24 dicembre 2007

BUONE FESTE da Laboratorio'48

Durante la sua attività, Laboratorio'48 ha raccolto dei fondi che vengono destinati per l'aiuto della popolazione Etiope, grazie al lavoro costante dell'associazione Nuova Famiglia-Addis Beteseb e alla collaborazione della polisportiva Nova Sper di Monterosso e al gruppo sportivo di Monteortone.
In questi ultimi mesi della nostra attività abbiamo potuto dare un nuovo contributo di 250 euro, 45 dei quali raccolti grazie all'iniziativa sviluppata con laRete su Enzo Biagi.
A questi soldi devono essere sommati i cento euro da noi donati nel dicembre scorso e i trecento donati a giugno.
Qui sotto trovate uno slideshow sul lavoro che viene svolto in Africa anche grazie al vostro sostegno.
Vi ringraziamo sentitamente per la vostra collaborazione e speriamo che la consapevolezza di un simile gesto, possa essere un sentito regalo per tutti voi.
Auguri e buone feste,
Laboratorio'48

22 dicembre 2007

APPELLO A RITA BORSELLINO

Come già in altre occasioni pubblibichiamo un post tratto dal blog di Benny Calasanzio, forse questa è davvero l'ultima speranza per la legalità nel nostro Paese. Questa ultima chance per un Italia diversa ha bisogno del sostegno di tutti noi.

Quello di oggi è un appello. Una richiesta di aiuto che spero otterrà un ampio numero di sottoscrizioni. E’ da un anno e mezzo che scrivo ai partiti, che parlo con i segretari, con i ministri della repubblica. Ho cercato, nel mio piccolo, di spingerli a fare pulizia, a dare la possibilità a tutta quella gente particolarmente sensibile alle tematiche della legalità di sentirsi rappresentata, di partecipare attivamente alla vita socio-politica della Sicilia. La situazione, sin dall’inizio, non era rosea. Adesso è nera come la pece. Pochi giorni fa abbiamo avuto la conferma che anche il nuovo Pd continuerà nel solco delle altra formazioni politiche: “Tutti con noi, anche i collusi, purchè portiate voti”. La speranza che era l’ultima a morire, si è suicidata. La richiesta di oggi viene da un baratro, dall’ultimo stadio. E va nella direzione dell’unica persona che oggi può ridare fiducia ad una regione rassegnata, che si è abituata ai processi ai suoi politici, alle indagini giudiziarie. In questi giorni ho pensato tanto a questo, se fosse il caso, se fosse fattibile. Ma ho bisogno di un punto di riferimento, ho bisogno di un istituzione accanto. Perché allontanarci noi dalla politica anziché scacciare tutti quelli che la insudiciano? Io chiedo, da questo blog, che Rita Borsellino prenda in mano la situazione. Indipendentemente dalla sentenza del processo a Don Cuffaro, indipendentemente dalle elezioni. Rita Borsellino è l’unica che può rappresentare quello che da anni chiediamo da questo piccolo porto della speranza: pulizia, onestà, coraggio. Una donna che da 15 anni non si ferma un attimo. Io mi fido solo di lei. Torni in campo senza aspettare investiture degli altri partiti che ragionevolmente la ostacoleranno. La gente è con lei. Non dico di fondare un partito dall’oggi al domani (quello può farlo solo papa Berlusconi) ma di farsi vertice e propulsore di un movimento politico che attiri tutta la gente delusa, schifata. Ha già fondato il movimento "Un’altra storia". Un movimento figlio della bellissima esperienza delle elezioni regionali, di quella campagna elettorale senza precedenti. Cominciamo con l’avvicinarci a quello. E convinciamo Rita Borsellino che forse la Sicilia è matura per sceglierla. Signori, vi chiedo di riflettere e parlarne tra di voi, scrivermi, incontrarci. Non so se condividete questa richiesta, ma se lo fate, fatevi sentire. E’ un qualcosa che nasce dalla rabbia di non poter neanche andare a votare, di perdere un diritto, di non poter impegnarsi politicamente. Perché se oggi lo fai, rischi di girarti e di trovarti accanto Cuffaro, Crisafulli, Mercadante, Campanella e altri galantuomini. Abbandoniamo gli schieramenti. Ma cosa vuol dire centrodestra e centrosinistra se la prima in Sicilia è rappresentata da un probabile favoreggiatore della mafia e la seconda ha eletto alla camera uno che parlava di affari con un mafioso? Io ai miei diritti non ci rinuncio. E chiedo a Rita Borsellino di farsi portabandiera, ancora una volta, di questa richiesta, di questo bisogno fisiologico. Siamo stati sconfitti alle elezioni regionali, ma abbiamo conquistato il 41,63% dei consensi contro il 53,08% dell’alfiere dei probabili collusi. Ma qualcuno dimentica che cinque anni prima Cuffaro aveva vinto con il 59,1% e il centrosinistra si era fermato al 36,6%. Cara Rita, io per te ho preso un treno per 24 ore, sono partito da Padova solo ed unicamente per sceglierti, per dimostrarti non la fedeltà ad un segretario di partito, ma l’affetto ad una donna che mi ha accompagnato nel percorso della lotta alla criminalità come un faro. Più di mille persone con me su quel treno con un sogno, quello di cambiare la Sicilia partendo dal vertice politico. Di farla ripartire questa benedetta primavera siciliana, di farlo esplodere nell'aria il profumo della libertà di cui parlava Paolo. Adesso sono io che ti chiedo un sacrificio. Vai avanti senza pensare, io ci sarò, e qualcosa mi dice che non sarò l’unico.
P.S. Fate girare questo post, mettetelo sul vostro blog, fatelo vostro, modificatelo, fate quello che volete ma se ci credete fatevi sentire e non demandiamo ad altri un impegno che dobbiamo prenderci in prima persona.

21 dicembre 2007

L'Italietta s'è desta.

Ci saranno ancora magistrati disponibili a indagare sui potenti, sui ricchi e sui politici? Io credo che saranno davvero pochi. Negli anni passati, da destra e da sinistra, la magistratura più coraggiosa e competente è stata mazzolata a dovere. Il caso Forleo è emblematico.

Il procuratore generale della Cassazione Mario Delli Priscoli, vuole metterla in castigo non per le tante balle che hanno raccontato i giornali e le tv: esposizione mediatica, lacrime, rifiuto della scorta, pressioni subite e raccontate da altri magistrati i quali da veri cuor di leone hanno subito smentito. No, al Procuratore generale di tutto questo non frega niente.La Forleo deve essere punita per l'ordinanza con la quale chiama in causa il gota dei Ds, defunto ma rimpiazzato dal partito democratico, sempre vivi e vegeti. In particolare D'Alema e Latorre, più dalemiano di D'Alema. Giuristi di rango hanno spiegato che la legge Boato era una schifezza. Non importa, quel giudice ha esorbitato ed è andata oltre il si dice ma non si fa, tipico di questa Repubblica delle banane. Il più grande processualista italiano, Franco Cordero, ha scritto che Forleo non poteva fare diversamente. E chi se ne frega. Ma come si permette un giudice, donna per di più, di dire che D'Alema e Latorre hanno partecipato attivamente al progetto della scalata Unipol di Consorte? L'avvocato della Forleo spiegherà al Procuratore generale che le intercettazioni telefoniche sono chiare e che i due erano parte attivissima e non solo spettatori e tifosi e che hanno ricevuto informazioni riservate che costituiscono reati. Ma, Lui, il Procuratore Generale farà finta di non capire, dirà che Cordero non fa testo,che la legge è si uguale per tutti ma, come nella Fattoria degli animali di Orwell, alcuni sono sempre più uguali degli altri. Molti, ingenuamente, pensavano che estromesso Berlusconi dal governo sarebbe cambiato tutto e che i magistrati avrebbero potuto fare tranquillamente il loro lavoro. I fatti, ampiamente previsti, peraltro, dimostrano che così non è. Nella Repubblica delle banane solo i grulli possono continuare a pensare che i magistrati sono autonomi e che la legge è uguale per tutti. D'altronde, di fronte alla cronaca nera e al gossip che invade i tg, queste non sono altro che Bazzecole. Senza giudici come Forleo, Ricucci sarebbe oggi il padrone del Corriere; Gnutti avrebbe comprato e venduto la Fiat come ha fatto con Telecom e avrebbe licenziato Marchionne. Fiorani avrebbe dato direttive e consigli al governatore Fazio rimasto al suo posto. L'italietta si ridesta e chi rompe il giocattolo deve pagare .


di Elio Veltri - Megachip

17 dicembre 2007

FINANZIARIA, ARMI, POLITICA...CHE VERGOGNA!

