21 agosto 2007

VUOTI DI INDIGNAZIONE


Questo è un Paese dove mafiosi di ogni tipo si arrogano il diritto di emettere sentenze. Ti possono anche condannare a morte, se vogliono. L’ultima condanna è stata inflitta a Roberto Saviano, giornalista e scrittore ventottenne, che con il libro “Gomorra” ha descritto, vivendolo in prima persona, l’impero economico della camorra, o meglio del Sistema, guidato da boss, che sono oggi manager e imprenditori che commerciano con tutto il mondo. Dopo una notizia di questa gravità pensi che va bene, che le mafie esistono da tempo, che non c’è motivo di stupirsi, perchè l’orgogliosa reazione di una nazione, della sua classe dirigente, degli intellettuali, non si farà di certo aspettare. Invece niente (o quasi). Non c’è una risposta che indichi un tragitto comune. Non abbiamo bisogno di nuovi martiri per la libertà, l’Italia ne ha avuti fin troppi. Questo manifesto non vuole esprimere solo solidarietà, perché la legalità non ha bisogno di molte parole, ma di azioni concrete, quotidiane. Non dobbiamo illuderci che questi siano problemi solo di Saviano, o del meridione. Quando l’ennesima buca sull’autostrada Salerno- Reggio Calabria rende pericoloso il tragitto, tutti dobbiamo essere disposti a colmarla, perché il nostro interesse a non precipitarci dentro coincide con quello degli altri. Colmare quella buca significa anche colmare un vuoto, un vuoto di indignazione. Ci rivolgiamo a tutte le forze politiche, ma con particolare speranza e attenzione a quelle di sinistra. Basta titubanze. La condanna a morte di Saviano è solo l’ultima dei troppi soprusi subiti dallo stato Italiano. Evidentemente non sono bastati decenni di stragi mafiose, per scatenare una reazione più forte e compatta di fronte ad avvenimenti di questo tipo. Una reazione che sappia entusiasmare e scalfire barriere. C’è bisogno una volta per tutte di un segnale convinto e preciso da parte delle istituzioni, dai partiti, dalle associazioni, dalla chiesa per mettere fine alla piaga che la Mafia rappresenta. Quella condanna non è solo contro Saviano, ma contro le giovani generazioni. Contro tutti noi.

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