12 febbraio 2008

LA DISTANZA DELLA POLITICA

PRIMA PARTE




SECONDA PARTE




Inserisco questi 2 video tratti da una puntata di Annozero perchè li ritengo emblematici riguardo alla distanza che ormai ha assunto la politica rispetto alla gente comune.
Gli spunti offerti sono molti, ma per mancanza di tempo e capacità non riesco a trattarli tutti.
Sicuramente mi ha colpito la cronica ignoranza che ci pesa sulle spalle perchè siamo il popolo; mi convinco sempre di più che purtroppo ci sono troppe cose che anche un cittadino comune, interessato del panorama politico, non verrà mai a sapere. La sensazione di intrecci, di interessi convergenti, è forte; proprio l'altro giorno in Mezz'ora, Lucia Annunziata intervistava Corrado Guerzoni, portavoce di Aldo Moro, e si velava un lieve pensiero, senza parvenze di ipotesi, che dietro la crisi di Governo di questi giorni ci sia l'apertura di fascicoli coperti da segreto di Stato sul caso Moro. Per maggiori info Purtroppo però la risposta è che non si sa, non si sa mai quanta trasparenza venga concessa a noi, in quanto popolo, e quindi io mi tengo la mia sensazione che come tale non ha valore.
MI ha sicuramente colpito ancora di più però, che nonostante l'ignoranza, Oscar aveva ragione. Lui ha chiesto di parlare di contenuti ai politici. Lui che magari di debito pubblico non sa gran che, che magari di delocalizzazione, di TAV, di politiche di integrazione, indici ISTAT, della meccanica dell'inflazione, e quant'altro magari non sa gan che. Lo ritengo paradossale, il popolo era quello che di politica se ne è sempre disinteressato...e forse questo è un contrappasso che ci siamo "meritati". Perchè la politica non cerca di spiegarci le cose?Perchè non spiega le convergenze tra i diversi ambiti di uno Stato, cosicchè ogni cittadino possa capire, per esempio, che le tasse sono l'atto vitale del vivere in una comunità, servono perchè lo Stato possa migliorare i servizi che fornisce, e che se le pagassero tutti, tutti pagheremmo di meno.
Quano Oscar dice " Cosa me ne frega della tinta di Berlusconi", significa che parliamo due linguaggi diversi, e non gliene frega che la tinta di Berlusconi sia una metafora per dire che è un personaggio finto e costruito, perchè così non si capisce perchè sia costruito e finto. Colombo invece di spiegarli la figura retorica avrebbe dovuto spiegare che in un paese con un debito pubblico tra i più alti come l'Italia, dire " aboliremo l'ICI" a due giorni dalle elezioni, vuol dire fare un altro passo verso la miseria!! Perchè se uno Stato ha un debito, questo si distribuisce su ogni cittadino che lo abita e che magari ci lavora! Ecco come si capisce che una persona è finta e costruita!E' questo che bisogna dire per far capire che ci sono politici del bene e politici del male.

Mi ha colpito infine l'orgoglio nel non votare. Non sono d'accordo prsonalmente. E' giusto esprimere una opinione anche nel proprio interesse. Perchè è un diritto da tenerci stretto. Non votare vuol dire non esprimersi, e non esprimersi vuol dire non esistere. Potrei capire una scheda bianca, perchè ciò rappresenterebbe un dissenso. Sarebbe comunque un rischio, perchè il dissenso non verrebbe recepito proprio perchè esistono due linguaggi differenti tra popolo e classe politica. Io non credo che l'Italia si possa permettere un rischio simile, per cui io sceglierò la parte politica che riterrò sia del bene, quella più trasparente, che avrà meno cose da nascondere, quella meno finta e meno costruita.
A.B.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E'per questo che c'è beppe grillo!!lui ascolta i cittadini!!

Anonimo ha detto...

beppe grillo è un caso a parte..fa politica ma fuori dal sistema..è una situazione un pò particolare..
e ad essere sincero non credo che lui sia l'unica fonte di verità. ognuno di noi dovrebbe costruirsi il proprio percorso politico personale, non seguire quello di grillo o chi altro..

Anonimo ha detto...

dipende dal grado di fiducia che si ha nelle istituzioni partitiche
Il partito democratico ora si candida a novità e chiede la fiducia di noi italiani, rischiando di correre da solo.
Credo che il rischio vada premiato.

Anonimo ha detto...

il partito democratico in questo periodo pensa di più alle sue allenze in vista delle elezioni che ai problemi del paese, e mi dispiace dirlo , se li affronta lo fa in modo sbagliato.
continua a palasre di termovalorizzatori, di tav, ma di morti sul lavoro, di conflitto d'interesse quanto dibbiamo aspettare? e dopo ci stupiamo che la gente presta maggiore attenzione e riponga maggiore fiducia in grillo piuttosto che ai nostri partiti. sempregli stessi da trent'anni...servirebbe un piccolo esame di coscienza da parte di questa classe dirigente!! non criticare chi si lamenta con i pochi strumenti di cui dispone.

Anonimo ha detto...

Pur mantenendo tutte le mie perplessità sul PD alcune cose vanno dette:
- che abbia portato una ventata di novità è fuori discussione, quindi merito al coraggio di veltroni e dei suoi
- non candidano nessuno che sia stato condannato anche in primo grado(PER ORA SONO GLI UNICI CHE SI SONO ESPOSTI), per cui anche sul tema della legalità bisogna battere le mani
- L'età media dei candidati sarà la più bassa in italia quindi anche dal punto di vista del rinnovamento si danno da fare.

Detto questo di cose che non mi convincono ce ne sono moltissime,dal legame di ferro con Confindustria, alla poca chiarezza sul conflitto di interessi e sulla laicità dello stato.
Però vediamo di analizzare la situazione con obiettività... Se si vuole cambiare questo paese si devono vincere le elezioni e diventare maggioranza, oppure possiamo restare ad urlare a testa alta all'opposizione senza cambiare un cazzo...
credo che questa posizione ci debba anche guidare nel voto del prossimo 13 aprile.
Ve lo dice uno che vede Bertinotti come il più grande esempio di uomo politico,per coerenza, intelligenza, lealtà...
Ma ho paura di Berlusconi, del suo populismo bieco, del suo peronismo viscerale, delle sue armi(e sono tante) per raggiungere tutto ciò che vuole...
E' per questo,credo, che il 13 aprile dovremmo fare una scelta di responabilità, seppur combattuta.
A pugno chiuso.
TEGA