"Rimango esterrefatto che la Sinistra Radicale (la cosiddetta Cosa Rossa) abbia votato, il 12 novembre, con il Pd e tutta la destra, per finanziare i CPT, le missioni militari e il riarmo del nostro paese.
Questo nel silenzio generale di tutta la stampa e i media. Ma anche nel quasi totale silenzio del “mondo della pace “. Ero venuto a conoscenza di tutto questo poche ore prima del voto. Ho lanciato subito un appello in internet: era già troppo tardi. La “frittata“ era già fatta. Ne sono rimasto talmente male, da non avere neanche voglia di riprendere la penna. Oggi sento che devo esternare la mia delusione, la mia rabbia. Delusione profonda verso la Sinistra Radicale che in piazza chiede la chiusura dei “lager per gli immigrati”, parla contro le guerre e l'imperialismo e poi vota con la destra per rifinanziarli. E sono fior di quattrini! Non ne troviamo per la scuola, per i servizi sociali, ma per le armi SI'! E tanti!! Infatti la Difesa per il 2008 avrà a disposizione 23,5 miliardi di euro: un aumento di risorse dell'11 rispetto alla finanziaria del 2007, che già aveva aumentato il bilancio militare del 13%. Il governo Prodi in due anni ha già aumentato le spese militari del 24%!! Ancora più grave per me è il fatto dei soldi investiti in armi pesanti. Due esempi sono gli F35 e le fregate FREMM. Gli F35 (i cosiddetti Joint Strike Fighter) sono i nuovi aerei da combattimento (costano circa 110 milioni di Euro cadauno). Il sottosegretario alla Difesa Forcieri ne aveva sottoscritto, a Washington, lo scorso febbraio, il protocollo di intesa. In Senato, alcuni (solo 33) hanno votato a favore dell' emendamento Turigliatto contro il finanziamento degli Eurofighters, ma subito dopo hanno tutti votato a favore dell' articolo 31 che prevede anche il finanziamento ai satelliti spia militari e le fregate da combattimento FREMM. Per gli Eurofighters sono stati stanziati 318 milioni di Euro per il 2008, 468 per il 2009, 918 milioni per il 2010, 1.100 milioni per ciascuno degli anni 2011 e 2012! Altrettanto è avvenuto per le fregate FREMM e per i satelliti spia. E' grave che la Sinistra, anche la Radicale, abbia votato massicciamente per tutto questo, con la sola eccezione di Turigliatto e Rossi, e altri due astenuti o favorevoli. Purtroppo il voto non è stato registrato nominativamente! Noi vogliamo sapere come ogni senatore vota ! Trovo gravissimo il silenzio della stampa su tutto questo: una stampa sempre più appiattita! Ma ancora più grave è il nostro silenzio: il mondo della pace che dorme sonni tranquilli. E' questo silenzio assordante che mi fa male. Dobbiamo reagire, protestare, urlare! Il nostro silenzio, il silenzio del movimento per la pace significa la morte di milioni di persone e dello stesso pianeta. La nostra è follia collettiva, pazzia eretta a Sistema. E' il trionfo di ”O' Sistema”. Dobbiamo riunire i nostri fili per legare il Gigante, l'Impero del denaro. Come cittadini attivi non violenti dobbiamo formare la nuova rete per dire No a questo Sistema di Morte e un Sì perché vinca la Vita."

Alex Zanotelli

11 dicembre 2007

MANIFESTAZIONE EUROPEA CONTRO LA BASE U.S.A. "DAL MOLIN"


Lo scorso 17 febbraio (c’eravamo anche noi!!), il COMITATO DAL MOLIN ha dimostrato quanto grande è il movimento che vuol battersi contro la guerra e la militarizzazione del territorio, per la difesa della terra e la costruzione di nuove pratiche di democrazia; ma Vicenza, da sola, è insufficiente a sostenere questa lotta che, pure, accomuna gran parte della popolazione locale: Vicenza è solo un villaggio nella grande comunità che crede in un altro mondo possibile. Abbiamo bisogno, ancora una volta, della vostra condivisione, della vostra partecipazione, della vostra solidarietà.
A dicembre,è stata convocata una tre giorni europea di confronto, contaminazione, approfondimento. - “vogliamo allargare i nostri orizzonti, conoscere nuove comunità, condividere altre lotte. Ma vogliamo, anche, dimostrare che la vicenda del Dal Molin è ancora aperta: per questo il 15 dicembre un grande corteo attraverserà le strade della nostra città. Abbiamo sempre detto che se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che comincia. Vi chiediamo di condividere il nostro sogno, ancora una volta, perché una terra senza basi di guerra possa diventare realtà.”-

Se non ora, quando? Vicenza chiama, ancora una volta: e noi siamo sicuri che risponderanno in tanti. Perché Vicenza vive già al di fuori dei suoi confini.

Laboratorio ’48 torna a Vicenza, 10 mesi dopo, per continuare ad esprimere la propria solidarietà al “comitato Dal Molin” ed alla città intera.
Chi volesse partecipare con noi alla manifestazione ci contatti al nostro indirizzo laboratorio48@gmail.com
La partenza è prevista per le ore 12:00 per raggiungere il concentramento della manifestazione fissato per le 14:00 davanti al piazzale della stazione di Vicenza.

Ci si recherà a Vicenza autonomamente, non sono previste dunque pulmann o corriere.

10 dicembre 2007

INCONTRO CON L'AUTORE

Alexandre Uwambajimana
presenta il suo libro:

“HO ATTRAVERSATO LA NOTTE”

“Ho visto assassinare alcuni dei miei parenti, fratelli, amici e conoscenti. Anche chi non ha perso nessuno dei suoi cari, ma ha vissuto queste atrocità porterà, per il resto della vita, un segno indelebile. Sfido chiunque affermi di sentirsi in pace, dopo essere scampato ai machete e aver assistito alla macellazione dei vicini. Non posso poi non dirvi che il Ruanda, la terra che mi ha cresciuto, prima della guerra era un'altra cosa, un Paese che non smetterò di amare, di cantare e di raccontare".

VENERDÌ 14 DICEMBRE 2007 ORE 21:00

PRESSO IL CENTRO SOCIALE CULTURALE “ARMISTIZIO” VIA ROMANA APONENSE 125 (DI FRONTE CENTRO COMMERCIALE “IL BORGO”)
La serata sarà una valida occasione per riflettere su uno dei più grandi massacri perpetrati nella storia del XX secolo: dal 6 aprile alla metà di luglio del 1994, circa 100 giorni, vennero massacrate sistematicamente (a colpi di armi da fuoco, machete e bastoni chiodati) una quantità di persone stimata da 800.000 e 1.071.000. Le vittime furono in massima parte di etnia Tutsi; i Tutsi erano una minoranza rispetto agli Hutu, gruppo etnico maggioritario a cui facevano capo i due gruppi paramilitari principalmente responsabili dell'eccidio.
La presenza in sala dell'autore permetterà di avere una testimonianza diretta sui fatti troppo spesso taciuti o minimizzati dai mass media. Capire cosa davvero significa la guerra serve a non dare per scontata la pace.

05 dicembre 2007

STATO A ROVESCIO

Navigando in rete mi sono imbattutto in un bellissimo esempio di condivisione della conoscenza, del sapere, senza intermediari o censure varie. Lo scrittore Nicola Andrucci ha messo un line il suo libro inchiesta sul Processo a Marcello Dell’Utri per “Concorso esterno in associazione mafiosa”. La sua amicizia e gli affari con Silvio Berlusconi.

Riporto dalla sua pagina web :

Il Processo Palermitano a carico di Marcello Dell’Utri è stato un punto di svolta nella scena politica degli ultimi anni. Per la prima volta un alto esponente politico è stato riconosciuto colpevole di”concorso esterno in associazione mafiosa”.In un Paese normale ciò avrebbe suscitato forte indignazione e reazioni politiche univoche, invece in tanti si sono mossi a difesa di un politico che, con Sentenza di un Tribunale Italiano, è stato riconosciuto colpevole di un reato gravissimo.Il procedimento dovrà ancora vedere successivi gradi di giudizio (e quindi, ai sensi della Costituzione Italiana, si ha la presunzione di innocenza fino a quando non ci sarà sentenza definitiva), e molto probabilmente si arriverà fino in Cassazione, poiché Dell’Utri non è un politico “normale”, ma il co-fondatore, assieme a Silvio Berlusconi, del movimento politico Forza Italia; un uomo vicino al Cavaliere da tantissimi anni.Effettivamente l’Italia è un Paese strano, lo disse a suo tempo persino Fedele Confalonieri, uno dei più stretti collaboratori di Silvio Berlusconi, il quale proferì queste parole, riferendosi alla discesa in campo di Berlusconi:“L’Italia non è un paese normale. Anche un caso anomalo come Berlusconi va compreso nel contesto del Paese. Non ha fatto niente di più grave di un qualsiasi uomo d’affari italiano”.Questo non è un testo di ipotesi, teoremi, illazioni. questo è un testo di fatti, realmente accaduti e documentati. Vengono qui narrati accadimenti, eventi certi, senza lasciare spazio a supposizioni o incertezze.Il Processo a Marcello Dell’Utri, Senatore di Forza Italia, per “Concorso esterno in associazione mafiosa”. La sua amicizia e gli affari con Silvio Berlusconi.Una storia iniziata negli anni Settanta e giunta fino ai giorni nostri.
All'interno del libro è presente un articolo di Marco Travaglio che il giornalista mi ha cordialmente concesso.

PER SCARICARE IL LIBRO

http://lineagoticafight.blogspot.com/2007/10/il-processo-marcello-dellutri-per.html

24 novembre 2007

GRAZIE A TUTTI

La serata in memoria di Enzo Biagi organizzata ieri sera a Palazzo Moroni è stata davvero un successo, sia per la presenza in sala, sia e soprattutto per l'interessante contributo datoci dagli ospiti intervenuti in sala.
A presto pubblicheremo le foto con il resoconto della serata, nel frattempo ecco i video che abbiamo montato noi di Lab48 e che abbiamo proiettato ieri all'iniziao e alla fine della serata.
Grazie a tutti per aver ricordato Enzo Biagi per la sua umanità, professionalità, ma soprattutto per l'idea di libertà che purtroppo pochi o nessuno rispecchiano come lui.
Grazie per aver partecipato,
"Libertà è partecipazione" Giorgio Gaber.








18 novembre 2007

CIAO ENZO

“La libertà è come la poesia:
non deve avere aggettivi,
è libertà”


Dopo la morte di Enzo Biagi molti commenti, servizi e articoli di giornale hanno reso merito all’uomo e al cronista, come a lui piaceva definirsi.
E questo è un fatto.
Pensiamo, però, sia importante che almeno per qualche ora la trasmissione dei ricordi non sia filtrata dalla televisione o dalla carta stampata.
Questa, invece, è un’opinione.
Perché Enzo Biagi occupa un ruolo di primo piano nella storia del giornalismo? Cosa lascia in eredità?
Cosa ha cercato di trasmettere alle giovani generazioni?
Queste sono domande.


