e contatto e che possono uccidere in 90 secondi.
Sarà un grosso DANNO ECONOMICO per tutti i cittadini, e non un guadagno come crede o vuole farci credere qualcuno; i dati riportati, e ricavati dagli studi fatti sul progetto, parlano chiaro: ci sarà un eccessivo aumento del consumo di: acqua Sotto all’ipotetica base passa una falda acquifera che porta risorse idriche fino alle province di Padova, Rovigo e Venezia; l’Italia è la quarta nazione sul globo con le maggiori riserve di acqua dolce, il Veneto è la seconda Regione d’Italia dopo la Lombardia.
E Vicenza? Dal piano degli acquedotti veneti (MOSAV) ha le più importanti riserve nazionali ed inoltre di ottima qualità.
Se non fosse però per un “piccolo” inconveniente e cioè quello che riguarda il segreto militare: nella base americana si potrà scavare, a nostra insaputa, fino a 250 m. di profondità nel sottosuolo con la costruzione di pozzi per il prelievo idrico sopra la falda principale e di cui perderemmo completamente il controllo, con conseguenze disastrose sia per i vicentini, che per quanti usufruiscono della nostra acqua. È stato richiesto dalla Setaf, per la futura base, nella riunione del 1/6/2006 alle AIM, una fornitura d’acqua di 60 litri/s a regime normale e 260 litri/s in regime di picco; si può ipotizzare, quindi, che, 2.000 militari USA consumeranno, in futuro, per oltre 30.000 Vicentini. ALCUNE CONSIDERAZIONI FINALI SULL’IMPATTO ECONOMICO:
· a) Con l’insediamento della nuova base, il Comune di Vicenza dovrà sostituire l’attuale collettore fognario di V.le Dal Verme con uno di sezione più adeguata, che comporterà una spesa in più a carico di tutti i cittadini;
· b) Se si considera, poi, l’ipotesi di consumo d’acqua della base Dal Molin che rappresenta uno spreco eccessivo delle attuali risorse idriche, che sono un Bene di tutti i cittadini, ci fa pensare che, a breve termine, ci sarà un razionamento idrico per gli attuali abitanti e, in futuro, una mancanza totale d’acqua per le prossime generazioni; questa non è solo un ipotesi, un domani potrà avverarsi perché l’accordo militare intercorso tra il Governo Italiano e quello Statunitense prevede una fornitura, senza limiti, di acqua, luce e gas.
· c) La fornitura di 9 Mega Watt di potenza per alimentare il Dal Molin, comporterà all’ENEL un onere in più per poter soddisfare la richiesta.

Allora ci si chiede: come mai, visto l’enorme spazio di edificabilità che hanno a disposizione, non è stata prevista l’installazione di pannelli solari termici e fotovoltaici, invece di richiedere così tanta energia???
Questo vuol dire solo spreco e poco rispetto per la salvaguardia dell’ambiente, perché consumare energia equivale a dissipare calore e ad emettere più elementi inquinanti nell’atmosfera. Tutto ciò deve far riflettere molto i Vicentini, e non solo, per dare un futuro a sé, alle proprie famiglie e un avvenire sicuro alle prossime generazioni, e valutare con coscienza se qualche posto di lavoro, legato a logiche militari, vale la salute di tante persone e.....più tasse per tutti!

24 agosto 2008

L'OPPOSIZIONE NECESSARIA

Le fantasie del "Giornale" e l'impegno dei democratici coerenti di Paolo Flores d'Arcais

