24 aprile 2007

BENTORNATO ENZO





“Torno in tv dopo un intervallo durato cinque anni: insormontabili ragioni che chiamerò tecniche mi hanno impedito di continuare il mio programma” .
Cosi torna in video dopo cinque anni di isolamento il giornalista Italiano per antonomasia.
Stiamo chiaramente parlando di Enzo Biagi, l’arzillo ottantasettenne che a cinque anni di distanza dal tristemente famoso diktat di Sofia dell’allora premier Berlusconi (la cacciata durante una conferenza davanti alla stampa bulgara di Luttazzi, Guzzanti, Biagi e Santoro) si prende la sua rivincita e si ripresenta in RAI a fare quel mestiere che nessuno più di lui sa fare meglio : il giornalista.
Lo fa con un programma nuovo, Rotocalco Televisivo, che andrà in onda in seconda serata sulla terza rete della RAI. È evidente che non potrà mai avere la visibilità de “Il fatto” ma è comunque una ventata di democrazia dopo la piega autoritaria che hanno preso i cinque anni di governo Berlusconi.

La prima puntata (per l’occasione in prima serata) , ironia della sorte avviene a tre giorni dal 25 aprile, festa della Liberazione - "Una data speciale, perche' la Resistenza ha dato a tutti gli Italiani il "diritto della parola" commenterà il giornalista – in tempi in cui il giornalismo sembra aver smarrito il suo vero compito, quello di raccontare i fatti alla gente, controllare i politici, raccontarne le malefatte e , come direbbe Travaglio, fare il cane da guardia del Potere… non il cane da compagnia.

Sono stati anni grigi per l’informazione, affidata a personaggi come Vespa, Floris, giornalisti che non fanno mai la domanda che andrebbe fatta, e che hanno il loro unico compito nel dettare i tempi della trasmissione, dare la parola a questo o quel politico, mandare in onda la pubblicità,e soprattutto guai a sbugiardare o smentire un politico, dopotutto se gli è stato affidato un incarico del genere non si può fare di testa propria, bisogna seguire le regole e comportarsi adeguatamente.

Ed è allora facendo questa premessa che si possono capire meglio le parole di Biagi - Una certa Resistenza non è mai finita. C'è sempre da resistere a qualcosa, a certi poteri, a certe promesse, a certi servilismi… Ma nella Resistenza c'è il riconoscimento di una grande dignità» - e si può ben sperare per il futuro della democrazia.

Concludo citando una frase di Montanelli che calza a pennello se si pensa ai vari Belpietro, Feltri, Ferrara, Vespa, Floris, eccetera eccetera .

“La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi.”

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