Ne parliamo con:


Loris Mazzetti
Responsabile della trasmissione “Il Fatto” e autore de “Il libro nero della RAI”
Giuseppe Giulietti
Deputato gruppo parlamentare PD - L’Ulivo alla Camera
Maria Luisa Vincenzoni
Giornalista Rai – conduttrice TgR
Carlo Fumian
Docente di Storia contemporanea dell’Università di Padova





VENERDÌ 23 NOVEMBRE 2007 ORE 20:45
SALA L. PALADIN DI PALAZZO MORONI


laRete ( Laboratorio’48 – Generazione Democratica – Studentiper )in collaborazione con Pensare Democratico

13 novembre 2007

IL PAPA DAL COMMERCIALISTA

Di Doriana Goracci

La Commissione europea ha inviato al governo italiano una lettera in cui chiede dei chiarimenti sulle agevolazioni fiscali di cui beneficiano la Chiesa e altri enti non commerciali. Lo riferisce Apcom da fonti qualificate, che spiegano che l'Italia ha ora 30 giorni per rispondere ad una "vasta serie di domande".


Per ora non ci sarebbero "valutazioni di merito", e l'azione della Commissione rientra ancora in una fase preliminare di analisi della questione. La misura fu decisa dall'Esecutivo di Silvio Berlusconi durante la passata legislatura e non è stata ritirata dalla squadra di Romano Prodi attualmente al potere. La Commissione europea ha intimato a Roma di inviare una spiegazione entro 30 giorni, la misura potrebbe infatti violare le norme continentali sugli aiuti di Stato. Il 1992 è l'anno di nascita dell'Ici. La legge istitutiva del tributo stabilisce, infatti, non solo chi deve pagare, ma anche chi ne è esentato. Non sono soggetti all'imposta gli immobili degli enti pubblici, gli edifici di culto della Chiesa cattolica (le chiese e le loro pertinenze: ad esempio i locali dove si fa il catechismo, la casa canonica, l'oratorio) e anche quelli di tutte le confessioni religiose che hanno stipulato un'intesa con lo Stato. Sono esenti, inoltre, quegli immobili degli enti non commerciali (cioè senza fini di lucro) che siano esclusivamente destinati a una serie di finalità elencate nella legge: e cioè attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative, sportive.In questo gruppo rientrano anche gli enti ecclesiastici. A quanto pare tutte queste attività non sono così esclusivamente di natura commerciale.Il Trattato dell'Unione Europea all'art. 87 vieta le agevolazioni fiscali che avvantaggino solo alcune imprese che operano nel mercato (ossia le agevolazioni selettive). Gli aiuti vanno valutati in base agli effetti che producono sul mercato e sulla concorrenza. Basta la prevalenza non commerciale, e si rientra nell'agevolazione. Nessuno si sogna di cacciare nessuno dal tempio, figurarsi... La stagione della caccia, vede altre prede e altre battute in territori assai più scandalosamente dediti a quanto pare al mercato. Eppure quella lettera è come un colombo viaggiatore che non si annuncia ma annuncia e reca un segnale, spero davvero di giustizia, sia pure fiscale.

06 novembre 2007

ENZO BIAGI

Non ritengo di essere all'altezza di rendere dignitoso omaggio a Enzo Biagi, tanta era la sua dignità professionale e umana.
Biagi è la libertà, è la democrazia.






Dopo le dimissioni forzate da "Epoca"
« Ero l'uomo sbagliato al posto sbagliato: non sapevo tenere gli equlibri politici, anzi proprio non mi interessavano e non amavo stare al telefono con onorevoli e sottosegretari [...] Volevo fare un telegiornale in cui ci fosse tutto, che fosse più vicino alla gente, che fosse al servizio del pubblico non al servizio dei politici »








"La democrazia è fragile, e a piantarci sopra troppe bandiere si sgretola"










"Credo che la libertà sia uno dei beni che gli uomini dovrebbero apprezzare di più. La libertà è come la poesia: non deve avere aggettivi, è libertà"

"Scompare con Enzo Biagi una grande voce di libertà. Egli ha rappresentato uno straordinario punto di riferimento ideale e morale nel complesso mondo del giornalismo e della televisione, presidiandone e garantendone l'autonomia e il pluralismo. Il suo profondo attaccamento - sempre orgogliosamente rivendicato - alla tradizione dell'antifascismo e della Resistenza lo aveva condotto a schierarsi in ogni momento in difesa dei principi e dei valori della Costituzione repubblicana". Giorgio Napolitano.



"Ho sempre sognato di fare il giornalista, lo scrissi anche in un tema alle medie: lo immaginavo come un "vendicatore" capace di riparare torti e ingiustizie [...] ero convinto che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo "









"Fa una triste impressione questo spirito intollerante e induce a guardare al futuro con qualche preoccupazione. Sono sempre meno quelli disposti a difendere il diritto di esprimere un'idea, anche se è contraria alla nostra, o a considerare intelligenti quelli che non la pensano come noi" 4 Aprile 1996





"Si può essere a sinistra di tutto, ma non del buon senso."

"Sto dall'altra parte, quella che simpaticamente il premier ha definito «coglioni». Credo che tutti i giovani, figli di ricchi o di poveri, debbano avere gli stessi diritti allo studio e uguali possibilità nell'affrontare la vita; credo nella magistratura, nella sua indipendenza, e che tutti possano difendersi qualunque sia il conto in banca, quindi non credo alle trame; credo nella libertà di espressione, cioè giornali e televisioni liberi di criticare il potere; credo che non debbano esserci prevaricazioni né leggi ad personam, per sé, familiari o amici; credo che la pace debba sempre vincere sulla guerra; infine credo che non si debbano imbarcare fascisti e neonazisti per un pugno di voti. Non mi fido di chi ha avuto cinque anni e li ha spesi male. E non ho mai sopportato quelli che fanno promesse e non le mantengono. (dal Corriere della Sera, 9 aprile 2006) "

Parlando del 25 Aprile:
"Una data che è parte essenziale della nostra storia: è anche per questo che oggi possiamo sentirci liberi. Una certa Resistenza non è mai finita. (da La mia Italia che non si arrende, Corriere.it, 23 aprile 2007) "










"Nei cinque anni di governo del centrodestra, mai una volta Silvio Berlusconi si è fatto vedere in piazza il 25 aprile, mai una parola dedicata agli antifascisti, d'altra parte governare con gli eredi di Mussolini ha un prezzo che si deve pagare. Comunque, il Cavaliere, in piedi a Milano in piazza del Duomo, al fianco di partigiani come Ciampi, Boldrini e poi Tina Anselmi, Oscar Luigi Scalfaro, Massimo Rendina, Checco Berti Arnoaldi, Giovanni Pesce, Bruno Trentin, Giorgio Bocca, Pietro Ingrao, Rossana Rossanda, Giuliano Vassalli, e i compianti Luigi Pintor e Aldo Aniasi, sarebbe stato ridicolo nonostante il ruolo istituzionale. "




"Si è addormentato sereno - ha raccontato Bice - devo dire che aveva programmato come sempre tutto anche per noi. Ci ha fatto dormire qualche ora, a me e a mia sorella, e ci ha aspettati. Siamo stati insieme". Ai giornalisti che le hanno chiesto un ricordo del padre, la donna ha risposto: "Mi rendo conto che voi tutti ricordate Enzo Biagi. Io mi ricordo mio padre e sono grata a tutti quelli che in questi giorni mi hanno dimostrato tanto bene. Non dico che per noi è una scoperta, ma certo, noi siamo le sue figlie e ci ha stupito. Io ho perso un padre, sono solo più sola".





04 novembre 2007

Odio gli indifferenti

Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E' la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto ad ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta già costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'é in essa nessuno che stia dalla alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Peciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

Antonio Gramsci, 11 febbraio 1917

01 novembre 2007

CARO MINISTRO....

Oggi ho trovato questo Post sul blog del Mnistro delle Comunicazioni Paolo gentiloni:



Se la bella tv fa anche ascolti


Stamattina aspettavo con particolare curiosità i dati Auditel di ieri. Mi aveva colpito, infatti, Il sergente di Marco Paolini messo in onda in prima serata da La 7. Un pezzo di teatro straordinario. Il racconto di Rigoni Stern reso con un ritmo sorprendente e con le voci dei militari italiani -voci di gente povera del nord, voci dell'altopiano di Asiago- che l'interpretazione di Paolini faceva sembrare reali. Ero rientrato a casa quando il programma era già in onda da un'ora, sono rimasto a guardarlo fino alla fine.E gli ascolti? mi chiedevo ieri sera. Che ascolti farà un lungo monologo su una storia drammatica di miseria e guerra?Ha fatto quasi il 6%, il doppio dell'ascolto della rete. Oltre un milione e duecentomila telespettatori. Davvero una bella notizia. Complimenti a Paolini, a Rigoni Stern e a La 7 che ha avuto il coraggio di proporlo in prime time.Lo segnalo ai coltivatori del luogo comune per cui i programmmi di qualità (che siano film o inchieste giornalistiche, documentari o pezzi di teatro, musica o intrrattenimento intelligente) non farebbero ascolti.Non è sempre così. Anzi ho l'impressione che le smentite a quel luogo comune siano talmente numerose che forse sarebbe il caso di abbandonarlo.



Bravo ministro, complimenti per esserti accorto che si può e si deve fare un tv diversa da quella dei reality, delle soap opera e dei tg pieni di gossip, ma quanti anni sono passati dal famoso Vajont di Paolini su rai 2? anche allora gli ascolti furono incredibili ma non si è pensato di fare almeno della rai(essendo la tv pubblica) un'emittente di qualità da contrapporre ai programmi delle reti commerciali che (giustamente dal loro punto di vista..) badano solo agli ascolti a discapito di qualsiasi contenuto.