"Girotondino per una poltrona". Questo il titolo in prima pagina, e a tutta pagina, a caratteri di scatola, che apre "Il Giornale" - house organ del regime di Berlusconi - mercoledì 20 agosto. A tale "notizia" venivano dedicate interamente la pagina 2 e la pagina 3. Notizia clamorosa, evidentemente, più importante della guerra tra Russia e Georgia e perfino delle esternazioni di Calderoli. Eppure la notizia non c'era, le tre paginate del "Giornale" erano state montate tutte a partire da una frase da me pronunciata in coda ad una intervista su "La Stampa", vecchia oltretutto di una settimana. Le tre pagine, in realtà, non dicono nulla. La "notizia" è solo un pretesto per vomitare insulti sui cittadini che ancora prendono la democrazia sul serio, anziché confonderla col regime putiniano con cui l'idolo del "Giornale" (nonché padrone, per interposto fratello) sta avvelenando quel che resta dell'Italia. Nell'intervista a "La Stampa" mi ero limitato a constatare che per il nostro paese non c'è speranza fino a che non nascerà di nuovo una opposizione democratica degna del nome (e perciò candidata credibile al governo), quella opposizione che il Pd NON è, e che oggi sono solo i movimenti (il più recente, Piazza Navona). Perciò, o alle elezioni europee ci sarà una lista della società civile sulla linea di tali movimenti, capace di rappresentare i tanti cittadini ormai intenzionati al non voto, e gli altrettanti elettori ormai disgustati dal Pd-bacio-della-pantofola, o il regime putiniano di Berlusconi potrà fare dell'Italia macerie istituzionali e morali, sempre più impunemente e senza opposizioni. Il che, tradotto in cifre, significa un Pd ridimensionato al 25% e una lista dei movimenti che copra ad abudantiam quella sconfitta.Questa la necessità logico-politica da un punto di vista democratico coerente, questo quindi l'auspicio. Che poi si trovino coraggio e forze e volontà e lungimiranza e generosità e superamento di personalismi, perché necessità e auspicio diventino realtà, è purtroppo un altro discorso. Le tre paginate dell'house organ del regime putiniano hanno perciò solo il senso di voler distruggere questa necessità-speranza (per i democratici coerenti) prima che possa muovere anche embrionali e timidissimi passi. La prospettiva, ancorché solo adombrata, di una rappresentanza organizzata dei democratici coerenti evidentemente spaventa i pasdaran del pensiero unico.Che si sono ben guardati dal dare l'unica, modestissima, notizia effettiva: un forum sulla necessità-possibilità di una opposizione diversa, capace di rappresentare l'altra Italia (siamo infatti ormai al sovvertimento dei valori repubblicani nati dall'antifascismo, alla distruzione di ogni moralità, merito, serietà, e insomma quasi alla mutazione antropologica) si aprirà a metà settembre su questo sito, coinvolgendo oltre cinquecento organizzazioni di base, decine di blog e siti internet e un numero assai elevato di personalità della società civile.Perché in effetti la preoccupazione del regime (e della non-opposizione) nei confronti della forza potenziale dei democratici coerenti non è campata in aria: il sondaggio di Mannheimer su Piazza Navona, mai commentato e subito archiviato, se tradotto in termini elettorali (come ho ampiamente spiegato nel numero speciale di MicroMega su Piazza Navona, "Il regime non passerà!", attualmente in edicola) dice che la linea politica dei movimenti ha oggi un gradimento superiore al risultato del Pd di Veltroni alle ultime elezioni, e riscuote il consenso di un elettore leghista su quattro e di quasi il 15% degli elettori (evidentemente già delusi) di Berlusconi-Fini. Costituisce dunque l'unica alternativa credibile, possibile, realistica, al regime putiniano di Arcore.

19 agosto 2008

TIRANDO LE SOMME...

Ciao a tutti! E buone vacanze a chi ancora può godersi qualche giorno di relax, svago e divertimento!

Per prepararci alla nuova stagione di LAB48 è giusto ritornare a dove ci eravamo lasciati: la FESTA DEMOCRATICA di Abano.
(Qui di fianco una nostra foto con l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano)

A tale scopo pubblico una lettera inviataci da Marco Lazzaretto (responsabile organizzazione) che riassume e descrive ciò che sono stati quei 12 giorni di inizio Luglio.

A presto con le nuove idee per il prossimo anno!

Saluti

Lab48




Democratica: undici giorni di festa, di partecipazione, di lavoro e tanto divertimento.


