08 ottobre 2008

VAJONT: VIAGGIO NELLA STORIA DI UNA CATASTROFE

Riporto di seguito il testo della mail giuntaci dalla segreteria dell'assessore Claudio Piron.


Sono un centinaio gli studenti degli Istituti Superiori della città che parteciperanno al Viaggio della storia in programma il 13 ottobre alla diga del Vajont. Il programma del Viaggio prevede l’incontro a Casso con una guida naturalistica e la visita a piedi alle architetture tipiche del paese e alla diga del Vajont attraverso il sentiero Mollesa. In seguito: visita al coronamento della diga, ai luoghi della catastrofe, al Centro Visite di Erto e alla mostra "La catastrofe del Vajont – uno spazio alla memoria" con visione del filmato "Vajont, 9 ottobre 1963". Intervento di Claudio Piron - Assessore alle Politiche Scolastiche e Giovanili - Comune di Padova1963, mercoledì 9 ottobre, ore 22.39. Molti abitanti delle valli sono nei bar per vedere la partita di coppa. Doppio colore bianco e nero nei primi televisori che pochissimi privati possiedono. Una frana lunga 2 km. si stacca dal Monte Toc. Oltre 270 milioni di mc. di rocce e terra precipitano ad una velocità di 95 km. all’ora nel bacino artificiale creato dalla diga del Vajont, la più alta del mondo con i suoi 267 m. La frana produce un’onda di 50 milioni di mc. di acqua e solo la metà scavalcano la diga. In 4 minuti 5 paesi sono spazzati via dalla faccia della terra: Longarone, Pirago, Rivalta, Villanova, Faè. 2.018 le vittime, secondo i dati ufficiali, ma non è possibile determinarne con certezza il numero. Numeri impressionanti che nascondono i nomi e i volti di persone in carne ed ossa. Bambini, mamme, papà, nonni, zii e amici tutti soffocati dalla furia distruttrice del fango.Una tragedia. Un disastro. Una catastrofe. Una strage. Un’Apocalisse. Un Olocausto. Sono i termini che ritroviamo in cronache, libri, film che raccontano e ricostruiscono uno dei peggiori disastri ambientali mai accaduti al mondo provocati dall’uomo. Un’affermazione questa molto pesante che ritroviamo nel documento con il quale l’ONU ha presentato il "2008 Anno Internazionale del Pianeta Terra". Ed è sicuramente così perché quella tragedia ha sconvolto la storia di famiglie e di interi paesi, comunità da sempre attaccate alla loro terra tradite dalla costruzione della diga e dalle opere relative di disboscamento, terrazzamento, condotte e tubazioni…Una storia che ha visto la contrapposizione delle popolazioni ai progetti di grandi lavori, che ha comportato sofferenze e tribolazioni a causa di espropri e acquisizioni di terreni che erano da generazioni fonte di vita per le genti di montagna. Un evento catastrofico che continua a interrogare la coscienza di quanti visitano i comuni di Longarone, Erto e Casso. Una lezione quanto mai attuale che riporta alla nostra attenzione alcune domande: perché si è costruito la diga in una valle non idonea sotto il profilo geologico? Perché si è innalzata la quota del lago artificiale oltre i margini di sicurezza? Perchè non si è dato l'allarme la sera del 9 ottobre per attivare l'evacuazione in massa delle popolazioni delle zone a rischio inondazione? Il 13 ottobre, a 45 anni di distanza, saremo sulla diga del Vajont e al nuovo museo per ricordare questo disastro che forse poteva essere evitato. Che certamente ha delle responsabilità nell’agire dell’uomo. Così come il processo ha dichiarato con "il riconoscimento di responsabilità penale per la prevedibilità di inondazione e di frana e per gli omicidi colposi plurimi". (1) Saremo ancora una volta "sul posto" per incontrare i testimoni ed ascoltare dalla loro voce cosa è successo in quella notte e come la vita ha potuto continuare. Per sentire dagli esperti cosa è successo e perché. Sarà anche un’occasione per focalizzare la nostra attenzione sulla nostra Terra come l’ONU ci invita a fare in questo anno. "La Terra rappresenta infatti il supporto per la vita ed ogni genere di attività umana. L’uomo con la propria tecnologia ha però determinato condizioni di erosione, trasporto e sedimentazione di materiali che hanno in molti luoghi rimodellato le forme superficiali del Pianeta, ha modificato le concentrazioni chimiche dell’atmosfera e dell’idrosfera, ha alterato gli ecosistemi, esercitando sulla natura un peso paragonabile a quello degli altri maggiori agenti esogeni naturali. Nella sostanza si può quindi dire che l’uomo sia diventato un vero e proprio "Agente geologico" che modella la superficie terrestre, così come il gelo ed il disgelo, l’erosione marina, i corsi d’acqua ecc."Torna così quanto mai necessario porci alcune domande sul nostro modo di vivere, sul modello di sviluppo e sulla sua sostenibilità; sul ruolo dello stato e delle istituzioni e su quello dei privati. E ancora sull’uso di quei beni vitali (l’acqua, l’aria, la terra, le foreste), che sono limitati e che hanno una destinazione universale. Sulle responsabilità di paesi e governi e su quelle di ciascuna persona che può scegliere uno stile di vita improntato alla sobrietà e alla solidarietà. Andare nella valle di Erto e Casso dove scorre il torrente Vajont per confluire nel Piave, davanti a Longarone e a Castellavazzo in provincia di Belluno esprime la nostra volontà di capire questa storia di donne e uomini, di vecchi e bambini a cui ridare un volto e la dignità del ricordo. Una storia di acqua e di terra. Una terra, quella del Vajont in cui si è verificato un evento catastrofico che ha segnato per sempre la vita della gente e delle comunità. E di cui rimangono cicatrici profonde che ancora sanguinano e continuano a parlare alla coscienza di quanti la visitano attraverso la lezione, quanto mai attuale, che da esso si può apprendere.


(1) La causa penale che è durata oltre 8 anni, ha visto all’inizio 11 imputati rinviati a giudizio e la richiesta di condanna per 158 anni complessivi. In sede di Cassazione viene ampliata la responsabilità e ridotta la pena a due soli imputati per un totale di 2 anni e 8 mesi. La Causa civile intentata contro l’ENEL dal Comune di Erto e Casso e poi da quello di Vajont ha visto nel 2000, a 37 anni dalla catastrofe, la sentenza definitiva che obbliga l'ENEL a pagare danni per 6.109.685 Euro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sapete che l'argomento mi tocca molto, che dire cerchiamo di commemorare in modo intelligente l'anniversario, ovvero riflettendo su quello che è successo e soprattutto sul perchè è successo.