Le tue parole mi sembrano quindi molto di circostanza, complimenti postumi per pulirsi la coscienza del mancato appoggio ricevuto da tutti i nostri talenti migliori (attori, giornalisti, autori, registi..) da parte delle istituzioni.

Certo un tv spazzatura lascia il popolo nell'ignoranza e nell'illusione che tutto si possa risolvere in un confessionale o con una nomination... ma il discorso sarebbe troppo lungo.. tv oppio dei popoli!

Concludendo mi chiedo: chissà cosa stava guardando martedì sera il 96% degli italiani? Forse preferisco non sapere la risposta...

23 ottobre 2007

RULLANO I TAMBURI DI GUERRA di Giulietto Chiesa

Stanno accadendo cose strane. Il presidente americano dice che siamo sull'orlo della terza guerra mondiale. Quello russo replica annunciando di avere un programma di riarmo nucleare e strategico senza precedenti, e che lo realizzerà entro il 2015. Il primo dei due è in grado di realizzare la minaccia. Il secondo, adesso, anche.
Sul fatto che il primo sia capace di fare quello che annuncia non dovrebbero esserci dubbi. Ha scatenato la guerra in Irak dopo avere inventato, letteralmente inventato, una decina di argomenti, tutti falsi. E ha ammazzato almeno 600 mila iracheni, oltre che quasi quattromila soldati americani.
Sul fatto che il secondo sia in grado di mantenere la parola, anche, non dovrebbero esserci dubbi. I denari adesso li ha. Siamo noi a darglieli perché gli compriamo gas, petrolio e ogni altra materia prima essenziale. E il bello è che non abbiamo scelta, perché lui le materie prime le ha, e noi non le abbiamo. E non abbiamo neanche le energie alternative rinnovabili, perché siamo stati stupidi e imprevidenti, e continuiamo a esserlo.
E, intanto il prezzo del petrolio è salito a 88 dollari al barile, e continuerà a crescere, per le ragioni suddette. Dunque Vladimir Putin – che resterà al potere, come ci ha detto almeno i prossimi cinque anni, cioè fino al 2012, cioè ancora molto vicino a quel 2015 di cui sopra – potrà fare quello che promette.
Nel frattempo il dollaro scende in rapida picchiata e la crisi degli Stati Uniti si accentua a tal punto che i banchieri centrali europei cominciano a chiedersi se gli convenga continuare a sostenere l'indebitamento americano. Hanno fatto i conti: la Banca Centrale Europea ha sganciato oltre 120 miliardi di dollari (prendendoli dalle nostre tasche) per coprire i buchi delle speculazioni immobiliari americane e per quelli dei fondi d'investimento europei che hanno investito in quelle speculazioni truffaldine.
C'entra tutto questo con il rullare, sempre più assordante, dei tamburi di guerra?
C'entra, e molto da vicino. Perché gli Stati Uniti hanno un mezzo molto semplice e sbrigativo per impedirci di fare i conti nelle loro tasche: fare la guerra e rimescolare tutte le carte.
Direte. Ma è una follia!
E io sono d'accordo. M questo non cambia i dati del problema. L'Iran non ha la bomba atomica e non l'avrà nei prossimi dieci anni. Non ha i missili strategici intercontinentali e non li avrà nei prossimi dieci anni. Se lo si vuole annientare adesso, subito, è perché Washington non ha tempo di aspettare. L'Iran di Ahmadinejad è la dantesca donna dello schermo. La prova regina è il nuovo scudo stellare che Bush ha deciso di installare in Europa (senza nemmeno consultare gli europei e perfino la Nato), mettendosi d'accordo direttamente con Varsavia e Praga. Ufficialmente per difendere l'America e l'Europa dai missili inesistenti di Teheran. In sostanza per aprire un fronte nuovo di tensione con la Russia e per mettere ancor più l'Europa contro la Russia.
Putin l'ha capito. Anche Hu Jintao l'ha capito. Entrambi si armano perché sanno che dopo toccherà a loro.

18 ottobre 2007

Cuffaro in galera per otto anni? Solidarietà, solidarietà, solidarietà

A proposito della recente richiesta di otto anni di reclusione per il presidente della regione Sicilia Salvatore Cuffaro...
Pubblichiamo un articolo tratto dal Blog di Benny Calasanzio.. Come si potrà vedere la decenza è una qualità che manca alla nostra attuale classe dirigente.

Prendete carta e penna e scrivete:
“Confermo con forza la mia solidarieta' al Presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro. La stima che nutro nella sua intelligenza mi fa escludere in maniera assoluta che egli possa essere coinvolto in quelle vicende in cui si pretende di coinvolgerlo” Silvio Berlusconi, presidente Forza Italia
“Ho avuto una lunga e affettuosa telefonata con Cuffaro durante la quale gli ho rinnovato fiducia, stima e affetto” Pier Ferdinando Casini, presidente Udc
Questa solo per intenditori siciliani: "In questo momento di difficoltà, sento di dover dare tutta la mia solidarietà al Governatore della Sicilia, Salvatore Cuffaro. Ferma restando la fiducia nella magistratura, non posso non far notare come Cuffaro, con la sua attività quotidiana, abbia sempre combattuto concretamente la mafia, dimostrando in questo modo la sua evidente estraneità a ogni coinvolgimento. La storia e i suoi comportamenti esemplari nell'esercizio delle sue funzioni parlano molto più di qualche assurda accusa" Giuseppe Ruvolo, senatore Udc
Berlusconi, dall'alto della decina di processi subiti, molti dei quali prescritti, si improvvisa esperto di diritto penale e luminare di procedimenti giudiziari, manda a fan... anni di indagini ed intercettazioni e afferma che Cuffaro è innocente, al di la di tutto. Andrebbe analizzato. Vizziniiiiiiiiiiii dove sei??? Questo è il tuo presidente! Ma queste cazzate da Berlusconi se le aspettano tutti. Alla fine è pura solidarietà tra indagati.
Casini, dopo essersi liquefatto la mano mettendola sul fuoco riguardo l'innocenza di Cuffaro, stavolta ci mette anche la protesi nuova di zecca. Casini è il presidente dell'Udc, e stavolta non faccio distinzioni: a meno di dissociazioni e smentite personali, tutto il partito e tutti gli elettori dei nuovi democristiani sono complici di quelle dichiarazioni e le condividono.
E Ruvolo? Chi è Giuseppe Ruvolo? E' un senatore dell'Udc, originario di Ribera, che anch'egli parla per solidarietà tra indagati: ne ha uno in famiglia, il fratello gemello Antonino Ruvolo, dipendente del Banco di Sicilia responsabile dell'area territoriale di Trapani, indagato assieme all'anima pia Mannino per sofisticazione vinicola. E Ruvolo è sempre quello che, essendo membro della Commissione Antimafia, si dimentica di far notare di essere vice-presidente della provincia (quella di Ag) sotto indagine, di cui si stava discutendo. Stava in silenzio, magari carpiva qualcosa. Il presidente Roberto Centaro, sostenne che la presenza di Ruvolo fu un fatto gravissimo, e aggiunse che Ruvolo era tenuto a mantenere segreto il contenuto delle audizioni.
Diciamo pure che personalmente, in questo caso e in quelli simili, me ne frego sia del primo, che del secondo, che del terzo grado di giudizio. Perchè una sentenza di assoluzione, anche se confermata dai tre gradi di giudizio, non cambierebbe una virgola ai fatti già emersi. E a quelli che dicono che fino al terzo grado si è innocenti, chiedo di ricordarsi di Paolo Borsellino non solo quando egli diceva belle frasi sul profumo della libertà, ma anche quando diceva che in questi casi la sentenza è la parte più effimera di un processo. Perchè dai fatti emersi che fanno anche solo pensare ad una vicinanza mafiosa, le istituzioni, i partiti e gli altri organi che dovrebbero garantire condotta esemplare dovrebbero prendere immediati provvedimenti cautelativi, e non fidarsi ciecamente e squallidamente di un personaggio che si accordava anche sulle tariffe sanitarie con un mafioso. Vorrei ricordare a tal proposito che oggi, dopo l'arresto di Aiello, le tariffe di Villa Santa Teresa (diagnostica per immagini e radioterapia) sono state ridotte di oltre il 70%, e che quelle tariffe gonfiate erano concordate con il presidente della regione. Certe cose bisognerebbe ricordarle prima di aspettare sentenze per prendere a calci nel sedere dai partiti e dalle istituzioni uomini come Cuffaro.
Personalmente non ho idea di quanti anni di carcere possa comminare il giudice a Cuffaro. E comunque, ripeto, non mi interessa. Perchè in ogni caso, se qualche mese di carcere lo farà, quando ciò accadrà forse io avrò già dei figli. Se Cuffaro è così in buona fede come dice, si dimetta, si sospenda, se ne vada in vacanza almeno fino al primo grado, se vogliamo dargli una scadenza molto generosa. Ma se la magistratura riuscirà nell'ardua impresa di dimostrare giudiziariamente la sua colpevolezza (ripeto, condizione non necessaria) e se in quel caso Cuffaro non si dimettesse, allora si passerà ad altro. Manifestazioni, sit-in, occupazioni affinchè capisca che l'innocenza, l'integrità morale è ben altra cosa. Perchè, tornando ad uno ricordato solo quando fa comodo, "il puzzo del compromesso morale" c'è già.