Si è conclusa da pochi giorni la prima festa del PD delle Terme Euganee, undici intensi giorni di incontri, dibattiti, di festa e tanto divertimento. Più di 80 volontari hanno lavorato all’interno della festa, oltre 2500 le presenze, 11 concerti, 9 dibattiti, 2 proiezioni, 6 serate di pianobar, 10 spettacoli e laboratori per bambini, 1 libreria e la collaborazione di 2 associazioni giovanili.Il primo e doveroso ringraziamento va a tutte le volontarie e volontari che hanno reso possibile questo evento che grazie al loro impegno e sacrificio si sono spesi quotidianamente affinchè gli ospiti della festa trovassero un ambiente piacevole, confortevole e ricco di iniziative. Un grazie di cuore quidi a tutti i volontari perché senza di loro il Pd non avrebbe la forza per il necessario radicamento nel territorio.Un grazie sentito ai tanti giovani che per la prima volta hanno lavorato alla Festa con impegno e passione, animati dalla voglia di stare insime e di condividere con gioia 11 giorni. I volontari che hanno invece alle spalle una lunga esperienza di militanza sono stati per me davvero preziosi e voglio ringraziarli per la fiducia che hanno riposto in me: siete un faro che mi dà sicurezza.Un grazie anche a chi ha potuto dedicare alla Festa una sola sera del proprio tempo e a chi ha speso le proprie vacanze per mandare avanti gli stand. Un grazie a chi si è divertito a servire per la prima volta ai tavoli e a chi ha passato insonni tante notti col dubbio di non avere fatto tutto il necessario perché lo stand potesse partire.Un grazie a chi ha trascorso tutte le notti in campo per custodire e sorveglire tutte le strutture e a chi lo ha fatto durante le mattine e i pomeriggi.La Festa è tutto questo. È un evento totalizzante che ti coinvolge con emozioni nuove ed esperienze importanti e indimenticabili.Ma il vero grazie và a tutti coloro che hanno scelto di partecipare a "Democratica", magari incuriositi da un dibattito, richiamati da un bel concerto oppure semplicemente per la voglia di mangiare in compagnia al nostro ristorante. Un grazie quindi a tutti gli ospiti!E’ un bilancio assolutamente positivo quello di "Democratica 2008", in termini di partecipazione, di presenze alle varie iniziative. Grazie agli importanti ospiti che sono intervenuti durante la festa, quest’anno si è registrato infatti un’interesse inaspettato per gli incontri, a tal punto che l’organizzazione si è vista costretta a correre ai ripari modificando logisticamente lo spazio dibattiti. Ma tutti gli eventi più importanti hanno dato risposte positive in termini di presenza.Viene confermata poi la qualità del ristorante che anche quest’anno si è dimostrato il vero motore della festa. Un immenso lavoro dietro le quinte, garanzia di qualità dell’offerta e attenzione all’ambiente. Anche quest’anno infatti la scelta di servire ai tavoli con il coperto in ceramica ha consentito di non gettare nella spazzatura sacchi di plastica inquinante. Grazie al lavoro di donne e unomini che instancabilmente rendono possibile un servizio di qualità che rispetta l’ambiente!Insomma, undici giorni in cui il popolo del PD ha avuto una piazza dove incontrarsi, discutere, divertirsi e soprattutto stare insieme, nella logica della contaminazione reciproca. Questo è il senso e la forza della festa, un luogo di aggragazione, un luogo dello stare, con la consapevolezza che con la propria presenza si rafforza un progetto e questo progetto si chiama Partito Democratico.Grazie a tutti. Appuntamento alla prossima edizione di "Democratica 2009".