12 ottobre 2007

I PARTITI SONO DIVENTATI MACCHINE DI POTERE



Questo post non è altro che un pezzo di intervista che Eugenio Scalfari fece nel luglio 1981 all’allora segretario del P.C.I. Enrico Berlinguer.
Leggendo quest’intervista ci si rende conto dell’attualità dell’argomento e si riesce a ripercorrere un po’ la storia di quel fenomeno che molti analisti politici di oggi chiamano col nome di “partitocrazia”.

«I partiti non fanno più politica», dice Enrico Berlinguer. «I partiti hanno degenerato e questa è l'origine dei malanni d'Italia».
La passione è finita?
Per noi comunisti la passione non è finita. Ma per gli altri? Non voglio dar giudizi e mettere il piede in casa altrui, ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss". La carta geopolitica dei partiti è fatta di nomi e di luoghi. Per la DC: Bisaglia in Veneto, Gava in Campania, Lattanzio in Puglia, Andreotti nel Lazio, De Mita ad Avellino, Gaspari in Abruzzo, Forlani nelle Marche e così via. Ma per i socialisti, più o meno, è lo stesso e per i socialdemocratici peggio ancora...
Lei mi ha detto poco fa che la degenerazione dei partiti è il punto essenziale della crisi italiana.
È quello che io penso.
Per quale motivo?
I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. Per esempio, oggi c'è il pericolo che il maggior quotidiano italiano, il Corriere della Sera, cada in mano di questo o quel partito o di una sua corrente, ma noi impediremo che un grande organo di stampa come il Corriere faccia una così brutta fine. Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le "operazioni" che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell'interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un'autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un'attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti.
Lei fa un quadro della realtà italiana da far accapponare la pelle.
E secondo lei non corrisponde alla situazione?
Debbo riconoscere, signor Segretario, che in gran parte è un quadro realistico. Ma vorrei chiederle: se gli italiani sopportano questo stato di cose è segno che lo accettano o che non se ne accorgono. Altrimenti voi avreste conquistato la guida del paese da un pezzo.
La domanda è complessa. Mi consentirà di risponderle ordinatamente. Anzitutto: molti italiani, secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi (magari dovuti, ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne, o temono di non riceverne più. Vuole una conferma di quanto dico? Confronti il voto che gli italiani hanno dato in occasione dei referendum e quello delle normali elezioni politiche e amministrative. Il voto ai referendum non comporta favori, non coinvolge rapporti clientelari, non mette in gioco e non mobilita candidati e interessi privati o di un gruppo o di parte. È un voto assolutamente libero da questo genere di condizionamenti. Ebbene, sia nel '74 per il divorzio, sia, ancor di più, nell'81 per l'aborto, gli italiani hanno fornito l'immagine di un paese liberissimo e moderno, hanno dato un voto di progresso. Al nord come al sud, nelle città come nelle campagne, nei quartieri borghesi come in quelli operai e proletari. Nelle elezioni politiche e amministrative il quadro cambia, anche a distanza di poche settimane.

09 ottobre 2007

MINISTRO DI GRAZIA....E DI GIUSTIZIA?!

Ultimamente sembra esser diventata una moda, il parlare con toni polemici della “casta” e dei suoi politici, ma quando l’argomento della discussione è il chiaccheratissimo Ministro di Grazia e Giustizia, questo “parlare” non è mai banale, tantomeno inopportuno.
Mentre sui media nazionali impazza la notizia di questa o quella tragedia coniugale (perché non creare una rubrica apposita nei TG denominandola magari “la strage del giorno”) ci sono notizie che passano troppo velocemente, se passano. Così si è costretti a visitare il blog di Grillo (un comico!) per saperne di più , o aspettare il giovedì sera per avere l’unico approfondimento giornalistico serio, quello di Santoro, per farsi un’idea propria.
In questo clima passa inosservata pure la richiesta al CSM di trasferimento del PM di Catanzaro De Magistris, per cause ancora avvolte dal mistero per milioni di italiani, ben più chiare per il Ministro Mastella. In attesa che il CSM si pronunci a riguardo, il magistrato coraggioso, come è stato definito da qualche, altrettanto coraggioso giornalista, ha ricevuto il sostegno del ministro delle Infrastutture e pm Antonio Di Pietro, ma anche di circa 35.000 persone che hanno firmato una petizione a suo sostegno.
De Magistris, per dover di cronaca, sta accertando se esistano ed eventualmente quali siano i rapporti fra il Guardasigilli e alcune persone da lui indagate nell'operazione"Why Not".Questo provvedimento ha tutta l’aria di essere un tentativo di bloccare due indagini importanti con le quali si cerca di fare luce sul sistema di malaffare che coinvolge politici, imprenditori e magistrati in Basilicata e Calabria.
Che senso avrebbe altrimenti tutta questa fretta nello spostare lo scomodo magistrato? Non ci sono necessità più urgenti nel sistema giudiziario italiano come ad esempio coprire, dopo mesi di attesa, le procure di Caltanissetta e di Catania, considerata l'importanza delle stesse nella lotta alla mafia. Per non parlare poi della paralisi disastrosa che l'entrata in vigore del nuovo ordinamento giudiziario provocherà?Passeranno molti mesi prima che il CSM possa procedere a nuove nomine lasciando così gli uffici scoperti.
D’altronde si sa Mastella coi suoi scheletri nell’armadio (era lui il testimone di nozze del mafioso Campanella, braccio destro del boss di Villabate, Nino Mandalà , nominato poi, sempre da Mastella, segretario nazionale dei giovani dell'UDEUR); con le sue manie (recuperare nel suo partito inquisiti, condannati, scarti di Forza Italia e persino dell'Udc) ed i suoi capricci (sistemare nell’amministrazione pubblica moglie amici e parenti; per non parlare poi del recente volo di stato ad uso privato per l’ultimo GP di Monza).
Rovinato dopo pochi mesi l’immagine dell’esecutivo con il decreto sull’indulto- inciucio salva Previti, Fiorani, Ricucci… cos’altro devono subire gli Italiani? Aspettiamo ansiosi le prossime gesta del ceppalonico Ministro.

08 ottobre 2007

HASTA SIEMPRE COMANDANTE! Quarant’anni fa moriva Ernesto Che Guevara




"Siete capaci di sentire nel profondo di voi stessi qualsiasi


ingiustizia commessa contro qualsiasi persona in qualsiasi parte del mondo.E' la qualità piu importante per un rivoluzionario"











Otto ottobre 1967 ore 13.10 a La Higuera, all’interno della scuola, Ernesto Che Guevara veniva assassinato dalle forze armate boliviane, appoggiate da agenti della Cia. Il comandante, ferito alle gambe e catturato il giorno prima nella selva, venne giustiziato a sangue freddo da Mario Tèran, su ordine del dittatore Barrientos, con una carbina M12 di fabbricazione italiana.

Nato nel 1928 da una famiglia della buona borghesia di Rosario, in Argentina, si laureò in medicina all'Università di Buenos Aires nel 1953; poco dopo partì in moto con l'amico Alberto Granado per un leggendario viaggio attraverso l'America latina in seguito al quale egli avrebbe maturato la sua presa di coscienza sociale e politica, come risulta dai diari che tenne in quell'occasione.
Nel 1954 Guevara collaborò in Guatemala con il presidente Jacob Arbenz, sostenendone la riforma agraria; dopo la caduta di questi, convinto che solo una rivoluzione armata avrebbe potuto abbattere le disuguaglianze sociali del continente sudamericano, lasciò l'Argentina, all'epoca governata da Perón, e si trasferì a Città di Messico dove conobbe Fidel Castro, aderendo al movimento dei rivoluzionari cubani in esilio. Egli rivestì un ruolo importante nella Rivoluzione cubana (1953-1959) che rovesciò il regime di Fulgencio Batista, partecipando allo sbarco clandestino nell'isola nel novembre del 1956 e alla guerriglia contro l'esercito del dittatore cubano.
Divenuto Castro primo ministro nel febbraio del 1959, Guevara venne nominato da questi presidente della Banca nazionale cubana e ministro dell'Industria (1961-1965): in tale veste guidò la riorganizzazione del sistema economico dell'isola secondo i canoni del comunismo marxista. Avversario della politica statunitense di interventismo nei paesi in via di sviluppo, da lui definita imperialista, "il Che" fu all'origine dell'evoluzione a sinistra del regime castrista e dello spostamento delle relazioni economiche di Cuba dagli Stati Uniti, finora interlocutori privilegiati, al Blocco orientale.
Guevara abbandonò l'incarico di governo nel 1965. In una lunga lettera a Fidel Castro spiegò i motivi che lo spingevano a lasciare l'isola per dedicarsi all'organizzazione della rivoluzione negli altri paesi dell'America latina: l'esperienza maturata a Cuba gli aveva permesso di perfezionare una lotta armata basata sulla guerriglia organizzata, condotta da piccoli gruppi addestrati. Egli predicava la necessità, per contrapporsi all'imperialismo, che si accendessero numerosi focolai di guerriglia e che si costituisse un legame di solidarietà tra i paesi del Terzo Mondo. Mosso dall'impulso di mettere alla prova le sue teorie, tra la fine del 1965 e la primavera del 1966 raggiunse il Congo con un gruppo di armati per unirsi al movimento contro il regime di Mobutu, ma da questa esperienza uscì sconfitto.
Dopo un anno vissuto in clandestinità, il "comandante Che Guevara" nel 1967 volle ritentare l'esperienza tra le montagne della Bolivia unendosi alla rivolta dei contadini e dei minatori contro il regime militare di René Barrientos. Rimasto isolato, privo dell'appoggio della stessa popolazione per la quale lottava, fu catturato dall'esercito boliviano e venne ucciso il 9 ottobre 1967. Il corpo venne mostrato alla stampa, poi gli furono amputate le mani e in seguito seppellito con altri suoi compagni a Valle Grande (il luogo sarebbe stato rivelato solo dopo molti anni da un militare dell'esercito boliviano presente alla cattura del Che), nel 1997 le sue spoglie furono localizzate e disseppellite e quindi traslate a Cuba dove, con grandiosi funerali di stato, furono tumulate a Santa Clara.