Marco Lazzaretto Responsabile organizzazione

14 luglio 2008

VOGLIA DI RUSSIA

Riporto la traduzione in italiano dell'articolo del quotidiano argentino Clarìn che ha fatto il giro del mondo (tranne che in Italia ovviamente) e che ha ispirato l'ormai celebre intervento di Sabina Guzzanti durante la manifestazione di Piazza Navona, riguardo le presunte intercettazioni tra il "caimano" Berlusconi e la neo ministro Mara Carfagna.Cosa significa quando, per avere un informazione che riguarda il tuo presidente del consiglio o il tuo governo, devi ricorrere alla stampa estera?! Una svista giornalistica o voglia di Russia?!"Il primo ministro Silvio Berlusconi e una "ministra" del suo gabinetto sono finiti al centro di un vasto scandalo già battezzato "sexygate", come quello che 10 anni fa quasi costò a Bill Clinton la presidenza degli Stati Uniti, a causa dei giochi di sesso orale svolti nella sala ovale della Casa Bianca con la stagista Monica Lewinsky. Da diversi giorni, tanto nella stampa quanto nei centri del potere politico italiano, specialmente la Camera dei Deputati e Senatori, crescono questi commenti. Si dice che nel vaso di Pandora delle 8.400 intercettazioni telefoniche realizzate dalla giustizia di Napoli, che trattano una causa di corruzione che potrebbe finire con un processo penale per Silvio Berlusconi, ci siano alcune chiamate che non hanno rilevanza penale però sono un cocktail esplosivo a causa del loro forte contenuto erotico e riferimenti al sesso orale, che gli italiani chiamano *******. Fino ad ora queste intercettazioni non sono finite nelle pagine di nessun quotidiano, o rivista, tipico in questo paese, ne nei siti Internet, in cui nascono ogni genere di pettegolezzi. Ma il quotidiano La Repubblica cita la ex viceministro degli Affari Esteri e dirigente socialista Margarita Bonivier, devota sostenitrice di Berlusconi, che riconosce l'esistenza dei messaggi a luce rossa.Secondo la stampa, nei dialoghi telefonici fra Berlusconi e la sua attuale "ministra" delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, di anni 37, c'è stato un interscambio di frasi con toni molto accesi e allusioni al *******. Nel periodo in cui furono realizzate le intercettazioni giudiziarie, il Cavaliere era il capo dell'opposizione e la Carfagna, una soubrette di fama crescente (in televisione).Di grande bellezza, Mara (Maria del Rosario), era già stata la causa di uno scandalo che scoppiò nel gennaio dell'anno scorso, quando alla consegna dei premi dei suoi canali televisivi (Berlusconi è proprietario di tre grandi reti televisivo-commerciali ), l'allora capo dell'opposizione conservatrice disse pubblicamente: se non fossi sposato mi sposerei con te.La seconda moglie di Berlusconi, Veronica Lario, un'altra gran bellezza e madre di tre figli (in Cavaliere ne ha altri due avuti dal suo primo matrimonio), fece esplodere la propria ira con una lettera aperta al marito che pubblicò nel quotidiano La Repubblica, esigendo che chiedesse perdono. Berlusconi si affrettò a soddisfare la richiesta.Mara è di Salerno e la sua biografia comprende attività in televisione, nel mondo dello spettacolo e della vita mondana. Ma la Carfagna ha studiato anche danza classica, canto ed è laureata in Diritto.Cosa sarebbe successo se Clinton avesse nominato Monica Lewinsky ministro, si è chiesto il deputato dell'opposizione Massimo Donadi. L'ex Pubblico Ministero del processo Mani Pulite di Milano, Antonio Di Pietro, duro oppositore parlamentare di Berlusconi, fece notare che non si può rifugiare nel privato chi nomina un ministro della Repubblica per motivi diversi dalle sue funzioni istituzionali.Di Pietro aveva accusato da poco di magnaccia ("cafischo" direbbe un argentino, ossia sfruttatore di donne) il primo ministro, dopo che il settimanale L'Espresso ha rivelato due settimane fa intercettazioni telefoniche con dialoghi fra Berlusconi e il direttore della RAI, la televisione privata, Antonio Saccà, nelle quali l'allora capo dell'opposizione e padrone della compagnia televisiva rivale, chiese al suo amico che desse un lavoro a 5 soubrette e attrici di poco rilievo. In particolare, Berlusconi segnalò Antonella Troise. «E' una pazza che dice che io la comprometto e si sta facendo pericolosa», gli disse. Per tutti la richiesta si dimostrava come una forma efficace per far tacere la Troise, vai tu a sapere perché.Per fermare la valanga che si stava approssimando, Berlusconi annunciò un decreto del suo governo per proibire la diffusione delle intercettazioni telefoniche. Poi disse che non erano necessarie nuove norme, dopo che i suoi amici lo calmarono e i magistrati napoletani che lo investigano affermarono che avrebbero distrutto le chiamate telefoniche senza rilievo penale. Ma in Italia è difficile che questo avvenga al 100%.In una conferenza stampa, ieri Berlusconi ha annunciato che non presenterà un decreto di esecuzione immediata ma un progetto di legge che si discuterà in Parlamento.«Nonostante tutto il fango che mi hanno lanciato i sondaggi dimostrano che gli italiani continuano ad appoggiarmi», ha assicurato il primo ministro conservatore.Berlusconi e la sua coalizione di centrodestra con la Lega Nord, vinse ampiamente durante le elezioni di aprile contro il Partito Democratico, la nuova forza di Centrosinistra che governava fino a quel momento e che successivamente perse anche il comune di Roma. Così, Silvio Berluconi divenne primo ministro per la terza volta nella sua vita.Quello che si vede sui giornali - ha detto ieri - si concentra su fatti che non hanno nulla a che vedere con il programma dell'esecutivo e portano in primo piano gli attacchi costanti di certa magistratura nei confronti di chi deve governare, eletto dal paese, tentando sovvertire il voto degli italiani."

09 luglio 2008

TORNEO CALCETTO!!!