La vita del Che stimola la riflessione sull’uso della violenza e delle armi, il fine giustifica i mezzi? Si può combattere e uccidere degli esseri umani per la libertà di altri? Non è questa la sede per simili riflessioni.
Per oggi lasciamo perdere le polemiche e ricordiamo una delle personalità più importanti del novecento, colui che è diventato simbolo e icona di ogni rivoluzione o protesta moderna, colui che ha lottato contro l’ingiustizia e le disuguaglianze fino alla morte.
Ricordiamolo così:
“Siate sempre capaci di sentire nel profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque, in qualsiasi parte del mondo”

E

“Se io muoio non piangere per me, fai quello che facevo io e continuerò vivendo in te.”

05 ottobre 2007

S.O.S. BIRMANIA

Proprio in questi giorni nella nostra città, Padova, si svolge la settimana della pace e della non violenza. Iniziativa ad opera del comune in collaborazione con diverse sigle provenienti dal mondo dell’associazionismo e dei sindacati che ha in programma diversi appuntamenti , anche di portata nazionale.
Bella iniziativa, che coincide purtroppo con le brutte immagini che ci provengono dal sud-est asiatico e che stanno facendo il giro del mondo per crudeltà ed orrore.
Proprio nella settimana della pace, che culminerà con la classica marcia Perugina - Assisi domenica 7 ottobre, vogliamo parlare una volta tanto pure noi di diritti umani, in questo caso calpestati, e non violenza.

Gli episodi di questi mesi hanno riportato agli occhi del mondo, dopo anni di silenzi e disinteresse, lo strazio che il popolo Birmano subisce da quasi vent’anni dopo il golpe militare del 1988 che ha portato al potere Than Shwe.
A Myanmar è in atto una violenta repressione delle manifestazioni pacifiche, che si stanno svolgendo in tutto il paese da oltre un mese. Il 25 settembre circa 300 persone sono state arrestate durante le proteste e tre monaci sono stati uccisi: uno da un colpo arma da fuoco e gli altri due a seguito di un pestaggio. Il giorno dopo vi sono state altre vittime, e almeno un giornalista è rimasto ucciso. Fonti non ufficiali hanno fatto sapere ad Amnesty International che oltre 50 monaci sono rimasti feriti. Le ultime notizie ricevute da Amnesty International in queste ore non sono incoraggianti. Numerosi raid da parte della polizia stanno avendo luogo in queste ore nei monasteri buddisti di Yangon e in altre città del paese, non si conosce ancora il numero preciso dei monaci arrestati e delle persone rimaste ferite.Per scongiurare il ripetersi del bagno di sangue del 1988, quando furono uccise circa 3000 persone, Amnesty International ha lanciato un appello alle autorità di Myanmar chiedendo loro di mettere fine alle repressioni contro i dimostranti pacifici e garantire il rispetto del diritto di manifestazione.


ANCHE TU PUOI FARE QUALCOSA DI IMPORTANTE!FIRMA L'APPELLO ON-LINE A QUESTO INDIRIZZO: http://www.amnesty.it/appelli/azioni_urgenti/Myanmar
Per saperne, invece di più sugli appuntamenti della “settimana della pace e della non violenza” clicca su: http://www.comune.padova.it/

28 settembre 2007

LIBERIAMO WI-MAX


I Ministeri delle Comunicazioni e della Difesa, hanno trovato una prima intesa per rendere fruibile il WI-MAX anche in Italia; il procedimento sembra piuttosto "delicato", in quanto le frequenze radio interessate dalla tecnologia sono - nel nostro Paese – di competenza delle autorità militari; da qui la necessità che i Ministeri competenti interagiscano per iniziare a migrare dei lotti di frequenze dall'uso militare verso quello civile, con conseguente riallocazione degli esistenti sistemi in carico a Sicurezza e Difesa nazionale....
La nuova tecnologia potrebbe trasformare il modo in cui noi comunichiamo ma anche il modo in cui noi paghiamo per un servizio. Alcuni analisti pensano che l'odierno modello di telefoni cellulari che richiedono un elevato numero di ripetitori installati possa diventare obsoleta in pochi anni visto che il Wi-MAX permetterà ai dispositivi di comunicare tra di loro realizzando una rete libera da infrastrutture.
Il comunicato - riportato sul sito del Ministero delle Comunicazioni (rif. 1) - si prefigge scopi perlomeno lodevoli, quali un contributo all'eliminazione del DIGITAL-DIVIDE nel Bel Paese, la creazione di un'alternativa al terrestre per quanto riguarda la connettività, la risoluzione della copertura dell'ultimo miglio, ecc., ecc. ....
Per questo, l' Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha avviato una CONSULTAZIONE PUBBLICA (rif. 2), volta ad indagare circa l'introduzione delle tecnologie citate; tuttavia, leggendo i contenuti del documento suddetto ed i relativi allegati, sembra che l'intento prioritario dell'indagine sia sondare la possibilità di sfruttamento economico - ed i relativi migliori modi per regolamentizzarne gli aspetti (lotti frequenze, licenze, ecc...) – ad unico vantaggio quindi dei soliti noti componenti il panorama nazionale degli operatori nel campo delle telecomunicazioni ed attività annesse;
La possibilità di poter destinare le frequenze necessarie alla tecnologia ad un uso LIBERO senza scopo di lucro, anche perlomeno IN PARTE, non sembra sia stata presa in alcuna considerazione !
Ciò NON PARE ASSOLUTAMENTE IN LINEA con quanto, anche a livello Comunitario, sia stato sempre espresso come diritto d'accesso alla tecnologia da parte dei cittadini, ispiratore di varie direttive EU in ambito ICT a far capo dalla nota direttiva quadro del Parlamento Europeo e del Consiglio, n. 2002/21/CE del 7 marzo 2002, che "istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica" (rif. 3) e ribadito nei vari titoli del capitolo "Società dell'Informazione", (rif. 4).
Nel caso particolare del WI-MAX, non stiamo parlando di tecnologie il cui costo in termini di infrastruttura sia molto elevato o riconducibile ad altre tipologie di servizi mobili anche di ultima generazione, ma di una SOLUZIONE DI INTERNETWORKING BEN DIFFERENTE, in grado di coprire molti aspetti e molti usi rispetto alle attuali soluzioni di connettività e servizi mobili e fissi ed il cui costo in configurazione ad uso personale rientra nei parametri di un investimento "casalingo" (poche centinaia di Euro), nonchè in quelli poco più elevati di un'attività amatoriale – quale potrebbe essere quella di un'associazione radioamatoriale – per un'installazione in grado di servire alcune decine di utenti.Non sembra quindi giustificato un approccio anteponente il permesso dello sfruttamento commerciale a vantaggio degli operatori del settore – con conseguente chiusura dello spettro radio interessato - all'uso privato SENZA SCOPO DI LUCRO a favore dei singoli cittadini italiani ed europei delle medesime frequenze e tecnologie.In tal modo si verificherebbe di fatto una DISCRIMINAZIONE di TECNOLOGIA ai danni dei cittadini e consumatori, poichè diverrebbe di fatto impossibile o molto difficile utilizzare il WI-MAX in regime libero a fronte di un'assegnazione dell'intero spettro frequenze (o della maggior parte di esso), a fini commerciali; verrebbe cancellata quindi la possibilità per chiunque di utilizzare in maniera AUTONOMA e LIBERA le apparecchiature STANDARD atte a realizzare le reti in questione, il cui commercio e diffusione sono invece mondialmente permessi (e riconosciuti anche in territorio Europeo).
Una tale DISCRIMINAZIONE TECNOLOGICA sarebbe in contrasto con i principi cardine contenuti nell'emanazioni Comunitarie del settore "Società dell'informazione" sopracitata, cap. Verso un nuovo quadro per l'infrastruttura delle comunicazioni elettroniche, oltreché ben poco libertaria e democratica.


ON LINE è PRESENTE UNA PETIZIONE EUROPEA PER RENDERE LIBERO IL WIMAX CLICCA SUL LINK A FIANCO PER SAPERNE DI PIU'

26 settembre 2007

BUON COMPLEANNO SILVIO

E' sempre difficile scegliere un regalo per il compleanno di un amico che ha già tutto. Mettiamo il caso che il festeggiato non sia proprio un amico, ma un ex Presidente del Consiglio che possiede veramente tutto. Forse un film che pochi hanno avuto la possibilità di vedere e che documenta la storia del periodo berlusconiano può essere una buona idea. Speriamo sia di suo gradimento.

La serata prevede la Proiezione del film "Quando c'era Silvio" di Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani.
L'ingresso è rigorosamente GRATUITO.
L'inizio dei festeggiamenti è previsto per le ore 21:00 il 28 Settembre alla Sala Polivalente di Voltabarozzo, Via Piovese 74.(dopo il ponte di Voltabarozzo, svoltare subito a destra al semaforo)

Questa iniziativa è organizzata da laRete

22 settembre 2007

BUONI O CATTIVI...MAESTRI

Nella società di oggi esiste un'opportunità per la gente che solo uno o due decenni fa non esisteva, la gente oggi hai i mezzi per poter dire apertamente quello che vuole; internet, radio, TV: ormai la gente è entrata a far parte dei mezzi di comunicazione, talk show, reality show e varietà che pongono al centro del programma il "Signor e la Signora Rossi" ne sono l'esempio. Tuttavia c'è da dire che il mezzo di comunicazione affascina, abbaglia, e agli occhi della moltitudine infonde importanza, "divinità" , a coloro che lavorano e sono attori del mezzo per il semplice fatto di essere trasemssi su scala universale. Non è importante cosa fai e perche lo fai, l'importante è essere lì all'interno di quello schermo.
Ecco perchè il più delle volte la gente comune non sfrutta a pieno tutte le potenzialità del mezzo ma si limita ad avere un ritorno personale, quasi effimero; il che al giorno d'oggi puo essere visto come una colpa, ma non è su questo che pongo l'attenzione.