Ciao,
in occasione della Prima Festa Democratica di Abano Terme, che si svolgerà presso il parco di Villa Bassi in via Appia Monterosso dal 18 al 28 Luglio, i ragazzi di LABORATORIO 48 organizzano il primo torneo di CALCETTO "RESISTENTE"
L' iscrizione al TORNEO è aperta a tutti, e non comprende alcuna quota d'iscrizione, chiediamo però la massima serietà a conferma dell'iscrizione.
Le squadre dovranno essere composte da un minimo di 4 ad un massimo di 7 giocatori, di cui 4 titolari e max 3 riserve.Non è previsto il ruolo del portiere. Consigliamo l'uso di scarpe da calcio (tacchetti da 13) o scarpe da tennis.
Il torneo si svolgerà indicativamente tra il 18 al 20 Luglio, tra le 18:00 e le 21:30; le date e gli orari ufficiali saranno stabilite in base alle iscrizioni pervenuteci.
Le iscrizione dovranno essere pervenute entro il 15 Luglio all'indirizzo: laboratorio48@gmail.com ; le iscrizioni arrivateci dopo il termine ultimo non saranno prese in considerazione.
Nell'iscrizione dovranno tassativamente presenti i seguenti dati: NOME SQUADRA - NOME REFERENTE - CELL E MAIL REFERENTE - COLORE MUTA.
In caso di maltempo le partite verranno recuperate.

In bocca al lupo a tutti i partecipanti, solo i conigli si tirano indietro :-)
A presto.
Laboratorio 48

02 luglio 2008

PADOVA CITTA' DELL'INTEGRAZIONE E DELLA LEGALITA'

GIOVEDI 3 LUGLIO
PRESSO IL PICCOLO TEATRO DON BOSCO
IN VIA ASOLO, A PADOVA
ALLE ORE 20:45

LABORATORIO 48 INSIEME A GENERAZIONE DEMOCRATICA E AL CIRCOLO ARMISTIZIO DEL PARTITO DEMOCRATICO, ORGANIZZA UN INCONTRO DIBATTITO SUL TEMA DELLA LEGALITA' E DELL'IMMIGRAZIONE CON OSPITI D'ECCEZIONE:


MONI OVADIA







FLAVIO ZANONATO

PIERO RUZZANTE
MATTEO CORBO

COORDINA PAOLO TOGNON
la serata sarà presentata da un video di nostra produzione, irriverente, simpatico ma allo stesso tempo preciso ed obiettivo, che introdurrà i temi trattati e fornirà dati precisi sui quali affrontare il dibattito in sala!




Venite numerosi e invitate famiglie, consocenti, amici, persone trovate per strada...dobbiamo diffondere notizie per poter scegliere il futuro con consapevolezza!!

29 giugno 2008

LAB48 SUITS YOU!!!

Personaliza il tuo LAB48!!
Da oggi puoi leggere le nostre notizie con la musica che ti piace di più!!
Lab48 ha la sua playlist personalizzabile!!All'apertura del nostro blog, partirà automaticamente il lettore musicale di Deezer.com con le canzoni selezionate da noi, con un rapido click si può scegliere di ascoltare la canzone che più preferite,o di spegnere il lettore se desiderate un pò di silenzio, il tutto mentre continuate a leggere i post e le notizie sulla nostra pagina principale.
Per personalizzare la playlist, basta semplicemente che ci inviate una mail con il titolo e l'autore della vostra canzone preferita, usando il comodo link Scrivi a LAB48 sul nostro sito.
Provvederemo rapidamente all'inserimento della canzone nella nostra playlist!
Inviateci le canzoni per arricchire la playlist e il sito di nuove sensazioni e di nuovi gusti musicali...e magari chissà potrebbe un giorno arrivare il cd di Lab48!!

P.S. L'inserimento nella canzone dipende dalla sua presenza nel database generale di deezer.


23 giugno 2008

ARRESTATECI TUTTI

Marco Travaglio attacca la legge contro le intercettazioni: «Si sta instaurando un regime. Io continuerò a pubblicare quel che so: disobbediente per informare» Non aveva ancora sentito la notizia dell'emendamento blocca-processi, che sospende i procedimenti per reati compiuti fino al 2002 e interrompe, in particolare, quello a carico di Silvio Berlusconi e l'avvocato Mills. Eppure il convincimento che con il Cavaliere premier l'Italia fosse sulla via del regime Marco Travaglio ce l'aveva già ben fermo in mente.Lo conferma in un pezzo per L'Unità nel quale commenta le misure anti-intercettazioni in chiave giornalistica: dal ddl Berlusconi-Ghedini-Alfano «l'informazione esce a pezzi, fino a scomparire - scrive -. Non si potrà più raccontare nulla, ma proprio nulla, fino all'inizio dei processi. Niente di niente. L'inchiesta sulla premiata macelleria Santa Rita, con la nuova legge, non si sarebbe mai potuta fare. Ma, anche se per assurdo si fosse fatta lo stesso, i giornali avrebbero dovuto limitarsi a comunicare che erano stati arrestati dei manager e dei medici: senza poter spiegare il perché».«Chi scrive qualcosa - prosegue Travaglio - è punito con l'arresto da 1 a 3 anni e con l'ammenda fino a 1.032 euro per ogni articolo pubblicato. Le due pene - detentiva e pecuniaria - non sono alternative, ma congiunte. Il che significa che il carcere è sempre previsto e, anche in un paese dov'è difficilissimo finire dentro (condizionale fino a 2 anni, pene alternative fino a 3), il giornalista ha ottime probabilità di finirci. E non basta, perché i giornalisti rischiano grosso anche sul fronte disciplinare: appena uno viene indagato per aver informato troppo i suoi lettori, la Procura deve avvertire l'Ordine dei giornalisti affinchè lo sospenda per 3 mesi dalla professione. Su due piedi, durante l'indagine, prim'ancora che venga eventualmente condannato. Così ti passa la voglia d'informare. Anche perché, oltre a pagare la multa, finire dentro e smettere di lavorare, rischi pure di essere licenziato».Ma non finisce qui, visto che «il sacrosanto diritto alla rettifica di chi si sente danneggiato o diffamato, già previsto dalla legge attuale, viene modificato nel senso che la rettifica dovrà uscire senza la replica del giornalista. Se Tizio, dalla cella di San Vittore, scrive al giornale che non è vero che è stato arrestato, il giornalista non può nemmeno rispondere che invece è vero, infatti scrive da San Vittore».Una situazione paradossale e allarmante, alla quale però il giornalista torinese non si arrende: «Personalmente, annuncio fin d'ora che continuerò a informare i lettori senza tacere nulla di quel che so. Continuerò a pubblicare, anche testualmente, per riassunto, nel contenuto o come mi gira, atti d'indagine e intercettazioni che riuscirò a procurarmi, come ritengo giusto e doveroso al servizio dei cittadini. Farò disobbedienza civile a questa legge illiberale e liberticida. A costo di finire in galera, di pagare multe, di essere licenziato. Mi auguro che altri colleghi si autodenuncino preventivamente insieme a me. Disobbedienti per informare. Arrestateci tutti». (Libero News)

19 giugno 2008

MOBILITAZIONE GENERALE CONTRO CHI DEMOLISCE LA GIUSTIZIA, LA DEMOCRAZIA E L'ITALIA

Questo è un invito ed allo stesso tempo un punto di partenza per far partire una difficile riflessione.Berlusconi ed i "suoi" in una settimana stanno devastando la giustizia italiana, con il solito decreto, o proposta di legge (anche lui ogni tanto ha tratti umani!!)all'insegna del solito cavallo di battaglia "ne libero 1000 per salvarne uno".Lodo-schifani, legge sulle intercettazioni, legge per sospendere i processi relativi al periodo precedente al 2002 (chissà come mai si è scelta questa data?!), decreto salva-rete4, stando molto attenti al decreto che autorizza l'uso dell'esercito per ragioni di sicurezza , che molti italiani potranno anche vedere di buon occhio ma crea un precedente pericoloso. In situazioni di "emergenza" futura non ci si farà più nessun problema a ricorrere alle forze armate per ristabilire l'ordine. Mi domando cosa succederà quando partiranno le manifestazioni di protesta contro le installazioni di base nucleari o per la costruzione del ponte di Messina. I mezzi nostri (le forze armate) per tutelare gli interessi di pochi insomma! La situazione è diventata insostenibile a tal punto che pure il "timido" Veltroni ha annunciato lo strappo, seguito, a breve distanza, dalla seccessione della Finocchiaro e dei suoi senatori.E' ora che noi associazioni, partiti, lavoratori onesti, semplici cittadini che credono nella Costituzione ci mettiamo in movimento, ci diamo una mossa per far sentire la voce di chi non ci sta a vedere il proprio paese andare a puttane!!In questo periodo estivo raggrupperemo le nostre forze per essere pronti ad una stagione di lotta (con gli strumenti che la Costituzione e la convivenza civile e pacifica ci ha messo a disposizione).E' arrivato il momento di mettere da parte i convegni ed i dibattiti alla cittadinanza, come pure le divisioni e le ipocrisie interne, c'è bisogno di sit-in di protesta, di manifestazioni, di fiaccolate, di girotondi, di critical-mass; ma c'è anche un gran bisogno di coinvolgere i partiti "democratici" perchè non è isolandosi che si ottengono i risultati. L'esperienza insegna!