I professionisti che ogni giorno sono a contatto e formano il mezzo, si dividono in intrattenitori e informatori; pace se l'intrattenimento in TV non intrattiene a mio avviso più di tanto, ma peccato davvero se l'informazione non informa come dovrebbe.

Al di là delle costrizioni editoriali che abbiamo già trattato nel corso della nostra attività durante il nostro primo anno e mezzo (vedi questioni Luttazzi, Biagi, Santoro, Guzzanti) qui Mauro Mazza dà un visione quasi istigatrice di Beppe Grillo. Ma come si può affermare che il fenomeno Grillo nasce "con un colossale Vaffa"?? Il Sig. Mazza quale direttore del tg 2, quindi nel ruolo di informatore del mezzo di comunicazione, come può ignorare che il fenomeno Beppe Grillo è nato nel 2005 con la creazione del famoso blog? E come può ignorare che la manifestazione del V-day è solamente la concretizzazione di anni di attività che partono dai lontani primi anni '90?? Un umilissimo consiglio potrebbe essere quello di leggere la pagina di Wikipedia relativa al comico. Mazza prosegue dicendo che "in Italia c'erano cattivi maestri che additavano come nemico, un commissario, un giornalista, un magistrato" e che, volenti o nolenti, suscitavano il desiderio di qualche pazzo di premere il grilletto. Ora, dal criticare qualcuno a parole per qualche suo peccato, al generare la necessità di passare all'azione pratica, ci passa un mare. Esistono una serie di processi mentali e non, una serie di cause e motivazioni che sono strettamente personali e nessun mezzo di comunicazione credo abbia la forza per saltare e sostituirsi a questo processo.

Cosa dovremmo dire del caso Cogne? qualcuno per caso ha ammazzato la Franzoni, additata da ogni media esistente e sottoposta a pressioni quotidiane? E Garlasco? qualcuno sta per premere il grilletto sul fidanzato?

Forse i cattivi maestri dei mezzi di comunicazione sono altri.



LABORATORIO '48 ON THE MOVE

Continuiamo le nostre uscite nel territorio padovano. Per questo week end, 21 – 22 – 23 Settembre siamo con il nostro stand al FORUM FESTIVAL GIOVANILE organizzato dall’associazione C’ENTRO DENTRO.
Sede del forum sono gli impianti sportivi Ceron a Selvazzano Dentro.
Venite a trovarci!! Può essere una grande occasione per conoscere realtà diverse, approfondire la partecipazione, e perché no, scoprire informazioni e notizie, anche sconcertanti, che non purtroppo conosciamo.
DAI CHE N’DEMO!!!!!!!






P.S. dai che n’ demo è il nome della festa!
Per info:

Impianti Sportivi Ceron,Via Euganea, Selvazzano Dentro (PD) Come arrivarci: Da PADOVA: Alla rotonda del negozio delle ferrari, incirconvalazione, prendere Via Euganea: proseguire dritto superandol'areoporto, Brusegana, Tencarola. Dopo il Ponte Azzurro di Tencarola,al semaforo proseguire dritto per 500m. Dopo L'Hotel Piroga, sulladestra vedrete il complesso degli impianti sportivi.

10 settembre 2007

QUALCOSA E' CAMBIATO

Sono giorni duri per la politica. Mi riferisco alla politica “di palazzo”, quella degli slogan lanciati dalla tv, quella dei quotidiani battibecchi tra gli schieramenti, quella che va in onda ogni giovedì sera dal salotto di casa Vespa. Ore ed ore a discutere del nulla.
Di politica vera ormai non se ne parla più da anni. Gli Italiani sono bombardati continuamente da frasi standard recitate dal politico di turno, e la cosa deprimente è che non te ne accorgi nemmeno. I giornali e i TG si limitano a ripetere.
E si che di cose da dire ce ne sarebbero un sacco, come i costi della politica. Dei lussi che i nostri politici si concedono alla faccia di chi porta a casa 1000 € al mese non se ne parla mai. Come non si parla mai delle stragi sul lavoro, di milioni di giovani-precari senza un futuro, di malasanità, dei problemi dell’ambiente, di legalità con, in primis, la lotta alla mafia.
Niente di niente. La cronaca nerissima occupa ininterrottamente le prime pagine dei giornali e tutto il resto non ha più importanza.

Poi un giorno sembra che qualcosa si muova. Un comico organizza quasi per scherzo un’iniziativa di piazza, un esperimento più che una manifestazione.
E ad accorrere sono in centinaia di migliaia, si fiondano sui banchetti sparsi per tutta Italia a flotte. È un successo inaspettato pure per lui.

Quello che non si comprende è se Beppe Grillo si sia reso conto di cosa stia succedendo, se si renda conto del fatto che hanno più presa sulla gente i suoi proclami che non quelli di Fassino, Berlusconi, D’Alema…
Perché ormai mi sembra evidente che è nato un movimento popolare vero e proprio attorno alla sua figura. Centinaia di meet-up in tutta Italia, a decine sparsi per il resto del mondo, tutti per portare sulle piazze le sue battaglie. Giovani dai 20 ai 30 che si impegnano per migliorare questo paese, rendendolo meno ipocrita e più vicino alla gente.
È di questo che l’Italia ha bisogno.
I politici per il momento fanno finta di nulla,più di 300 mila firme in 24 ore non gli sfiorano neppure. Solo pochi si sbilanciano con qualche timido commento.
Bossi si stupisce, Casini si arrabbia, Bersani ascolta, Veltroni e Di Pietro appoggiano.

Beppe ormai deve rendersi conto che non può più limitarsi a fare semplicemente il comico. Lui ha dato il via a qualcosa e questo qualcosa gli Italiani l’hanno colto. Ora deve continuare su questa strada e non fermarsi più come giustamente lui stesso ha dichiarato dal palco di Piazza Maggiore a Bologna in occasione del “suo” V-day.
Grillo ha lanciato un segnale alla classe politica e una speranza agli Italiani, ora spetta a noi saperla gestire al meglio.

MEMORIA E LEGALITA'

Sabato siamo stati invitati a partecipare al congresso regionale dell’Unione degli Studenti-ReDS svoltosi a Mestre. Per noi è stata un’occasione per presentare la nostra realtà ma soprattutto per confrontarci con altri giovani che non hanno scelto la facile strada del disimpegno o del qualunquismo ma si sono rimboccati le mani per provare a cambiare qualcosa. Siamo stati piacevolmente colpiti da come le nostre sensibilità siano così simili, segno evidente che tra i ragazzi sta crescendo un forte sentire comune.
Legalità, antifascismo e rispetto della Costituzione dunque come valori assoluti. Riportiamo, e condividiamo, parte del documento politico che è stato discusso al congresso.

e. Nati dalla Resistenza, difendiamo la Memoria, pratichiamo l’Antifascismo
Preoccupante è, a nostro parere, la forte rinascita dei movimenti di estrema destra, che acquistano consensi e rappresentatività con grande velocità. L’azione di questi movimenti apertamente neofascisti e xenofobi si riscontra ad ogni livello della politica: mentre a Roma i coordinatori nazionali attentano alla Costituzione, sui territori i militanti si cimentano in azioni violente e tipicamente fasciste.
Nella nostra regione, dove gli estremismi violenti hanno sempre avuto un gran seguito, questo problema non può essere sottovalutato: è necessaria una netta contrapposizione a questo nuovo emergere del fascismo che dietro ad una democrazia di facciata cela scontri sempre più frequenti tra giovani e frasi degne del ventennio.
Per contrastare un pensiero che mette in pericolo la democrazia e fa riemergere vecchi contrasti sociali, ormai inattuabili con una società globalizzata e mondiale come la nostra, l’Unione degli Studenti Veneto – ReDS crede sia necessario promuovere una politica fatta di rispetto e pace deve essere il punto di partenza per ogni nostra iniziativa.
L’anniversario della Liberazione deve essere una di quelle date da evidenziare nel diario della nostra associazione e di ogni studente in Veneto. Questo non perché il 25 Aprile le scuole sono chiuse ma in quanto tappa fondamentale della storia del nostro Paese. Una data che non è passata ma che ogni anno deve vivere nelle nostre scuole. In questi due anni ci proponiamo di portare avanti un percorso già iniziato insieme a SPI e ANPI perché la memoria storica non sia un optional nei programmi delle nostre scuole e perché in sempre più scuole vengano inseriti progetti su questo argomento.

g. Noi non baciamo le mani
Siamo coscienti, e riteniamo importante rendere sensibili tutti gli studenti delle nostre scuole, rispetto al problema della mafia in Italia, così poco considerato da molti ragazzi della nostra regione che, sentendosi molto lontani da questa realtà, considerano il fenomeno mafioso come una questione esclusiva del Sud Italia. Riteniamo importante attivarsi su questo tema, affinché non venga più considerato qualcosa di lontano ma un problema di legalità che tocca l’economia e la politica dell’Italia intera.Per fare ciò è fondamentale far conoscere l’esperienze di chi ogni giorno vive la criminalità di stampo mafioso e di coloro che si battono per eliminarla; ricordare inoltre i personaggi che hanno dedicato la loro vita all’antimafia, è necessario per non vanificare i loro sforzi e dare forza a coloro che credono in questa lotta .