03 giugno 2008

FERMIAMO L'INVASIONE

Riporto da corriere.it


VENEZIA - Blitz di esponenti e simpatizzanti della Lega Nord, poco dopo l'alba, a Mestre (Venezia) per bloccare i lavori di costruzione di un campo nomadi finanziato dal Comune con 2,8 mln di euro. Alla manifestazione - hanno riferito gli organizzatori - partecipano alcune decine di persone; alcuni di loro si stanno incatenando per impedire l'avvio dei lavori che, già previsti per i giorni scorsi, stanno subendo dei rinvii.Oltre agli esponenti del Carroccio, sono presenti i rappresentati del comitato di cittadini contrario alla costruzione del campo, che è destinato a una comunità sinti che da decenni vive a Mestre. Sono previste piccole casette con annessa, a ciascuna, lo spazio per parcheggiare una roulotte. «Il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari - ha detto il capogruppo della Lega in consiglio comunale, Alberto Mazzonetto - con questa iniziativa ha tradito i veneziani. I costi del campo incideranno sulla finanza locale e impediranno altre opere che sono prioritarie. A Venezia c'è una emergenza abitativa per almeno 2000 persone, sfrattate o prive di casa: i soldi per il campo dovevano andare a loro. Per Cacciari vengono prima i nomadi che i veneziani indigenti». Fine citazione

Bè ma perchè vi incatenate? Non serve a niente! Non penserete mica di avere del seguito mediatico o di fare tanto rumore incatenandovi ad un palo! E' proprio vero che l'uomo non impara niente dal passato! Pochi giorni fa a Napoli buttavano molotov contro un campo rom, e voi a Venezia vi incatenate? Non sapete proprio come si fa!
Bisogna colpire con azioni forti e dure tutta questa gentaglia che entra qui e pensa di comandare,di fare quello che vuole. Così poi non entrano più!!! Si le fermiamo tutti, l'Italia agli Italiani, perchè gli italiani sono meglio degli altri, gli italiani non sono mai andati in casa altrui a disturbare, mai emigrati in Argentina, negli USA, mai andati a colonizzare l'Etiopia, gli italiani sono persone per bene, non stuprano, non fanno stragi in famiglia, non rubano, e men che meno sono mafiosi.
I padani poi sono gli italiani migliori tra gli italiani, perchè? Bè perchè loro ce l'hanno duro e su questo non si discute!Loro si che sono dei veri esempi: a Napoli hanno i rifiuti e invece qui le città brillano; a Napoli e al sud Italia hanno le mafie, qui sono tutti onesti: "Ma Saviano dice che..." "Saviano? E chi zeo?"
Si li fermiamo tutti, fermeremo l'invasione...

Per concludere il mio intervento alquanto sarcastico (spero lo si sia notato), torno cinicamente alla realtà citando da http://www.edscuola.it/archivio/interlinea/poverta.htm :

"....................Nel mondo, l'estrema povertà confina con l'abbondanza. Dei 6 miliardi di abitanti del pianeta, 2,8 miliardi hanno meno di 5.000 (2,5 euro) lire al giorno per sopravvivere, e 1,2 miliardi meno di 2.500 (1,3 euro) lire al giorno. Ma la povertà non è solo mancanza di soldi.
Povertà è l'umiliazione, la sensazione di essere dipendenti da altri, di essere obbligati ad accettare offese, disprezzo, e trovare indifferenza quando si cerca aiuto."

Più di 4 miliardi di persone vivono in queste condizioni...Pensate che li fermeremo tutti?

Credo che comportamenti come quello di Napoli e di Venezia siano orribili, ma ancora più orribile è la Lega che facendo leva sulle paure della gente ambisce a cariche di governo.
Una forza politica avrebbe il compito di vincere le paure, non di alimentarle; l'immigraione esiste e ci sarà sempre, e non è con la rabbia che si sconfigge ma con politiche di integrazione per chi lavora e si impegna a rispettare la nostra comunità perchè di questa comunità si sente parte.
Gli illeciti vanno puniti in base alla legge non in base alla provenienza.

A.B.

Segnalo inoltre: Giovedi ore 10:00 palazzo del Bo'
Conferenza sul tema Mafia con Salvatore Borsellino (fratello di Paolo ucciso nell'attentato di via D'amelio) e Benny Calasanzio.

28 maggio 2008

DECRETO SALVA RETE 4: INTERVENGA L'UNIONE EUROPEA

Riporto sul tema, un articolo di Giulietto Chiesa.


Il governo italiano ha reso noto un decreto legislativo di estrema gravità, in quanto completamente illegittimo rispetto alla normativa europea. Detto decreto conferma e protrae nel tempo, fino al 2012, la possibilità di Rete 4, di proprietà di Mediaset, di continuare a usare una frequenza analogica che non le spetta più da tempo. Mi riferisco, signora commissaria, alla sua risposta del 15 aprile 2008, nella quale ella ricordava che la Commissione aveva avviato nel luglio 2006 una procedura d'infrazione contro l'Italia ai sensi dell'art. 226 TCE, riferita alla disciplina italiana per il passaggio dall'analogico al digitale. Su questa stessa materia, in cui l'Italia è fuori dalla legge europea (ma in verità à fuori anche alla legge italiana perché il governo non rispetta ben due pronunciamenti della Corte Costituzionale italiana), l'attuale governo appare intenzionato a insistere nella violazione delle norme. Lo fa, per giunta, attraverso un decreto-legge, il cui scopo evidente è quello di evitare un dibattito parlamentare. Le chiedo, Signora Commissaria, cosa intende fare lei, a nome della Commissione Europea, per impedire che il regime transitorio a favore di reti esistenti, già illegalmente procrastinato più volte, in evidente regime di conflitto d'interessi, non sia ulteriormente riconfermato. Le sottolineo, Signora Commissaria, che si tratta qui, in primo luogo, di materia che attiene alle libertà dei cittadini, come quella di poter ricevere un'informazione pluralista. Siamo in presenza di uno stato dell'Unione che viola norme fondamentali dell'Unione stessa. Compito primario dell'Unione è assicurare che il diritto comunitario venga applicato dai suoi membri senza eccezioni o deroghe.



Ricordo poi che oggi alle ore 21:00 in Fornace Carotta, avverrà un incontro con Marco Travaglio
organizzato da Cittadiniattivi.
Per info: www.citadiniattivi.it

20 maggio 2008

UNA GIORNATA DA RICORDARE

Il giorno 15 maggio, meglio tardi che mai, laboratorio '48 ha organizzato un incontro presso la scuola media "Ruzante" tra i ragazzi del terzo anno e l'on. Emilio Pegoraro, impegnato in prima persona nella guerra di resistenza partigiana contro il nazifascismo.Possiamo dirci davvero soddisfatti dell'iniziativa, soprattutto per il calore che ha accolto il nostro ospite, anziano si, ma con una memoria ancora talmente fresca da suscitare in due ore di intervento un sincero entusiasmo tra le professoresse e i ragazzi, emozioni forti e curiosità generale.Abbiamo ritenuto doveroso organizzare questo incontro per portare a tutti questi ragazzi di terza media un messaggio chiaro e preciso: l'Italia e la sua coscienza democratica è risorta per mano della lotta partigiana che ha avuto inoltre il merito di unire una nazione, devastata dalla guerra, superando qualsiasi distinzione politica. Unità nazionale insolita per i giorni nostri, figurarsi in quegli anni.Ricordare la Resistenza significa, indirettamente, ricordare la nascita di una Costituzione che non è altro che il frutto, di questa ritrovata unità nazionale.E' anche per questo motivo che il nostro ospite si è presentato all'appuntamento con una pila di libricini (stampati dalle tre maggiori associazioni partigiane di Padova) contenenti la Carta Costituzionale, da distribuire ai ragazzi. Un gesto allo stesso tempo nobile e di una utilità lodevole.Questo incontro ha poi come ultima motivazione, cercare di riportare i ragazzi alla verità dopo anni di incessante revisionismo storico che comincia a fare vedere le sue pericolose e indegne conseguenze nel nostro paese(i fatti di Verona non possono non essere citati come un palese esempio). I ringraziamenti sono d'obbligo e sono rivolti chiaramente all'on. Emilio Pegoraro, a Tito Zullian dell'ANPI, alle professoresse ed alla preside della scula media "Ruzante" e infine a questi ragazzi, che hanno dimostrato una maturità ed un interesse che ultimamente sembrava svanito.