01 settembre 2007

LA V-DAY TV

Sul Forum del Meet up di padova ho trovato questo post di Federico Pistono che credo sia interessante. La sua idea a mio parere è stata fantastica, pubblico qui il suo post per saperne di più...

Ecco le istruzioni:
quando nessun amministratore e' collegato vanno in loop pseudocasuale i filmati migliori presi da youtube sul tema del V-Day
quando invece qualche contributor è connesso si può avere una diretta da qualunque parte d'Italia o del mondo
tutti i meetup sono invitati a parteciparvi, per poter diventare "inviati speciali" basta iscriversi al sito: http://www.mogulus.co... e cliccare sul bottone "apply for beta", una mail di conferma dovrebbe arrivare entro qualche giorno. Quando avrete il vostro account dovrete comunicarmelo e vi aggiungerò alla lista degli contributor
il sistema offre una vera a propria sala di regia, quindi può trasmettere sia live broadcast via webcam, sia filmatai preparati in precedenza e quindi caricati (ottima integrazione con i filmati di youtube)
ovviamente non tutti i meetup avranno una connessione ad internet disponibile in piazza , questo servizio da la possibilità a chi può, non è in alcun modo obbligatorio, abbiamo cercato di raggiungere il maggior numero di persone possibili e questo è il sistema migliore che abbiamo trovato
dato che usa flash non è necessario installare alcun programma aggiuntivo, tutti possono vederlo ed è anche abbastanza leggero.
il servizio ha un limite di mille (1k) persone connesse nello stesso momento, quindi è consigliabile, vederlo tra amici in compagnia , per il resto non ci sono costi né altre limitazioni.E' tutto per il momento, per qualunque cosa contattatemi in PVT.Diffondete e buon V-Day!

L' IMPORTANZA DI RICORDARE

Ultimamente mi è capitato di discutere sull’importanza, o meno, della memoria. Memoria storica in particolare. Personalmente ritengo che per capire dove stiamo andando sia fondamentale sapere da dove veniamo, temo purtroppo che ultimamente da troppe parti si spinga per mistificare o delegittimare il nostro passato, cosicché non sapendo più da dove veniamo sia più facile per il politicante di turno portarci dove vuole lui.
Credo che sia importante, soprattutto da parte di noi giovani, non far cadere il testimone che c’hanno passato i vari Meneghello o Trentin, la loro recente morte non deve essere la fine di tutto quello che hanno rappresentato. La memoria, come dice Marco Paolini, è una sfida, e sta a noi giovani accettarla perché i valori della nostra Costituzione vengano rispettati anche quando i suoi Padri verranno inevitabilmente a mancare. Impegnamoci perché la memoria resti viva.

“La memoria è un elemento labile rispetto al quale uno può mettersi a dire: “beh costruiamo dei recinti in maniera che la memoria non scappi come fosse una mandria, mettiamo le date nel calendario santifichiamo in maniera laica tutta una serie di giorni dell’anno”, e giù giornate della memoria per questo e per quell’altro, e più uno è grosso e più la sua giornata della memoria ha i santini. Una volta facevamo le celebrazioni nei monumenti, una volta monumentalizzavamo le battaglie adesso, allo stesso modo, senza accorgersi di incorrere nello stesso vizio stiamo monumentalizzando i delitti, gli obbrobri. Non esiste niente di questo calendario fisso che si possa tramandare alle generazioni. La memoria è una sfida che si rinnova se qualcuno la porta, la prende in mano per delle ragioni sue, vere e la comunica, sennò.. viva l’oblio!”

Marco Paolini

ARRIVA ZERO

Dopo tanti, lunghissimi, mesi è pronto per uscire nelle sale “ZERO” , film-inchiesta sull'11/9, cui hanno preso parte tra i tanti nomi, Dario Fo, Moni Ovadia, Lella Costa e una miriade di protagonisti e analisti europei e americani dell'11 settembre. Il film, sarà proiettato nelle sale cinematografiche italiane e in diverse catene televisive straniere a partire da ottobre. Si deve questo eccezionale risultato, di sostanza e di qualità a un gruppo di registi, sceneggiatori, attori, operatori che si è coagulato attorno a Megachip e al suo progetto-verità. I dettagli li potete trovare sul sito www.zerofilm.it e su www.megachip.info. Ma il progetto "Zero" si articola in un'operazione multimediale di più vaste proporzioni.
Da questa settimana, inoltre, è nelle librerie italiane un volume collettivo, curato da Giulietto Chiesa e Roberto Vignoli, con lo stesso titolo e la stessa impostazione grafica del film, che raccoglie i contributi di eccezionale livello di molti autori stranieri e di un gruppo di autori italiani (Claudio Fracassi, Franco Cardini, Lidia Ravera), lo stesso Chiesa e stranieri, tra cui Gore Vidal. La casa editrice è Piemme. – “Tutto ciò dimostra la concretezza del nostro impegno e la forza della nostra determinazione. Siamo certi che questa doppia uscita scatenerà contro di noi, e contro di me personalmente, una canea d'insulti (visto che tacerne sarà impossibile) ma darà anche risposta a molte attese e costringerà i bugiardi a difendersi. Che è esattamente ciò che ci proponevamo di fare nella nostra battaglia contro la GFSM, cioè la Grande Fabbrica dei Sogni e delle Menzogne, che è la stessa che prepara le guerre del presente e del futuro. Andare a vedere il film, propagandarlo, sostenerlo in tutti i modi, comprare il libro e diffonderlo sarà il modo migliore per andare all'offensiva. In fondo libro e film sono stati concepiti proprio come strumenti per la lotta. Grazie per tutto quello che farete."- Giulietto Chiesa. L´11 settembre ha cambiato la storia. Con quel tragico e spettacolare attentato, in cui hanno perso la vita circa tremila persone innocenti, gran parte delle certezze occidentali sono andate in frantumi.Ne è seguita un´offensiva che ha già prodotto due guerre e ha modificato non solo la geopolitica di intere aree del pianeta, ma tutti i rapporti di forza consolidati nei decenni precedenti.I responsabili dell´attacco sono stati additati al mondo con singolare rapidità, e un solo, presunto responsabile è stato giudicato da un regolare tribunale e condannato all´ergastolo.Ma un´ analisi attenta evidenzia che la versione ufficiale non è solo lacunosa in decine di punti essenziali, ma in altre decine di punti dimostrabilmente falsa. Salvo rarissime eccezioni, i media hanno rispettato il tabù, e negli anni hanno applicato quella legge del giornalismo contemporaneo secondo cui - per dirla con Gore Vidal - «ciò che non dovrebbe essere vero, non lo è».Noi non accettiamo questo criterio.L´eccezionale rilevanza dell´evento appare del tutto incompatibile con una tale massa di omissioni, distrazioni, dimenticanze, silenzi. La tesi dell´inefficienza, delle incompetenze, non regge alla più elementare delle analisi.È stato scritto autorevolmente che la verità sull´11 settembre non la saprà questa generazione. Noi non possiamo pretendere di sostituirci agli investigatori che hanno svolto la loro opera a partire dai dati primari raccolti sui luoghi. Ma i materiali che hanno prodotto rivelano falsità ed errori che possono essere dimostrati.Per questo abbiamo raccolto un´enorme mole di dati, fatti, analisi, immagini e li abbiamo posti sotto il vaglio rigoroso di verifiche che hanno coinvolto un gran numero di specialisti di provata competenza nei diversi campi dell´indagine. Sono quelle verifiche a confermare i sospetti, a suggerire ipotesi ben più realistiche e a darci un´assoluta certezza: non è, proprio non può essere andata come ci hanno raccontato. Per avvicinarci alla verità, siamo ripartiti da zero.
Tratto dall’intoduzione di Giulietto Chiesa del libro “ZERO”


23 agosto 2007

LABORATORIO '48 : SI RIPARTE!!!!

Inizia una nuova stagione per LABORATORIO ’48 all’insegna della collaborazione.
È sorta di fatto in questi mesi estivi, l’idea di unire tante organizzazioni simili alla nostra, ma non solo, per creare qualcosa di nuovo e forte, capace di proporre qualcosa di concreto per la nostra città.
“La Rete” , questo almeno il nome provvisorio, raggruppa le più svariate associazioni giovanili, chi opera nel sociale , chi è attivo nel mondo politico a livello locale, chi fa informazione. Ce n’è per tutti insomma.

L’intento è quello, come già accennato, di dare una possibilità a tutti quei ragazzi (e ce ne sono tantissimi) interessati a fare politica vera, anche solo per trovarsi con persone nuove, anche per dire semplicemente la propria opinione.
Ragazzi che non si ritrovano nella politica spesso troppo “aggressiva” dei centri sociali padovani, ma che pure nei partiti politici non riescono a trovare i propri spazi.

“La Rete” è ancora un cantiere chiaramente ma le idee certamente non mancano. Si sono già fatte diverse riunioni e si comincia già ad intravedere una “fisionomia” per questa nuovo soggetto giovanile. È evidente che sarà un soggetto di centro-sinistra, che ritiene vitale però mantenere la propria autonomia da alcun partito politico, questo è indispensabile per non perdere quel lato critico che caratterizzerà “La Rete”.
“La Rete” sarà aperta a tutti, singoli cittadini o associazioni che siano.

Siamo all’inizio di questa nuova esperienza che ci auguriamo lunga e fortunata, quindi queste restano solamente parole, si vedrà come si svilupperà questo progetto solamente coi fatti, scendendo nelle piazze, organizzando eventi, incontri e perché no, festival musicali .

Questa, ci teniamo a specificarlo, non è la fine di Laboratorio ’48, che continuerà con le proprie iniziative come ha sempre fatto.


Se volete saperne di più su “La Rete”, sugli incontri ed eventi, potete sempre utilizzare la nostra mail per chiederci tutte le informazioni di cui avete bisogno. (laboratorio48@gmail.com)